Foggia. Mons. Giorgio Ferretti riceve il Pallio. «Il mio carico è leggero perché lo portiamo assieme» [VIDEO] - NOC Press

Foggia. Mons. Giorgio Ferretti riceve il Pallio. «Il mio carico è leggero perché lo portiamo assieme» [VIDEO]

S.E. Mons. Giorgio Ferretti con il Pallio

Il Pallio come simbolo della giurisdizione in comunione con la Santa Sede. È quello che ieri, 23 ottobre 2024, nella Cattedrale di Foggia, in onore alla Patrona-protettrice la Madonna dei Sette Veli, l’Iconavetere, ha ricevuto il nuovo arcivescovo metropolita S. E. Mons. Giorgio Ferretti, che nel novembre 2023 Papa Francesco ha chiamato dal Mozambico, dove era sacerdote e missionario, a guida dal marzo 2024 della comunità cattolica cristiana di Foggia-Bovino.

«Io non mi sono mai sentito solo da quando sono arrivato. Ho sentito tanta gente che è stata con me. Foggia è una chiesa bella. Bella come l'abbiamo visto al funerale dei tre giovani morti all'incidente a Potenza (il riferimento è ai tre giovani Ultras, ndr.). Bella perchè si sa unire nelle gioie e nei dolori, e sa collaborare. Questo Pallio è il simbolo dei tanti che dobbiamo occuparci di loro, che portiamo sulle nostre spalle, e lo faremo assieme. Sono molto contento. E ringrazio il Signore», ha più volte rimarcato Mons. Ferretti.

Una funzione in pompa magna, degna del momento, con tutte le autorità civili, militari e soprattutto religiose, accompagnata dai canti della Cappella Musicale Iconavetere, coro metropolita con bolla arcivescovile, diretta dal M° Agostino Pio Ruscillo e all’organo il M° Angelo Ceddia. 




Un giorno non caso quello di ieri, in quanto l’arcidiocesi di Foggia-Bovino celebra la solennità della dedicazione della basilica Cattedrale. E per l’occasione il Pallio è stato consegnato dal Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Petar Rajič, a nome di Papa Francesco. Tra le figure ecclesiastiche presenti alla celebrazione c’erano due arcivescovi emeriti dell’Arcidiocesi Foggia-Bovino, Mons. Domenico Umberto D'Ambrosio, a Foggia dal 27 maggio 1999 all'8 marzo 2003, e Mons. Francesco Pio Tamburrino, dell'Ordine di San Benedetto, nel capoluogo dauno dal 2 agosto 2003 all'11 ottobre 2014.

