L’ex brigatista Maurizio Di Marzio arrestato a Parigi - NOC Press

L’ex brigatista Maurizio Di Marzio arrestato a Parigi

Una foto segnaletica d'archivio dell'ex Br Maurizio Di Marzio





La polizia francese ha arrestato a Parigi Maurizio Di Marzio, ex membro delle Brigate Rosse e anche l’ultimo ex terrorista per cui l’Italia aveva chiesto l’estradizione.

Di Marzio, era sfuggito all'operazione "Ombre rosse " della Polizia italiana d'intesa con quella francese, alla fine di aprile. In manette erano finiti Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti ex delle Brigate Rosse, Giorgio Pietrostefani ex di Lotta Continua e Narciso Manenti ex dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. Oltre a Di Marzio si erano dati alla fuga, Luigi Bergamin e Raffaele Ventura che poi si sono costituiti. Per Bergamin, pena estinta per prescrizione.

Il provvedimento depositato l'8 luglio dalla Corte d'Assise di Roma, spiegano fonti di via Arenula, ha stabilito infatti che non è ancora prescritta la pena per Di Marzio: deve scontare un residuo di pena per i reati di banda armata, associazione sovversiva, sequestro di persona, rapina. Arrestato una prima volta, sempre a Parigi, nel 1994, su richiesta dell'Italia, Di Marzio non fu mai estradato nonostante il parere favorevole della Corte d'appello di Parigi perché il decreto non fu firmato dal Governo.

La convalida dell'arresto dell'ex Br Maurizio Di Marzio, avvenuto questa mattina a Parigi, è prevista per domattina e mercoledì si terrà la prima udienza di comparizione davanti alla Corte di Appello di Parigi. 

Negli archivi di polizia, il nome di Di Marzio è legato all'attentato al dirigente dell'ufficio provinciale del collocamento di Roma Enzo Retrosi, nel 1981, e soprattutto al tentato sequestro del vicecapo della Digos della capitale Nicola Simone il giorno della Befana del 1982. "Un brigatista travestito da postino, con divisa e blocchetto delle ricevute in mano, bussò verso le 15 - scriveva il quotidiano L'Unità una settimana dopo -. Simone guardò prima attraverso lo spioncino poi aprì, ma in pugno aveva la sua 38 special perché non si fidava. Secondo la prima ricostruzione il terrorista avrebbe sparato contro il funzionario di polizia, il quale avrebbe avuto la forza di reagire esplodendo a sua volta due colpi. Stando alla nuova versione, invece, altri componenti del commando Br erano appostati sul pianerottolo e avrebbero cercato di aggredire Simone per immobilizzarlo e rapinarlo. Allora il vicecapo della Digos avrebbe aperto il fuoco per primo, ferendo con due colpi uno dei terroristi e poi sarebbe caduto a terra ferito a sua volta da tre proiettili al volto".

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