Roma: Droga dall’Albania all’Italia
Operazione internazionale, 55 arresti, da migranti a corrieri della droga
Dalle prime luci dell’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, coadiuvati dai colleghi dell’Arma competenti per territorio, nelle province di Roma, Brescia, Modena, Macerata, Genova (Rapallo), Parma, Reggio Calabria (Cittanova) nonché all’estero in Germania (città di Kothen) ed in Albania (Valona) stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta della competente Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone il carcere per 55 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di appartenere a tre distinte associazioni, finalizzate al traffico illecito di sostanza stupefacente, di produzione traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, di falsità per induzione in errore del pubblico ufficiale.
L'attività all'estero è stata coordinata da Scip-Fast Italia (Fugitive active searching team) e eseguita dalla polizia tedesca, in Albania dal dipartimento polizia criminale e Interpol Tirana.
Il carcere è scattato per 52 uomini e 3 donne, di cui 27 cittadini albanesi, 23 nigeriani, 4 italiani e 1 gambiano.
Le indagini, svolte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Parioli, hanno consentito di accertare che la prima associazione di estrazione albanese importava ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo marijuana direttamente da Valona (Albania), poi smistata, grazie all’alleanza con le organizzazioni criminali di matrice nigeriana, in ambito nazionale ed europeo, con un sistema collaudato ed efficiente che si avvaleva di mezzi di trasporto quali treni e autobus.
I primi sospetti risalgono al 2018 quando ad ogni controllo alla stazione Tiburtina, a Roma, al capolinea dei pullman di solito i nigeriani fuggivano via con dei trolley.
All’interno, si è poi appurato, non c’erano vestiti, ma chili di droga, soprattutto marijuana.
Dopo un attento lavoro fatto di indagini, pedinamenti, intercettazioni telefoniche, si è giunti all’operazione messa in atto questa mattina.
I corrieri nigeriani, venivano reclutati negli Sprar (sistemi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e nei centri di accoglienza. Quasi sempre si trattava di giovani incensurati che godevano dello status di “rifugiato politico"
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