"Il Presidente"... "E che te lo dico a fare"
E... che te lo dico a fare
Un sistema, a quanto pare, rodato, efficientemente funzionante, quello messo in opera da Leonardo Iaccarino, ormai ex Consigliere comunale e già ex Presidente del Consiglio comunale di Foggia. L’economato comunale come cassa personale ad uso prettamente privato, familistico e abbondantemente fruibile dalle sue due famiglie.
Nella 56 pagine dell’inchiesta del GIP della Procura di Foggia, dott. Antonio Sicuranza, si legge senza ombra di dubbio, sia l’accusa di un sistema che lo stesso GIP definisce coltivato con il sottobosco, riferendosi alle azioni di Iaccarino, sia l’ostentazione esagerata che Iaccarino fa del suo potere politico. Esibizioni molto discutibili che gli hanno anche costato la Presidenza per l’ormai famigerata “pistolettata” a salve di capodanno, quando sul balcone di casa sua con in pugno un’arma a salve esplose alcuni colpi, seguiti dal verso “Foggia, “nun è na barzellett”. "E...che dè... e che dè... e che dè".
Le intercettazioni non mentono e da esse si possono appurare aspetti che giustificano la detenzione in carcere di Leonardo Iaccarino, al contrario dell’altro Consigliere Capotosto ai domiciliari.
L’inchiesta sulle spese per Masseria Giardino, a quanto pare, hanno messo in luce un sistema del “fai da te” con soldi pubblici, un modus operandi che Iaccarino adoperava nel quotidiano. Non solo favori, promesse, elargizioni, anche spese pazze private.
Nelle intercettazioni si evidenzia l’ostentazione del suo potere da Presidente del Consiglio comunale di Foggia. Spende e spande con soldi pubblici, tra l’altro a firma del Dirigente comunale Manca Michele, Antonio Sebastiano, dell’Economato, irriso più volte, con i suoi colleghi d’ufficio, come “pisciaturo”, poiché lo stesso Iaccarino si autorizza da solo le spese a capo della Presidenza del Consiglio comunale.
Dalle meticolose indagini e accurate analisi del GIP, Iaccarino non può essere destinato alla misura cautelare dei domiciliari perché il suo modus operandi è tale da inficiare il lavoro svolto dagli inquirenti. Il carcere è l’unico fermo per impedirgli di coltivare rapporti al di fuori delle prassi consone alla carica, sia di quella ricoperta prima da Presidente, sia da Consigliere rafforzata dalla precedente.
Nelle pagine del GIP, difatti, è scritto “il carcere è l’unica misura cautelare che può fermarlo”, per impedirgli “di continuare a coltivare quei rapporti con un sottobosco al quale appare sconosciuto il rispetto non solo della legalità ma anche di quel minimo di decoro e di reputazione personale”.
Spende e spande per se, per sua moglie o ex che sia anche se convivente, per la sua amante, per sua sorella, suo figlio, familiari vari e per amici e colleghi dei Vigili del Fuoco. Iaccarino è un Vigile del Fuoco del Comando Prov. le di Foggia e la sua condotta probabilmente sarà al vaglio del Ministero dell’Interno cui dipende il corpo dei meglio conosciuti Pompieri.
Iaccarino non ha freni purché siano soldi del Comune di Foggia. Si definisce “affarista”, ostentando il suo potere con i colleghi e presentandosi più volte in alcuni esercizi commerciali a bordo dei mezzi pesanti dei Vigili del Fuoco, come per evidenziare la sua potenza e comando. Un modus affaristico con soldi pubblici per acquisti privati compiuti in altri esercizi commerciali, come dal vivaio Ricciotti per decorazioni e suppellettili natalizie per una spesa complessiva di € 850,00, alla farmacia Tartaglia per l’acquisto di due termoscanner e due confezioni di gel igienizzante per lui e familiari, per una spesa complessiva di € 200,00, talvolta istigato insistentemente dalla ex moglie, dall’amante, dalla sorella. Un modus non solo operandi considerando che Iaccarino si vanta della sua potenza, e perciò utilizzo della cassa comunale come personale conto corrente per uso privato, derivante dapprima come Presidente del Consiglio comunale, poi come Consigliere ma ex Presidente.
“Marianna, mo tengo la possibilità di rubarmi 600 euro dal Comune e mo mi devi rompere i co… C’è la gente che va a comprarli e io li vado a rubare”. È una delle tante intercettazioni ambientali che gli inquirenti hanno svolto in circa due anni di indagini. Controlli lontani che delineano come la Procura di Foggia aveva in pugno gli attori di una delle più infamanti sceneggiate verso i cittadini, gli stessi che con il voto avevano dato fiducia a chi li doveva rappresentare e tutelare, anziché frodare appropriandosi dei soldi versati con le tasse cittadine.
