Capitanata: Due casi di maltrattamenti in famiglia, gli aggressori entrambi 23enni
Cerignola
Dura da due anni il calvario di una madre che esasperata ha chiamato il 112 di Cerignola dopo che il proprio figlio in evidente stato di agitazione ed alterazione pretendeva del denaro.
Contante che molto presumibilmente sarebbe servito per l'acquisto di sostanze stupefacenti.
La donna esausta ha denunciato ai Carabinieri una serie di episodi di minacce di morte e percosse subite per mano del figlio da ben due anni che l'avevano costretta a vivere in un clima di terrore.
Grazie alla celerità con cui gli uomini dell'Arma hanno dato il via agli accertamenti sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Foggia hanno attivato la procedura del “codice rosso” permettendo di trarre in arresto in flagranza di reato il 23enne per maltrattamenti in famiglia e tentata estorsione. Il Gip del Tribunale di Foggia una volta convalidato l'arresto, ne ha disposto il trasferimento in carcere.
San Marco in Lamis
Situazione simile a San Marco in Lamis dove i carabinieri sono intervenuti all'interno di un'abitazione per la segnalazione di un violento litigio famigliare. Giunti sul posto i Carabinieri accertavano che un giovane aveva aggredito fisicamente la propria madre, tanto da strapparle gli indumenti e constatavano sul braccio sinistro della donna un evidente segno di un morso.
Il 23enne, nonostante la presenza dei militari, continuava ad inveire contro la madre minacciandola di ucciderla qualora avesse sporto denuncia. La donna in lacrime, rendeva noto ai militari che il proprio figlio era iscritto al Ser,D. Di San Giovanni Rotondo per essere assuntore di bevande alcoliche.
Queste continue angherie da parte del figlio verso la propria madre, pare siano in atto dal 2017 e sistematicamente avvenivano nel momento in cui la madre negava al figlio le somme di denaro richieste, e in una occasione il figlio, in preda alla rabbia per il rifiuto dell'elargizione economica da parte della madre, è arrivato finanche ha sferragli un pugno all'occhio. La donna, dipendente statale , in passato anziché denunciare gli episodi di violenza alle forze dell'ordine ha preferito cercare aiuto in una struttura sanitaria. Per tali episodi, al giovane 23enne veniva convalidato l'arresto ed il Giudice ne disponeva la custodia cautelare in carcere, nominando un C.T.U. Per eseguire una consulenza medica a seguito dell'arresto.
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