‘Ndrangheta negli appalti della sanità di Reggio Calabria: ai domiciliari consigliere regionale - NOC Press

‘Ndrangheta negli appalti della sanità di Reggio Calabria: ai domiciliari consigliere regionale






I Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O., sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica – D.D.A., diretta dal Procuratore Capo Dr. Giovanni Bombardieri, hanno con il supporto operativo dei Reparti del Corpo dei Comandi Provinciali di Milano, Verona, Livorno e Roma, eseguito una Ordinanza di applicazione di misura cautelare emesse dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria – Dr.ssa Caterina Catalano – su richiesta del Procuratore Aggiunto Dr. Gerardo Dominijanni e dei Sostituti Procuratori Dr. Walter Ignazitto, Dott.ssa Marika Mastrapasqua e Dott.ssa Giulia Maria Scavello - con la quale sono stati disposti provvedimenti cautelari personali, nei confronti di 17 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere - aggravata dall’agevolazione mafiosa - finalizzata alla turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, frode nelle pubbliche forniture, estorsione, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

Inoltre, è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza - emesso dalla Procura Distrettuale - dell’intero patrimonio aziendale di n. 5 persone giuridiche, per un valore stimato di oltre 12 milioni di euro.

L’operazione - denominata “Inter Nos” - costituisce l’epilogo delle complesse indagini condotte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e dal S.C.I.C.O., con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, a contrasto dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia legale.

L’attività investigativa svolta ha permesso di accertare che i servizi di pulizia e sanificazione delle strutture amministrative e sanitarie ricadenti nella competenza territoriale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria sono stati affidati ad individuate società, i cui membri, risultati essere “legati” a varie consorterie criminali operanti nel territorio della Provincia di Reggio Calabria  mediante un distorto utilizzo del sistema della proroga del rapporto contrattuale, in assenza di alcuna procedura di evidenza pubblica,  riuscendo per anni a proseguire artificiosamente il rapporto con l’ente appaltante.

Tra gli arrestati, infatti, ci sono soggetti  ritenuti vicini alle cosche Serraino di Reggio Calabria, Iamonte di Melito Porto Salvo e Floccari di Locri.

Dopo innumerevoli proroghe illegittimamente concesse, viene indetta una gara per l’affidamento del medesimo servizio che verrà aggiudicata, grazie ad un collaudato sistema di corruttela, alle stesse società, nel frattempo riunitesi in A.T.I..

Per come emerso, il sodalizio investigato, al fine di poter fornire lecita giustificazione agli ammanchi di denaro dalle casse sociali connesse alle indebite elargizioni, era solito fare ricorso a false fatturazioni emesse da imprese compiacenti, con le quali erano sono in essere, altresì, leciti rapporti commerciali.

Nel corso delle investigazioni, inoltre, sono emersi specifici episodi di corruzione che hanno coinvolto anche il Direttore della Struttura Complessa Gestione Risorse Economico Finanziarie dell’A.S.P. di Reggio Calabria, in capo al quale sono state accertate indebite dazioni di denaro e altre utilità (un costoso Smartphone) da parte di taluni degli imprenditori investigati, in rapporti di reciproci vantaggi, concretizzatisi per questi ultimi in una “corsia preferenziale” per il pagamento delle prestazioni rese.

Il rapporto del citato Direttore con gli indagati era diventato così stretto che gli stessi si sono attivati al fine di consentire a questi di ottenere una proroga nell’incarico di prossima scadenza, il tutto attraverso l’intermediazione di un consigliere della Regione Calabria, Nicola Paris, (raggiunto da misura cautelare degli arresti domiciliari) - la cui campagna elettorale era stata, tra l’altro, sostenuta da alcuni degli indagati medesimi.

L’attività svolta ha altresì permesso di rilevare come le componenti l’ATI abbiano svolto con modalità difformi da quelle previste i servizi straordinari di sanificazione e disinfestazione - affidati dall’ASP a seguito del diffondersi dell’epidemia da nuovo coronavirus - da effettuarsi presso i diversi presidi ospedalieri della Provincia di Reggio Calabria.

Ancora, è stato accertato che gli indagati, in piena crisi pandemica, si appropriavano indebitamente dei dispositivi di protezione individuale anti-COVID19, sottraendoli finanche al personale sanitario impegnato in occasione dell’emergenza nonché si sottoponevano indebitamente alla relativa vaccinazione (prevista, all’epoca dei fatti, solo per individuate categorie).

Da ultimo, sono state acclarate condotte estorsive poste in essere da alcuni indagati, i quali pretendevano da individuati dipendenti la restituzione di una quota parte mensile dello stipendio da questi percepito (pari a circa 250 euro, ogni mese).

Custodia cautelare in carcere

Chilà Domenico
Chilà Antonino
Lauro Giovanni
D’Andrea Antonino
Macheda Francesco
Calabrò Nicola
Corea Giuseppe
Costarella Massimo
D’Andrea Mario Carmelo

Custodia cautelare ai domiciliari:

Ambrogio Filomena
Zaccuri Angelo
Delfino Lorenzo
Piccolo Sergio
Valente Gianluca
Idà Salvatore
Paris Nicola.

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