Dal cavallo come candidato Sindaco di Apricena alla cella. [VIDEO] Michele Taurisano è stato condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione - NOC Press

Dal cavallo come candidato Sindaco di Apricena alla cella. [VIDEO] Michele Taurisano è stato condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione


Nel 2012 esordì a cavallo per un comizio da candidato sindaco per il comune di Apricena per la lista civica “Buon Giorno Apricena”. In quell’occasione Michele Taurisano presentò alla popolazione un suo uomo definendolo «…delle istituzioni», persona che sarà poi quella che avrà una valenza nell’indagine. Poi ci fu l’arresto, con accuse a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla pianificazione di omicidi, estorsioni e violenza privata. Sebbene fosse già in carcere Michele Taurisano, 43enne, prese pure il 2,5% dei voti.

Dal Tribunale di Foggia, il 43enne vicino alla mala locale, dalla Corte d’Assise è stato condannato a nove anni e quattro mesi di reclusione, con l’aggiunta di sette mila euro di multa.

Taurisano fu arrestato nel 2012 insieme ad altre cinque persone dai Carabinieri del Comando provinciale di Foggia con l’accusa, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla pianificazione di omicidi, estorsioni e violenza privata. Una condanna avuta poiché l’ex candidato sindaco apricenese per conto della mala locale doveva uccidere una persona per vendetta. La stessa che sarebbe servita al clan locale per accaparrarsi il territorio, con finanche il controllo del Palazzo di Città. Ma le cose andarono diversamente perché l’ex candidato sindaco, al tempo autista del 118, fu arrestato prima dell’atto criminale per le indagini svolte dalla Forze dell’Ordine su una organizzazione dedita alle estorsioni. Per la cronaca Taurisano era stato scelto come esecutore dall’allora boss Nicola Salvatore, detto “Nicolin dieci e dieci, ammazzato nel 2007 a maggio, per vendicare l’esecuzione di Agostino Campanaro, pregiudicato del luogo, avvenuta ad Apricena il 21 maggio del 2004. La scelta come killer, al tempo, dei fatti, è stata riferita dagli stessi inquirenti del caso, dall’ex Procuratore di Lucera, dott. Domenico Seccia, e da Antonio Diomeda, in quel tempo Comandante provinciale di Foggia dei Carabinieri. Difatti, secondo quanto detto dai due inquirenti, al Taurisano fu fatta recapitare una pistola con proiettili e i nomi delle vittime da far fuori. Un dettaglio che accelerò le indagini, con tanto di intercettazioni telefoniche, al punto da “obbligare” l’allora Procuratore a emettere un’ordinanza di perquisizione dell’abitazione del “killer”, dove, appunto, fu rinvenuta l’arma. Intercettazioni che rivelarono il piano criminale cui Michele Taurisano doveva essere il protagonista degli omicidi. «Noi dobbiamo mangiare, ci vogliono i denari. Di me non deve capire niente nessuno. Io sto pure candidato, io tengo la maschera» disse la tempo Taurisano a una delle persone preposte a la Comune. Ma la chiave di volta per far muovere gli inquirenti a fermare il Taurisano fu quando in un‘intercettazione ascoltarono «Tu mò devi vedere che fare. Io intanto ammocco a quello e poi tu mi devi dare subito un altro pezzo perché io qua devo continuare la batteria…». Dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti e dall’interpretazione di alcune parole, il Taurisano era già pronto a procedere. Difatti quando dice «…ammocco» intende ammazzare. Così pure quando dice «…pezzo» intende la pistola, mentre per «…batteria» vuol significare ammazzare tutti.

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