Matteo, l'ultras foggiano, ritorna a casa. L'onda rossonera lo accoglie
Un ritorno che emoziona: Matteo Masullo, il tifoso sopravvissuto alla tragedia di Potenza, accolto da un'onda di affetto
Il 28 gennaio 2025 è una data che Matteo Masullo, 21 anni, non dimenticherà mai. Questa sera, davanti alla sede della squadra, ha ricevuto l'abbraccio caloroso di centinaia di tifosi rossoneri che lo hanno atteso con ansia e commozione. Il ragazzo, noto ultrà del Foggia, è tornato a casa dopo aver affrontato un lungo e doloroso percorso di recupero, segnato dalla tragedia che ha colpito la sua vita e quella di tanti altri.
Sono passati ormai 108 giorni da quel maledetto 13 ottobre, giorno in cui un incidente stradale a Potenza ha tolto la vita a quattro giovanissimi tifosi del gruppo 'Ultras 1980'. Un trauma che ha segnato non solo le famiglie delle vittime, ma tutta la comunità rossonera e la città di Foggia. Samuel Del Grande, Michele Biccari, Gaetano Gentile e Samuele Bruno sono diventati simboli di una tragedia che ha lasciato un segno profondo. Matteo è l'unico a essere sopravvissuto a quell'incidente, ma il suo ritorno non è solo un atto di forza fisica: è la testimonianza di una resilienza incredibile, un segno di speranza che non smette mai di lottare.
Quando Matteo è uscito dall'ospedale San Carlo di Potenza, dove aveva trascorso settimane difficili, la sua comunità lo ha accolto con un'emozione che è difficile da descrivere. Tifosi, amici, conoscenti e semplici appassionati hanno voluto essere lì, in via della Repubblica, per dimostrargli quanto sia importante per loro. Il suo ritorno a casa è stato un momento di celebrazione, ma anche di dolore condiviso. Il grido "Bentornato Matteo, la gente come noi non molla mai" è risuonato forte, accompagnato da cori, fumogeni, applausi e striscioni che non solo hanno colorato la piazza, ma hanno reso tangibile l’amore e il sostegno di una città intera.
Ognuno dei presenti era lì per ricordare le vite spezzate quella sera, ma anche per fare sentire a Matteo che, pur nella sofferenza, non è mai stato solo. La sua forza è diventata il simbolo di una comunità che, come lui, ha scelto di non arrendersi.
Matteo, guardando il mare di tifosi che lo ha accolto, ha vissuto un'emozione che va oltre le parole. Un incontro che non era solo fisico, ma spirituale, dove ogni gesto, ogni applauso, ogni lacrima versata era un modo per stringersi vicini e dirsi, senza parole: "Non vi dimentichiamo. Non molliamo mai."
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