Al “Curi” la cura non va. Foggia umiliato con tre “supposte”
Esce umiliato dal “Renato Curi” di Perugia un Foggia inesistente. Con tre reti a zero il Perugia s’impone sui rossoneri. Christian Kouan nel primo tempo sigla il doppio vantaggio, rispettivamente al 14’ e 27’. L’umiliazione arriva al 94’, in pieno recupero, con la rete di Luca Vido.
Tre “supposte” di una cura al “Curi” che ha, per chi non ancora lo avesse compreso, ridimensionato lo scenario costruito ad hoc intorno ai rossoneri dopo l’esonero di Grassadonia.
Il problema, a questo punto, era il mister esonerato o è la compagine che mostra e dimostra la sua inconsistenza (anche supponenza…)?
Eppure due domeniche fa, e la successiva, sembrava aver chiuso il capitolo mister esonerato, poiché chi puntava il dito contro il Foggia Calcio lo aveva fatto incolpando colui che da contratto ci rimette sempre le penne. L’omino incappucciato questa volta non ha fatto centro e ciò fa pensare. Mister Padalino non ha saputo imprimere quel gioco che avrebbe dovuto rinsaldare la compagine o, per lo meno, far dimenticare la sconfitta di misura contro la Cremonese. Ma è solo all’inizio e dargli tempo, poco, è giustificato.
Sul campo i foggiani non hanno fatto nulla, sembra aver rivisto lo scandaloso Foggia contro il Livorno. Sembrava che avesse convinto pur perdendo la scorsa partita. Quella testa alta mostrata contro la vincente Cremonese è parsa un fotomontaggio degno del miglior illusionista. Non un passaggio finalizzato, non un tiro in porta, contropiedi blandi come se le gambe fossero piene di acido lattico settimanalmente accumulato non per gli allenamenti. Un Foggia vergognosamente vero, che cammina sul rettangolo di gioco, con una società che ha investito bei soldini e continuerà farlo, stando alle ultime dichiarazioni dei patron Sannella. Gennaio è alle porte e prevedibilmente arriveranno rinforzi. Ma prima di farlo chi davvero comanda in questa società dovrebbe aver l’umile coraggio di mandar a casa chi non rende e chi rema contro. Padalino non può gestire una squadra che non fa spogliatoio, e se lo fa è solo per pochi “senatori”. Nember sia più obiettivo e dica cosa accade in una squadra che doveva far faville e invece si consuma bruciando inesorabilmente al penultimo posto, fermo sempre a quota 12 punti.
Domenica 30 dicembre p.v. il Verona sarà ospite allo Zaccheria e vorrà chiudere il 2018 in bellezza, semmai posizionandosi al secondo posto. La partita sarà ostica e i Satanelli non possono permettersi di uscire dal rettangolo casereccio con un’altra sconfitta, e se lo farà speriamo senza troppe “supposte”. La posizione ordina una veloce rimonta per non sprofondare, pur sapendo che da già dalla precedente sconfitta la meta è salvarsi.
Peccato perché il campionato era iniziato in salita, recuperando gli otto punti di penalizzazione, con un Foggia che sembrava voler chiudere il 2018 a metà classifica, per poi puntare ai play off.
La strada è lunga, ostica, piena di insidie, ma sarà ancor più difficile da percorrere se in campo non scenderanno gli uomini giusti, preparati e innamorati della maglietta. Chi gerarchicamente ha tal compito dia la scossa rendendola continua e non alternata come lo è tuttora.
Chi ha pagato un abbonamento o chi compera di partita in partita il biglietto merita gioco sul campo e non pantomime e fanciullesche comparse teatrali dove la colpa è sempre di una altro.
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