Sindaco e famiglia e Assessore di Monte Sant’Angelo minacciati di morte. Teschio umano e lettera minatoria l’ignobile gesto
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Macchia - Monte, l'ingresso della delegazione con leminacce del teschio e della lettera minatoria |
Nelle ore scorse a Monte Sant’Angelo è stata fatta una sconcertante scoperta. Una busta contenente un teschio umano e una lettera minatoria è stata trovata appesa alla maniglia della porta dell’ingresso della delegazione di Macchia-Marina di Monte Sant’Angelo. Minacce di morte indirizzate al Sindaco Pierpaolo d’Arienzo e la sua famiglia e all’Assessore comunale Generoso Rignanese. Un avviso univoco come lo potrebbe essere il movente, ora al vaglio della Magistratura oltre la matrice e la mano, che potrebbe riguardare alcuni settori della Pubblica Amministrazione gestiti da entrambe gli amministratori.
Un gesto che non lascia ogni ombra di dubbio che, come i precedenti, si veda quello degli incendi del CCR (Centro Comunale Raccolta Rifiuti), delle auto incendiate al Sindaco e a un Capo Settore del Comune, messaggi minatori vari, che seppur siano disconnessi tra loro, incidono sul buon vivere montanaro e che presagiscono ataviche recrudescenze tra clan da tempo inattive a Monte ma in essere nella vicina zona costiera.
«Oggi è una giornata triste, di quelle che vorresti cancellare». Inizia così il messaggio pubblicato dal Sindaco d’Arienzo sul suo profilo facebook, fonte della notizia. «È stata trovata dietro la porta della delegazione di Macchia una busta contente un teschio umano e minacce di morte rivolte a me, alla mia famiglia e all'assessore e amico Generoso Rignanese. Un atto intimidatorio –prosegue d’Arienzo- che ci riporta nello sconforto e che prova a seminare paura. Ora siamo qui dai Carabinieri perché è solo con la legalità che si risponde a questi atti vili di chi prova a minare la serenità di un sindaco, di un assessore. A queste persone –conclude il Sindaco- voglio solo dire: non ci fermerete, noi andiamo avanti nel nostro lavoro; lo dobbiamo a noi stessi, alle nostre famiglie e alla comunità che ci ha dato fiducia. Noi non ci rassegniamo. Noi non ci arrendiamo!».
Ora tutto è al vaglio, come anticipato, della Magistratura; la speranza è che ben presto si riesca a dare un volto e un nome a chi ha voluto impaurire gli amministratori e i loro cari e tutta la buona e comunità montanara, che rimandano al mittente l’ignobile e mafioso gesto criminale degno della feccia della società.
Noi come Redazione esprimiamo solidarietà e vicinanza al Sindaco e alla sua cara famiglia, all’Assessore e a tutti i cittadini di Monte Sant’Angelo, consci che in Noi N.O.C. troveranno sempre aiuto e piena disponibilità a debellare questo cancro. Noi Ci Siamo!
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