Il lato oscuro della “Russa” Telegram che fece "arrabbiare" Putin - NOC Press

Il lato oscuro della “Russa” Telegram che fece "arrabbiare" Putin

 

Foto: Pavel Durov, ideatore di Telegram

Il lato oscuro della “Russa” Telegram con sede a Dubai




Il Creatore di Telegram è Pavel Durov, imprenditore e informatico russo; nato a San Pietroburgo nel 1984, ha vissuto in Italia una parte della sua infanzia, quando suo padre era docente di Filologia all’Università di Torino, città dove ha frequentato alcuni anni di elementari. In giovinezza, passa molto tempo a stretto contatto col fratello maggiore Nikolai, matematico ed informatico esperto verso cui Pavel nutre grande ammirazione.

Personalità eclettica e interessata in diversi campi di studio, Durov dedica molto tempo alla cura di sé: è vegetariano, non beve e non fuma, veste sempre di nero e si definisce un libertario.

Nel 2006, dopo la laurea in Filologia, Pavel inizia a lavorare su Vkontakte (In contatto in russo), il social network che successivamente gli farà guadagnare l’appellativo di Mark Zuckerberg russo. VKontakte (noto anche come VK) nasce come piattaforma per scambiarsi gli appunti ma, proprio come Facebook, diventa in breve tempo un social network con tutte le funzioni del caso: seguire i propri amici, commentare i post, guardare le foto, mettere Like e così via.

Quindi come è accaduto a molti di questi geni, dopo aver creato un qualcosa di utile, ne perdono il controllo e per questo Noi sottolineiamo sempre che “ Il “luogo” non ha colpa dell'utilizzo sbagliato che può farne qualcuno”.



In poco tempo VK ottiene subito un gran successo nei paesi dell’ex Unione Sovietica, in maniera praticamente parallela a Facebook: in 6 anni il social network di Durov raggiunge 200 milioni di iscritti e diventa un importante punto di aggregazione per i ragazzi russi. Tuttavia, c’è una grossa differenza tra Facebook e VK poiché su quest’ultimo (per volere dello stesso Durov) vige una sorta di anarchia: fioccano i contenuti illegali e non ci sono forme di “controllo” per pagine e contenuti.

Il successo di VK continua a crescere: il social network viene utilizzato da sempre più persone, tra cui il famoso attivista Alexei Navalny, che aveva denunciato gli abusi della polizia russa.

Il governo di Putin non gradisce le critiche mosse tramite VK e decide di muoversi con la forza: l’8 dicembre 2011 Pavel Durov trova il proprio appartamento circondato dagli agenti dell’FSB (agenzia governativa nata dalle ceneri del KGB), che gli intimano di cancellare la pagina del suddetto attivista. Tuttavia, Durov non solo si rifiuta di eseguire gli ordini, ma risponde all’attacco con un tweet in cui pubblica la lettera inviatagli dal governo e un cane che fa la linguaccia.

Il governo di Mosca non si aspetta una reazione simile, gli agenti non sanno come comportarsi e passano diverse ore prima che l’assedio alla casa termini.

In seguito a questo episodio, i rapporti tra Durov e il governo di Mosca si incrinano: d’altronde, Pavel è una figura controversa e difficile da gestire, un libertario che crede fermamente nella condivisione delle informazioni e che loda Internet come luogo di scambio libero tra gli utenti.

Per dare un’idea migliore di chi è Durov, basta citare alcuni episodi della sua vita, che hanno avuto un’importante risonanza mediatica: ad esempio, per il suo 26° compleanno, l’imprenditore russo ha donato 1 milione di dollari a Wikipedia.

Ma ancor più emblematico è un aneddoto che risale al 2012, che in un’intervista a TechCrunch Durov ha definito uno dei momenti più divertenti nella storia dell’azienda. VK aveva ricevuto grandi finanziamenti ed era previsto un bonus economico per un vicepresidente della società; tuttavia, ai complimenti di Pavel e dei colleghi, il dirigente risponde dicendo che non gli interessa nulla dei soldi, che lavora a VK per l’idea e non per il denaro.


Allora Durov propone di buttare via i soldi: il vicepresidente in questione inizia a lanciare contanti dalla finestra, ma Pavel lo riprende: Non lanciarli in questo modo, fallo in maniera più creativa.

Così, Durov e soci iniziano a piegare banconote da 5.000 rubli (circa 155$, al cambio dell’epoca) a forma di aeroplanino e a lanciarli dalla finestra del loro ufficio sulla Prospettiva Nevskij, la strada principale che attraversa San Pietroburgo. Ovviamente la pioggia di denaro attira parecchia gente e il team di VK smette di lanciare aeroplanini fatti con le banconote quando la folla inizia ad azzuffarsi per i soldi.



Un’azione talmente eclatante non fa che peggiorare i rapporti tra il governo di Mosca e l’informatico, che nel 2013 viene formalmente accusato di aver investito un agente di polizia.

