Riforma soprintendenze uniche territoriali, il MIBAC sottoscrive un documento indirizzato al Ministro Bonisoli. - NOC Press

Riforma soprintendenze uniche territoriali, il MIBAC sottoscrive un documento indirizzato al Ministro Bonisoli.

La mappa delle soprintendenze con la riforma - foto bit culturali -
Con la riforma introdotta nel 2016 sulle soprintendenze uniche territoriali, secondo l’analisi di molti professionisti del settore si potrebbe correre il rischio di frammentare le competenze in materia di tutela dei beni culturali. L’appello è corale e comprende molti settori dei nostri Beni Culturali, da quelli archeologici a quelli architettonici, dai paesaggistici agli storici dell’arte. Insomma, chi ha sposato la causa sono chi costituisce il MiBAC, non come struttura istituzionale bensì come corpo che lo promuove, lo fa conoscere, lo difende a denti stretti per garantire maggiore tutela a ciò che l’Italia ha di più prezioso.

Ricordando sempre che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”(art. 9 della Costituzione Italiana), ben trentanove illustre cariche nazionali, di altrettante istituzioni, hanno sottoscritto un documento chiedendo al Ministro competente di rafforzare le soprintendenze uniche territoriali. Ricevuto a mezzo email, presso la redazione, dal prof. Giuliano Volpe, il documento riportato di seguito è la testimonianza della ferma volontà affinché il Ministro si impegni, “risolvendo i problemi logistici segnalati dai tecnici del MiBAC, incrementando il personale tecnico e le attrezzature, sviluppando un’attiva azione di formazione del personale, che favorisca la collaborazione con il mondo dell’università e della ricerca”.

Da qualche tempo posto all’attenzione del ministero, la richiesta, è corretto riportarlo, era stata già anticipata in altre occasioni affinché i meccanismi di applicazione della riforma suddetta, promossa dal predecessore del dicastero, siano applicati. La lista, fa sapere il prof. Volpe “si va arricchendo di nuove adesioni”.

PER UN RAFFORZAMENTO DELLE SOPRINTENDENZE UNICHE

Nel 2016, nel quadro di un complesso progetto di riforme del MiBAC - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (allora anche con le competenze per il turismo), è stata introdotta una radicale innovazione nella amministrazione del patrimonio culturale italiano: il passaggio dalle soprintendenze settoriali, basate sulle discipline (tre distinte per l’archeologia, l’architettura e il paesaggio, le arti) alle soprintendenze uniche territoriali (denominate ‘Archeologia, Belle Arti e Paesaggio’).

Si è trattato di un cambiamento epocale, frutto di una riflessione che risale molto indietro nel tempo, già agli anni ‘70-‘80 dello scorso secolo, quando questa era una delle proposte avanzate dai settori più aperti e dinamici della politica e della cultura. Si è finalmente realizzata, in tal modo, una unificazione a livello operativo delle attività di tutela che prende atto della unitarietà e organicità dell’intero patrimonio culturale di ogni parte del territorio italiano.

Com’è, infatti, possibile separare ciò che è indissolubilmente e organicamente legato nelle realtà stratificate delle nostre città e campagne?

Se il patrimonio italiano è un unicum per complessità e diffusione, com’è possibile separare i muri dai rivestimenti pittorici o pavimentali, le opere d’arte mobili dagli edifici che le contengono, le stratigrafie del sottosuolo da quelle degli elevati, la cultura materiale da quella immateriale?

È il paesaggio italiano con tutti i suoi tesori, prodotto dell’azione millenaria degli uomini in rapporto alla natura e al mutarsi delle civiltà, che costituisce un forte elemento identitario del nostro Paese e delle comunità che hanno vissuto e vivono in ogni territorio, ad essere in tale nuova visione l’elemento unificante per quella salvaguardia attiva del patrimonio culturale, prevista tra i principi fondamentali della Costituzione (art. 9) e bisognosa di un approccio finalmente contestuale, multidisciplinare ed organico?

Le nuove soprintendenze uniche, nelle quali operano archeologi, architetti, storici dell’arte, demoetnoantropologi (ma sarebbero necessarie anche altre professionalità) finalmente

rappresentano un interlocutore unico per i cittadini, gli enti locali, le imprese, i professionisti, capace di parlare con una voce sola superando quella frammentazione di pareri e di prescrizioni, non raramente in contraddizione tra di loro, in precedenza espressione di tre diversi uffici, non senza rischi di contenziosi e di ricorsi, a tutto svantaggio dello stesso patrimonio culturale. Le soprintendenze unificate rappresentano quindi realtà potenzialmente più radicate nei territori e più vicine alle comunità locali.

Com’era prevedibile in una riforma così complessa, che ha previsto anche la riforma del sistema museale nazionale e molto altro, i problemi non sono mancati, dettati soprattutto, oltre che dai cronici deficit di mezzi, risorse e personale (solo in parte colmati con la recente assunzione di oltre mille funzionari tecnico-scientifici), dalla mancanza di consuetudine al lavoro comune interdisciplinare, dalle difficoltà di rapporti tra componenti dello stesso ministero, e da oggettive questioni logistiche (gli archivi, i magazzini dei reperti archeologici, i laboratori), aggravati anche dalla necessità per i soprintendenti di ripensare profondamente il proprio ruolo.