Iaccarino è vorace e non pensa a nasconderla, anzi la sbandiera a volte sbeffeggiando chi gli vendeva per lui ciò che acquistava con soldi comunali. “Giuseppe io me ne vado”, Iaccarino al commesso della Buffetti di Foggia, il quale risponde “Posso segnare…” “Devi” replica Iccarino.
Un’ intercettazione che mette in luce un aspetto di complicità , seppur da verificare se correa o no, con uno dei colleghi Vigili del Fuoco che in quell’occasione prelevò dal negozio otto penne e due power bank. Da Buffetti, poi, Iaccarino ritorna in occasione del capodanno 2020 per comperare un mazzo di carte da gioco chic per la canasta, spendendo ben 105 euro.
La fame di potere non si placa, anzi aumenta quando sono i familiari a chiedere compere. “Ho sbagliato perché potevo prendere la tavoletta grafica per A….. (riferendosi alla figlia..) a Natale”. “Abbiamo fatto come il ca..o”. Una delle tante intercettazioni tra Iaccarino e l’amante avvenuta fuori il negozio di Euronics dopo aver già speso 525 euro e poi aver comperato stampante, cartucce toner, due mouse, casse acustiche, mousepad.
“Io sono un affarista nato, io vivo di affari, a me le chiacchierate a perdere tempo mi scocciano… me ne vado da un’altra parte…”, sono le dichiarazioni intercettate che Iaccarino rivolge a due suoi colleghi pompieri, esibendo, tra l’altro, tutta la sua potenza recandosi in più negozi con i mezzi pesanti dei Vigili del Fuoco, come a dire che lui decide e dispone anche di ciò che è dello Stato, del suo stesso posto di lavoro.
Una divisa vista da tutti come salvatori e che oggi è macchiata da onnipotenza di un uomo che si diverte finanche a render ridicoli scranni politici di assoluta responsabilità . “Con me ci si diverte… ci si sfuma… ci si colora… ma voi lo sapete che io quando mi siedo là .. poi vi farò solo divertire… e dove andiamo non si deve pagare niente…”, affermazione dell’ormai plurinominato Iaccarino verso due colleghi e sempre davanti il negozio Buffetti, dove pare aveva un contro aperto a nome del Comune.
Un conto sempre più alto da spese che man mano prosciugavano le casse comunali, spese che poteva ben fare con il suo stipendio, come del resto fanno tutti i cittadini. “A quanto stiamo? Aspetta ancora un poco”, Iccarino al commesso della Buffetti dopo aver speso 543 euro. Negozio visitato a settembre 2020 spendendo 855 euro per uno zaino, righelli, squadre, penne, raccoglitori e tutto per la scuola, da poco riaperta. A novembre dello stesso anno ci ritorna spendendo 315 auro per accessori per smartphone e zaini scolastici. Ma ci ritornerà .
La scuola è una delle “cause” delle sue spese. Forse perché deve mantenere due famiglie e più figli, con la ex moglie e l’amante? Può essere, ma non è la scusante per appropriarsi di soldi pubblici, dall’Economato e perlopiù ridicolizzando lo stesso dirigente. “Oh amore lo sai quanto ha fatto uscire Patierno?” “Settecento euro di libri, che mariulazz. Dieci-undici libri abbiamo preso”. “Si è preso un bel po’, l’anno scorso quanti ne abbiamo presi?”, Iaccarino all’amante, che replica “Va bè c’era pure lo zaino”.
E ancora, ma non l’ultima intercettazione fatta all’interno della libreria Patierno che chiede come regolare i conti delle spese pazze: “La solita cosa che mi fai firmare tu…”. “Te la vedi con Michele e gli dici è passato il presidente’, grazie”.
Come non bastasse, se non è la scuola a svuotare le casse dell’Economato è l’ingordigia di chi dei soldi lavorati, sudati, guadagnati, non ne comprende il valore, poiché Iaccarino da Patierno ha anche acquistato, sempre con soldi non suoi ma comunali, dei cittadini, l’intera collezione di libri della saga di Harry Potter.
Questa è la cronaca, di uno stralcio delle 56 pagine dell’indagine in corso. Il Procuratore della Procura della Repubblica di Foggia, dott. Ludovico Vaccaro, invita a chi sa di parlare, di far luce su un sistema che avrà un seguito sicuramente a largo raggio. E gli arresti precedenti, le testimonianze raccolte, un Prefetto che ogni giorno deve ben controllare aziende e suoi rapporti affaristici, sono una parte della lunga indagine che la Commissione Antimafia sta svolgendo controllando faldoni di documenti comunali, che potrebbero portare al commissariamento del Comune di Foggia.
Con ciò qui non si giudica, si racconta ma è ben ricordare che “il carcere è l’unica misura cautelare che può fermarlo”, per impedirgli “di continuare a coltivare quei rapporti con un sottobosco al quale appare sconosciuto il rispetto non solo della legalità ma anche di quel minimo di decoro e di reputazione personale”, come ha scritto il GIP, dott. Antonio Sicuranza.
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