Blitz dei carabinieri in un centro disabili: maltrattati i minori - NOC Press

Blitz dei carabinieri in un centro disabili: maltrattati i minori






A seguito di una denuncia presentata dai genitori di un minorenne disabile insospettiti dal mutamento di atteggiamento del proprio figlio che era stato affidato alla struttura socio – sanitaria, sono partite agli inizi del mese di marzo 2021 le indagini a cura della Stazione Carabinieri di Azzate,

Oggi, 12 luglio, è scattato il blitz dei carabinieri nel centro disabili.

I carabinieri della Compagnia di Varese hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Varese, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, nei confronti di 7 persone, tutte alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese, tutti educatori presso un centro diurno di una locale cooperativa sociale, ritenuti gravemente indiziati, in concorso fra loro, del reato di maltrattamenti aggravati e continuati e, solo per quattro di loro, anche del reato di abbandono di persone minori o incapaci e lesioni personali colpose.

I carabinieri hanno documentato prove di atteggiamenti che ritengono costituire veri e propri maltrattamenti ai danni di ospiti minori disabili. Secondo quanto riporta l’Arma gli educatori avrebbero “abitualmente maltrattato diversi ospiti minori disabili agli stessi affidati per ragioni di cura, sottoponendoli a quotidiane vessazioni e violenze, consistenti in ripetute offese verbali, strattonamenti, minacce e percosse, nonché omesso i doverosi controlli, non impedendo che le persone offese ponessero in essere atti autolesivi”. 

Secondo quanto raccolto dalle investigazioni tecniche con microcamere, gli educatori avrebbero «abbandonato i minori disabili agli stessi affidati per ragioni di cura, necessitanti di vigilanza continua a causa delle patologie da cui sono affetti (in particolare crisi, atti auto lesivi e crisi epilettiche), lasciandoli da soli in stanza, così da porre in pericolo l’integrità psicofisica dei medesimi». In alcuni casi gli operatori pur presenti non sarebbero intervenuti per interrompere crisi o gesti autolesivi legati alle patologie sofferte dai minori che si sono procurati così «lesioni, abrasioni e ferite»

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