Chi chiede il ripristino delle vecchie soprintendenze archeologiche dimostra di guardare nostalgicamente ad un passato, che ignora le evoluzioni metodologiche della stessa archeologia che in questo ultimo mezzo secolo ha individuato proprio nel dialogo con le altre discipline l’acquisizione di quelle conoscenze, che sole garantiscono una più efficace conservazione e tutela di un patrimonio così complesso, qual è quello italiano.

Si auspica, pertanto, che il ministro Alberto Bonisoli non voglia tornare indietro, con un ripristino delle soprintendenze settoriali che provocherebbe non solo una regressione di tipo metodologicoculturale ma anche e soprattutto un ulteriore deleterio scossone organizzativo con ripercussioni gravissime sulla tutela. Ci auguriamo, al contrario, che il Ministro, come ha anticipato lui stesso in varie occasioni, preferisca consolidare il nuovo assetto, riservando la sua attenzione e sensibilità ai meccanismi di applicazione di questa riforma promossa dal suo predecessore, risolvendo i problemi logistici segnalati dai tecnici del MiBAC, incrementando il personale tecnico e le attrezzature, sviluppando un’attiva azione di formazione del personale, che favorisca la collaborazione con il mondo dell’università e della ricerca.

  1. Andrea Carandini, Emerito di archeologia Università Sapienza Roma, già Presidente del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici del MiBAC
  2. Daniele Manacorda, Ordinario di archeologia Università di Roma Tre, Comitato scientifico Soprintendenza di Roma e Parco archeologico del Colosseo
  3. Giuliano Volpe, Ordinario di archeologia Università di Foggia, già Presidente del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici del MiBAC
  4. Cristina Ambrosini Soprintendente Archeologia Belle Arti Paesaggio città metropolitana Bologna e province Modena Reggio Emilia Ferrara
  5. Paul Arthur, Ordinario di archeologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici Università del Salento, Presidente della Società di Archeologi Medievisti Italiani (SAMI)
  6. Andrea Augenti, Ordinario di archeologia Università di Bologna, Comitato scientifico del Parco archeologico del Colosseo
  7. Paolo Biagi, Ordinario di archeologia Università Ca’ Foscari di Venezia
  8. Caterina Bon Valsassina, già Direttore generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MiBAC
  9. Gian Pietro Brogiolo, già Ordinario di archeologia Università di Padova, già funzionario archeologo MiBAC
  10. Franco Cambi, Associato di archeologia, Università di Siena
  11. Alberta Campitelli, ICOM Lazio, Docente LUISS
  12. Paolo Carafa, Ordinario di archeologia Università Sapienza Roma, Comitato Scientifico Museo Nazionale Romano
  13. Alberto Cazzella, Ordinario di archeologia Università Sapienza Roma
  14. Carla Di Francesco, Direttore Fondazione scuola dei beni e delle attività culturali, già Segretario generale del MiBAC
  15. Vincenzo Fiocchi Nicolai, Ordinario di archeologia Università di Roma Tor Vergata
  16. Sauro Gelichi, Ordinario di archeologia Università Ca’ Foscari di Venezia, già funzionario archeologo MiBAC
  17. Letizia Gualandi, Ordinario di archeologia Università di Pisa, Comitato tecnico scientifico ‘Archeologia’ del MiBAC
  18. Maurizio Harari, Ordinario di archeologia e Direttore Dipartimento di Studi Umanistici Università di Pavia
  19. Tiziana Maffei, Presidente ICOM Italia
  20. Daniele Malfitana, Direttore CNR-IBAM, Comitato tecnico scientifico ‘Archeologia’ del MiBAC
  21. Federico Marazzi, Ordinario di archeologia Università Suor Orsola Benincasa Napoli
  22. Rosaria Mencarelli, Soprintendente Archeologia Belle Arti Paesaggio dell’Abruzzo
  23. Marica Mercalli, Soprintendente Archeologia Belle Arti Paesaggio dell’Umbria
  24. Marco Milanese, Ordinario di archeologia e Direttore Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione Università di Sassari
  25. Alessandra Molinari, Ordinario di archeologia Università di Roma Tor Vergata
  26. Silvia Pallecchi, Associato di archeologia Università di Genova
  27. Elisabetta Pallottino Ordinario di Restauro Architettonico e Direttore del Dipartimento di Architettura, Università Roma Tre
  28. Luisa Papotti, Soprintendente Archeologia Belle Arti Paesaggio città metropolitana di Torino
  29. Pietro Petraroia, AD "Cultura Valore Srl" Milano, già Soprintendente ai Beni artistici e storici del MiBAC
  30. Maria Piccareta, Soprintendente Archeologia Belle Arti Paesaggio province Lecce Brindisi Taranto
  31. Antonio Pinelli, Emerito di Storia dell’arte moderna, Università di Firenze
  32. Antonia Pasqua Recchia, già Segretario generale del MiBAC
  33. Grazia Semeraro, Ordinario di archeologia Università del Salento, Comitato Scientifico Museo Nazionale di Taranto
  34. Lucrezia Spera, Ordinario di archeologia Università di Roma Tor Vergata
  35. Elisabetta Starnini, Ricercatore di archeologia Università di Pisa, già funzionario archeologo MiBAC
  36. Carlo Tosco, Ordinario di Storia dell'architettura, Politecnico di Torino
  37. Marco Valenti, Associato di archeologia Università di Siena
  38. Guido Vannini, Ordinario di archeologia Università di Firenze
  39. Enrico Zanini, Ordinario di archeologia Università di Siena
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