Foggia, inizio 2020 col botto. Intimidazioni mafiose a responsabile RSSA con bomba sotto la sua auto. Vertice in Prefettura, disposte misure cautelari. Prefetto? I NOC ci sono!
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L'auto in oggetto - foto fonte whatsapp - |
Quella di ieri, la bomba sotto l’auto di una persona, che ha fatto tremare un intero rione, distrutto più auto e finestre delle abitazioni adiacenti, è l’ultimo degli atti criminali che dall’inizio del 2020 (e sono trascorsi solo quattro giorni) stanno attanagliando e impaurendo Foggia. Nel FOCUS c’è la dettagliata cronologia degli avvenimenti.
Questa mattina, 04 gennaio 2020, ancora una volta (solo ieri si era già fatto un tavolo tecnico sulla sicurezza) le porte della Prefettura son state aperte per un altro vertice sulla sicurezza. Al tavolo le massime cariche istituzionali, legali e di sicurezza di Foggia e Provincia.
Il bersaglio dell’attentato all’auto è una persona nota, si tratta del direttore RSSA “Il Sorriso”, Cristian Vigilante, che dopo l’avvertimento, da parte della Prefettura di Foggia gli è stato disposto un’ adeguata e maggiore misura di tutela. Stessa misura è stata applicata in favore dei titolari degli esercizi commerciali danneggiati nei giorni precedenti. Misure di tutela anche in virtù di precedenti avvenimenti, che hanno interessato le indagini della Procura nei confronti della “società ” foggiana. Nelle carte dell’operazione “Decima Azione” difatti compaiono testimonianze che in passato la vittima dell’attentato era già finita nel mirino di intimidazioni da parte di due esponenti della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza. Tuttavia il direttore della RSSA avrebbe negato ogni forma di intimidazione. Insomma, una storia che si ripete e che gli inquirenti stanno passando nuovamente al setaccio.
La “società ” foggiana, come si evince, ha alzato il tiro. Bombe carta ai bar, omicidio tra la gente, auto fatte saltar per aria in quartieri affollati. E il tutto in soli tre giorni. Una sfida allo Stato, alla Squadra Stato, che in queste ore sta indagando su più fronti e tutti i mezzi a disposizione.
Foggia pare sotto assedio.
Intanto la Polizia di Stato è continuamente al lavoro per ricostruire la dinamica di ieri sulla bomba all’auto. I residenti sono ancora impauriti. Il botto è stato devastante, distruggendo l’auto di Vigilante, quella parcheggiata di fianco e altre nelle vicinanze, all’incirca una decina, oltre che mandare in frantumi vetri e tapparelle delle abitazioni adiacenti. Paura avvertita in tutta la città e che, nelle ore successive, si è propagata per i botti di Capodanno che ancora esplodono per divertimenti di qualche irresponsabile.
Terrore di “rimanerci secchi” è la testimonianza di alcuni cittadini. La stessa che ha interessato uno dei residenti del rione in via D’Aragona, luogo della bomba sotto l’auto di Cristian Vigilante. Una tragedia sfiorata, insomma, è stata quella di ieri, poiché il residente pocanzi detto era in procinto di uscire di casa, con in braccio sua figlia. Un improvviso malumore lo avrebbe fatto ritornare sui suoi passi così evitando di esser nel bel mezzo dell’esplosione.
Le testimonianze di terrore giungono anche da personaggi noti nello sport e residenti negli stabili di Via D’Aragona. A farlo presente sul suo profilo social di facebook è la campionessa mondiale di karate Paola Mele: «Nel bel mezzo di un venerdì sera ti sei appena seduta sul divano, un boato che non si può descrivere ti sobbalza dal divano. I vetri di casa e le finestre sono sventrate. Il cuore ti salta in gola. Una nuvola di fumo enorme. Portone che non esiste più e finestre volate. Vetri ovunque. Macchine distrutte. E ringraziamo Dio come è andata, potevano passarci bambini e famiglie che tornavano a casa o sbucare dal portone, o entrare in casa. Non ci sono più parole. Non puoi sentirti sicuro neanche più in casa tua».
La Squadra Stato a Foggia deve far qualcosa di più sostanziale, deve assolutamente alzare il tiro contro una criminalità , già efferata, ma oggi ancor più determinata a controllare il territorio foggiano. Le lotte intestine, intimidatorie, sanguinarie, dinamitarde, assassine, tra batterie della “società ” foggiana, vanno fermate. Se la disposizione della DIA a Foggia può essere un forte deterrente, poiché porterebbe più agenti e militari delle Forze dell’ordine, porterebbe ad avere un Tribunale più autorevole e funzionalmente più celere, che si dia luogo. Ma ciò non deve distrarre chi da tempo sta ricevendo inviti a ascoltare chi dell’Intelligence Sociale ne sta facendo un avviso per la legalità e sicurezza. In altre parole i NOC son pronti a collaborare formalmente con la Squadra Stato, e non solo al bisogno.
FOCUS
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