Durov sostiene che si tratti di un’accusa completamente inventata, ma le indagini proseguono e coinvolgono la Sledkom (una sorta di servizi segreti russi), che presto iniziano ad investigare anche su VK, perquisiscono la sede e mettono le mani sui documenti dell’azienda. Nel frattempo, due dei maggiori investitori di VK, Vyacheslav Mirilashvili e Lev Leviev, vendono le loro quote alla United Capital Partners (UCP), una società vicina al governo che prima d’ora non aveva mai investito in tecnologia.

Nel 2014 anche Durov vende le sue quote della società (il 12%) e, pur rimanendo amministratore delegato per un po’ di tempo, viene successivamente licenziato da VKontakte, l’azienda che lui stesso aveva fondato, dopo aver supportato le proteste di alcuni attivisti ucraini ed essersi rifiutato di condividere i dati su questi ultimi in possesso da VK.

A quel punto Pavel, insieme al fratello Nikolai, decide di lasciare la Russia per dedicarsi al suo nuovo progetto, Telegram. I due fratelli Durov “acquistano” la cittadinanza nelle Isole di Saint Kitts e Nevis, un minuscolo stato dell’America Centrale, grazie ad una donazione di 250.000$ allo zuccherificio locale, la Sugar Industry Diversification Foundation.

Grazie a questo passaporto, i due fratelli scelgono una vita di nomadismo e, insieme ai restanti 12 ingegneri che compongono il team di Telegram, iniziano a spostarsi continuamente tra i paesi europei, per non rimanere troppo tempo sotto la giurisdizione di un solo stato.

Da qui in poi la storia è più o meno nota alla maggior parte dei nostri lettori: col tempo Telegram è diventato il colosso che è ora e Durov ha sempre sostenuto che la società non guadagnerà mai soldi tramite i metadati degli utenti.


Secondo quanto dichiarato nelle FAQ, le uniche forme di monetizzazione accettabili (in futuro) saranno donazioni volontarie o funzioni aggiuntive a pagamento (che comunque non mineranno la struttura attuale di Telegram).

Durov è un personaggio complesso e decisamente atipico nel mondo dell’informatica e il suo progetto, Telegram, rispecchia per moltissimi aspetti la sua visione del mondo.

Ma oltre al bello che è stato capace di realizzare Durov, oggi suo malgrado, Telegram è su tutte, l'app di messaggistica dove si consumano più crimini.

Telegram è diventato uno dei luoghi dove si commettono reati legati al sesso e in particolare al revenge porn. Ma non solo, anche il terrorismo si serve di Telegram per la pianificazione di attentati e scambio di informazioni sensibili e lo scambio è agevolato da un tipo di crittografia che rende Telegram quasi e sottolineiamo quasi sicuro dell'anonimato. Crittografia che impedisce la visione di terzi e se a questo ci aggiungiamo l'autodistruzione dei messaggi che telegram offre, il gioco è fatto.

Oltre al terrorismo, Telegram ha il suo ruolo anche nella pirateria. Ma l'apice nei crimini lo trova nel revenge porn.



Da una recente indagine sono emersi dei canali riconducibili a dei gruppi con migliaia di utenti che si scambiavano materiale pornografico, pedopornografico e video e immagini di revenge porno.

Oltre 40 mila gli iscritti scoperti, divisi in 21 canali collegati e un volume di conversazioni che che si aggirava attorno ai 30 mila messaggi al giorno. Una enorme chatt, dove all'interno si trovava di tutto, per lo più foto e video di atti erotici sessuali, pubblicati senza il consenso in questo caso, delle vittime. Quindi stiamo parlando non solo di pornografia presa online, ma di pornografia e revenge porn fatti di nascosto alle vittime. Senza alcun consenso.

Cosa sta accadendo nel mondo. Addirittura ci sono state delle richieste esplicite da parte di questi partecipanti alle chatt, di rendere la vita impossibile alle loro ex fidanzate, mogli, mariti etc. rendendo pubblici nella chatt di gruppo, foto, numeri di cell, link dei vari profili social. Più sconvolgente è il veder richiedere nelle varie chatt, materiale pedopornografico agli utenti, in cambio di denaro. Tutti si nascondono con un account fake non collegato a nessun numero di telefono, prerogativa che serve per l'iscrizione alla rete Telegram, e ciò avviene per mezzo di numeri telefonici “usa e getta” non rintracciabili.



SE SIETE GENITORI DI FIGLI MINORENNI... non dobbiamo aggiungere altro, il buon senso vi saprà guidare su ciò che è meglio fare con Telegram.

E Noi di NocPress a Voi giovani sentiamo di dirvi:

"E TU... GIOVANE, NON FARTI PRENDERE DALLA MASSA, NON ESSERE PARTECIPE DELLA MASSA CHE RIDUCE GLI ALTRI AD ESSERE OGGETTO DEL PIACERE ALTRUI. IN TE C'E' QUALCOSA DI PIU' PROFONDO, COMBATTI PER LA DIGNITA' DELLE PERSONE, PER IL VALORE DELLE PERSONE. COMBATTI PER LE TUE AMICHE, PER I TUOI AMICI, SE VIENI IN POSSESSO DI MATERIALE COMPROMETTENTE, SPEZZA LA CATENA. SII UOMO". 


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