Palermo: arrestati prestanome del boss Calvaruso, la mafia investe nel centro storico [VIDEO] - NOC Press

Palermo: arrestati prestanome del boss Calvaruso, la mafia investe nel centro storico [VIDEO]





Il blitz di oggi è la prosecuzione dell’operazione “Brevis” quando Giuseppe Calvaruso, considerato il reggente del mandamento di Pagliarelli, è stato arrestato in aeroporto il giorno di Pasqua al suo rientro dal Brasile, per festeggiare la Pasqua con la sua famiglia.

Oggi sono scattate le manette per i titolari del ristorante Carlo V di piazza Bologni, Giuseppe e Benedetto Amato. L'accusa per loro è quella di essere prestanome del boss mafioso Calvaruso.

In effetti il boss puntava ad investimenti nel centro storico di Palermo.

"Quello che vogliamo fare insieme a te è creare veramente un impero - diceva Benedetto al boss e non sospettava di essere intercettato dai carabinieri del nucleo Investigativo - E poi consolidarlo, da campare di rendita". Calvaruso rispondeva: "Ci sono tutte le prerogative". I fratelli Amato sono finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di intestazione fittizia aggravata dal metodo mafioso.




L'ordinanza è stata eseguita dai carabinieri del comando provinciale su delega dalla Procura Distrettuale Antimafia. Ai due imprenditori sono stati concessi i domiciliari. 

E' scattato poi il sequestro preventivo del ristorante, ma anche di beni e conti bancari dello stesso Calvaruso e di altri indagati, ritenuti responsabili in concorso di "trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo e dalle modalità mafiose".

Secondo l'accusa dietro il Carlo V quindi ci sarebbe Calvaruso e i due imprenditori arrestati "si sarebbero intestati fittiziamente beni di lusso del boss, tra cui una Porsche Cayenne". 

Uno dei due è rientrato lunedì scorso dalla Spagna dove, a Lanzarote, nelle isole Canarie, voleva aprire un'attività commerciale. 
Secondo gli inquirenti:"Giuseppe Calvaruso  mostrando ancora una volta le sue abilità imprenditoriali e notevoli capacità relazionali, progettava insieme ai due arrestati di costruire un 'impero commerciale' che potesse garantire, nel futuro, ingenti entrate formalmente lecite".

Alcuni passi emersi dalla intercettazioni:

Giuseppe Amato si lanciava in grandi lodi per l'amico boss appena uscito dal carcere: "Tu hai avuto quello che hai avuto. Diciamo che tu sei mancato... le persone come te mancano Peppe. Le persone perbene come a te mancano, Capito?". 
Calvaruso era compiaciuto per tante lodi: "E lo so". 
Amato ribadiva: "Le persone come te mancano. A noi ci sei mancato... Io, mio fratello siamo sbandati...ora ci sei di nuovo... abbiamo bisogno... perché sei una persona educata... una persona di fondamentale...di etica, di certi principi... Questo è il discorso. E purtroppo... bisogna sempre migliorare nella vita. Gli amici ci vogliono, Peppe". Parole che valgono più di un trattato di sociologia criminale. 

Il boss Calvaruso, "una persona educata, di certi principi". Giuseppe Amato come il boss Calvaruso viaggiava molto: era rientrato a Palermo lunedì, da un viaggio d'affari a Lanzarote, nelle isole Canarie, dove voleva investire in un altro ristorante.

La Procura per descrivere il rapporto tra Giuseppe Amato e Calvaruso usa le parole "asservimento totale" del primo nei confronti del secondo. Dalle intercettazioni della prima tranche dell'operazione "Brevis" era saltato fuori anche un pranzo di Ferragosto (gratis) nel locale di Amato del boss Settimo Mineo e della compagna.

Sotto sequestro anche conti bancari riconducibili ai fratelli Amato "attraverso i quali Calvaruso era riuscito a ricevere somme di denaro per fare fronte alle spese legate alla prenotazione di viaggi, alberghi e cene".

Nel corso dell’operazione è stata sequestrata anche la ditta “Edil Professional”, azienda edile. Secondo l’ordinanza del gip, era fittiziamente intestata a due indagati fra cui Giovanni Caruso, anche lui arrestato la scorsa settimana, verso cui Giuseppe Calvaruso "aveva fatto convergere numerose commesse per la ristrutturazione di appartamenti e palazzi del capoluogo siciliano". 

I beni sequestrati ammontano complessivamente a 2.500.000 di euro circa.

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