Certificato EU CoVid-19: pass europeo approvato, si torna a viaggiare.
di Luigi de Capoa
Al via al tanto atteso “Certificato EU Covid-19”: il green pass europeo che consentirà di tornare a spostarsi con più libertà all’interno dei Paesi comunitari è stato approvato il 29 aprile.
Con la stagione estiva ormai alle porte, l’Europa non ha altro tempo da perdere se vuole mettere in moto il settore del turismo che, nell’ultimo anno, è stato messo in ginocchio dalla pandemia. Il Certificato Eu Covid-19 è un passaporto vaccinale? Innanzitutto è bene chiarire che il Certificato Eu Covod-19 non è un passaporto vaccinale, ma un documento che facilita il diritto alla mobilità.
Il certificato, che sarà rilasciato in formato digitale o cartaceo, attesta se una persona è stata vaccinata contro il Covid-19 o, in alternativa, se è guarita dall’infezione o se ha effettuato un recente test con risultato negativo. Un po’ come stabilito dal certificato verde adottato dall’Italia con il Decreto Riaperture. Stop a quarantene e test? Il certificato Eu Covid-19 UE non servirà come documento di viaggio, né diventerà una precondizione per esercitare il diritto alla libera circolazione. Offre ai titolari la possibilità di non essere soggetti a ulteriori restrizioni di viaggio all’arrivo nel Paese di destinazione. Niente quarantena, isolamento o altri test all’arrivo. Almeno in teoria, perché, su questo fronte, le regole sono tutte da scrivere e da concordare: bisogna infatti contrattare con i Paesi Ue, che al momento hanno adottato misure eterogenee. Senza contare che la sanità è e rimane di competenza nazionale. In Italia, ad esempio, come da ultima Ordinanza del Ministero della Salute, ora vige l’obbligo per chi entra nel Paese di sottoporsi a tampone e quarantena di almeno cinque giorni.
Validità e privacy Il pass europeo, stando a quanto richiesto dai deputati del Parlamento Ue, dovrebbe avere una validità di 12 mesi dall’emissione. E sarà certificato con firma elettronica, al fine di scongiurare frodi e contraffazioni. I dati personali ottenuti dai certificati Eu Covid-19, però, non potranno essere conservati dagli Stati membri di destinazione né si potrà costituire una banca dati centralizzata a livello europeo. Questo in rispetto della privacy e delle norme Eu sulla protezione dei dati personali.
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