Frode fiscale tramite società "apri e chiudi": 3 arresti e sequestro preventivo di beni per 30 milioni di euro - NOC Press

Frode fiscale tramite società "apri e chiudi": 3 arresti e sequestro preventivo di beni per 30 milioni di euro





I finanzieri del Comando Provinciale di Vercelli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e di sequestro preventivo delle somme di denaro nella disponibilità degli indagati e per equivalente sui beni e sugli immobili nella loro disponibilità, emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Vercelli, dott.ssa Valeria Rey, nei confronti di venti soggetti iscritti nel registro degli indagati, per i reati di associazione per delinquere dedita alla commissione di reati fiscali, i quali, a diversi livelli, attraverso oltre cinquanta società con sedi nelle province di Vercelli, Biella e Novara, ma operanti su tutto il territorio nazionale, hanno evaso complessivamente circa 30 milioni di euro.

L’operazione, denominata “Karma”, diretta dalla Procura della Repubblica di Vercelli nella persona del P.M. Dott.ssa Rosamaria Iera e condotta dai finanzieri del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Vercelli, ha permesso di ricostruire un articolato sistema di frode attuato con il ricorso ad indebite compensazioni di crediti inesistenti e la costituzione di circa 50 società “apri e chiudi”, mediante le quali venivano sistematicamente evase le imposte e i contributi previdenziali e assistenziali, realizzando un vero e proprio modello evasivo a discapito dei lavoratori appartenenti alla filiera della logistica, permettendo al sodalizio criminale di stipulare vantaggiosi appalti con importanti piattaforme logistiche italiane e internazionali, sollevandole da qualsiasi forma di responsabilità solidale mediante l’esibizione di modelli F24 e DURC artefatti, attestanti la regolarità fiscale e contributiva.

Mediante l’approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette, le indagini finanziarie e le intercettazioni, è stato accertato che gli illeciti profitti venivano convogliati su società di consulenza, costituenti meri schermi interposti riconducibili all’associazione, per poi confluire nella sfera economica dei principali artefici del disegno criminoso, anche attraverso società all’estero. In particolare, il dominus dell’associazione, per timore di dover affrontare le conseguenze dell’attività illecita, stava progettando di costituire una società in Montenegro al fine di stabilirvi la residenza fiscale.

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