Invasione turistica a Roccaraso: un boom senza precedenti porta caos e disagi
Roccaraso, una delle mete più gettonate per gli amanti degli sport invernali, ha vissuto un episodio straordinario che ha messo a dura prova le sue strutture e i suoi servizi. Il 26 gennaio 2025, la cittadina abruzzese ha accolto un'invasione di oltre 20.000 turisti, molti dei quali attratti da offerte promosse su TikTok. Questo afflusso massiccio, senza precedenti, ha generato una serie di disagi che hanno reso difficile la gestione della viabilità , dei servizi pubblici e della sicurezza.
La situazione si è subito complicata con il traffico congestionato, causato dalla presenza di circa 220 autobus turistici, che ha paralizzato la Statale 17 per ore, creando disagi non solo ai turisti ma anche ai residenti. La circolazione è rimasta bloccata fino alle 18:30, in un contesto dove la gestione dell'emergenza è stata particolarmente difficile, anche a causa della scarsità di mezzi e risorse.
I servizi locali sono stati messi sotto pressione: dalla gestione dei rifiuti alla sicurezza, fino alla disponibilità delle strutture ricettive. Le autorità locali hanno cercato di far fronte alla situazione con misure straordinarie, tra cui l'adozione di ordinanze per limitare l'afflusso degli autobus turistici e garantire una maggiore sicurezza.
Il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, ha sottolineato l’urgenza di regolamentare il flusso turistico per evitare il ripetersi di situazioni simili. Il turismo di massa, alimentato anche dalle piattaforme social, si è rivelato una sfida difficile da gestire per una località di medie dimensioni come Roccaraso, che non era preparata a gestire un afflusso così imponente.
Questa "invasione" turistica, seppur simbolo di una crescita dell'interesse verso il territorio, solleva interrogativi sulla sostenibilità del turismo e sull’importanza di strategie che bilancino l'accoglienza con la tutela dell'ambiente e dei servizi locali. È necessario ripensare al modello di sviluppo turistico, per fare in modo che non si trasformi in un elemento di disturbo e non danneggi l’immagine e la qualità della vita delle comunità locali.
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