Le province del vivere bene italiano - NOC Press

Le province del vivere bene italiano





Un anno di raccolta dati, in ogni settore, per stillare la classifica attesa dalle province italiane, quella della miglior provincia e città dove si vive bene. A render pubblici i dati, al FINEC 2024 - Festival Nazionale dell’Economia Civile-, svolto a Firenze dal 3 al 6 ottobre 2024, è il rapporto della ricerca svolta da NeXt Economia, assieme a Federcasse e Avvenire, con il finanziamento di Fondosviluppo.

La classifica, per la prima volta in sei anni, vede la provincia di Bolzano in nona posizione, scalzata da quella di Pordenone, prima. Seconda a terza nella classifica compaiono rispettivamente Siena e Milano.


Gli indicatori principi per la classifica sono Legalità e Sicurezza, Demografia e Famiglia, Ambiente Cultura e Turismo, Economia e Inclusione. Un dato balza agli occhi sulla terza classificata, Milano, che pur essendo la città dove la sicurezza lascia a desiderare, anzi dai dati governativi risulta la città con l’indice più alto di crimini commessi, in base agli altri raccolti pareggerebbe i conti per in ben-vivere. Ciò è dovuto al “Rapporto” delle province italiane 2024 che propone, in continuità con le edizioni precedenti, una lettura dinamica dei livelli di ben-vivere e di generatività su base provinciale.

Nelle prime dieci posizioni della classifica ci sono quattro nuovi ingressi: Trieste – quarta (+19), Rimini – settima (+23), Udine – ottava (+11), Parma – nona (+2). Ad uscirne, invece, sono le province di Bologna (-3), Prato (-8), Gorizia (-3) e Ancona (-11). A completare la top 10, Firenze (stabile al quinto posto) e Trento (+1). Le province top 2024, che guadagnano più di quindici posizioni, sono: Isernia (+37), Novara (+28), Venezia (+26), Benevento (+24), Ferrara (+24), Rimini (+23), Belluno (+22), Trieste (+19), Vercelli (+18) e Tera­mo (+15).
 
Sempre nel “Rapporto” si legge che: “…rappresenta un passo in avanti importante verso la ricomposizione di misure macro e micro, verso la costruzione e la scoperta di un unico DNA generativo delle comunità. In particolare, il volume è articolato in cinque capitoli…”, ponendo in essere “l’analisi delle differenze territoriali fra Centro-Nord e Sud e fra comuni capoluogo di provincia o di regione (centrali) e comuni non capoluogo (periferici) in termini di capitale istituzionale (fiducia nelle istituzioni, opportunità d’istruzione, welfare come fattore di pigrizia o di indebolimento della prossimità), capitale sociale (persone su cui contare, fiducia negli altri, propensione ad aiutare gli altri), responsabilità dei cittadini (nella riduzione delle diseguaglianze e nella riduzione dei cambiamenti climatici), livello di partecipazione (indicatore composito di partecipazione politica, culturale, sociale e religiosa) e soddisfazione di vita, indagando l’impatto della generatività sulle stesse…”.



Nico Baratta @NOCPress All Rights Reserved.
 
 
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