Il messaggio pastorale di Mons. Giorgio Ferretti

«Il mio giogo è dolce, il mio carico è leggero. Così dice il Signore e così io sperimento da quando Papa Francesco mi ha nominato arcivescovo metropolita di Foggia-Bovino - prosegue mons. Ferretti -. Il carico è leggero perché lo portiamo assieme, da soli non si va lontano. lo abbiamo visto nei giorni scorsi col dramma della morte di quei giovani. Insieme uniti abbiamo dato risposta alla morte. Il Pallio è una insegna liturgica di piccole dimensioni ma, per noi qui riuniti oggi, ha un grande significato. Rappresenta innanzitutto unità con il Santo Padre, il papa Francesco, a cui va il nostro pensiero; a Lui e al Suo servizio di unità della Chiesa, l’arcidiocesi di Foggia-Bovino e la provincia ecclesiastica di Capitanata, assicurano preghiera e gratitudine, unite a comunione e fedeltà. Vorremmo che questi sentimenti raggiungessero il Santo Padre attraverso il Signor Nunzio Apostolico, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Petar Rajič, che ringraziamo di cuore per la sua preziosa visita e speriamo che abbia gradito la nostra ospitalità. Nei miei anni in Mozambico, la nunziatura, per me, è sempre stata una casa paterna e un porto sicuro. Your Excellency, please, feel at home! “Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11,25-30). Così dice il Signore e così io sperimento da quando Papa Francesco mi ha nominato arcivescovo metropolita di Foggia - Bovino. Il giogo è dolce perché l’obbedienza dà pace. La gioia è nell’obbedienza al Vangelo, alla Chiesa e al popolo di Dio. Il giogo dolce è lavorare in allegria e senza curarsi troppo della stanchezza, perché la gioia è nel dare più che nel ricevere. Il carico è leggero perché lo portiamo assieme. Da soli non si va lontano. Da soli non si possono portare le ansie, i problemi, i drammi, le speranza di una terra e della sua gente. In questi mesi non solo non mi sono mai sentito solo, ma ho sempre avuto la compagnia, il consiglio, la collaborazione di tanti, di tutti voi. Oggi questo pallio non mi pesa perché lo porteremo insieme. Grazie a tutti! Ringrazio i vescovi convenuti, in particolare quelli della provincia ecclesiastica. Un saluto grato va agli arcivescovi emeriti; perché qualcuno ha seminato dove noi raccogliamo: mai dobbiamo dimenticarlo! Un saluto affettuoso ai sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, le catechiste e i catechisti, la Caritas, le associazioni. Siamo tanti, ci vogliamo bene e tanto bene possiamo fare in questa terra. Crediamo nella speranza che non delude: Cristo è la nostra speranza! Egli è il buon pastore che porta sulle sue spalle tutti noi. Quanti hanno bisogno di essere portati sulle spalle da pastori buoni che diffondono attorno il profumo del vangelo e della misericordia! Nei prossimi giorni verranno diffusi gli “orientamenti pastorali” che ho pensato in modo sinodale per la nostra arcidiocesi: leggeteli e poi li rifletteremo insieme. Fratelli, sorelle, un grande cammino di fraternità, lavoro, speranza, compassione e misericordia ci sta di fronte. Insieme, se Dio vorrà, faremo molto. Per tutto questo rendiamo grazie a Dio! Nei prossimi giorni verranno diffusi gli 'orientamenti pastorali' che ho pensato in modo sinodale per la nostra arcidiocesi: leggeteli e poi li rifletteremo insieme. Fratelli, sorelle, un grande cammino di fraternità, lavoro, speranza, compassione e misericordia ci sta di fronte. Insieme, se Dio vorrà, faremo molto. Per tutto questo rendiamo grazie a Dio». 

 



Il Pallio degli Arcivescovi Metropoliti, nella sua forma attuale, è una stretta fascia di stoffa, di circa cinque centimetri, tessuta in lana bianca, incurvata al centro così da poterlo appoggiare alle spalle sopra la pianeta o casula e con due lembi neri pendenti davanti e dietro, così che – vista sia davanti che dietro – il paramento ricordi la lettera “Y”. È decorato con sei croci nere di seta, una su ogni coda e quattro sull’incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille dorate o argentate. La lana per la confezione dei pallii proviene da agnelli allevati dalle religiose del convento romano di san Lorenzo in Panisperna e offerti ogni anno al Pontefice dai Canonici regolari Lateranensi in occasione della memoria liturgica di sant’Agnese, il 21 gennaio. 

 



L’imposizione del Pallio da Mons. Petar Rajič, dal Nunzio Apostolico in Italia

«Nel nome del Romano Pontefice e della santa Romana Chiesa, a onore della sede di Foggia-Bovino a te affidata, in segno della potestà di Metropolita, ti consegniamo il Pallio. Sia per te simbolo di unità e segno di comunione con la Sede Apostolica; sia vincolo di carità e stimolo di fortezza, affinché nel giorno della venuta e della rivelazione del grande Dio e del principe dei pastori Gesù Cristo, possa ottenere, con il gregge a te affidato, la veste dell’immortalità e della gloria. Papa Francesco invia la sua benedizione apostolica a tutti voi quale segno della sua paterna sollecitudine per il popolo di Dio che vive in questa cara Arcidiocesi", le parole del Nunzio Apostolico durante l'omelia. A nome del Santo Padre ho imposto sulle spalle del vostro arcivescovo il Pallio. Tra tutti i riti e i segni che hanno accompagnato il momento, il più importante è la professione di fede di mons. Ferretti. Rinnovando davanti a voi suo popolo i motivi del suo credere, il vostro Arcivescovo ha ribadito che la fede della Chiesa è la base della sua vita e del suo ministero di pastore", prosegue il Nunzio, che spiega: "Ogni Vescovo svolge il proprio ministero in comunione col Successore di Pietro e i Vescovi della Chiesa universale, successori degli Apostoli dai quali abbiamo ricevuto la fede. Generazioni di Santi, non solo in questa terra pugliese ma in tutto il mondo, hanno tramandato la fede fino ad oggi. Guardando con ammirazione il loro esempio e testimonianza, tocca ora a noi, uomini e donne del XXI secolo, assumerci questa significativa missione affinché il mondo odierno possa credere in Gesù Cristo e nel Vangelo dell'amore».

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