La linea sottile, confine tra Puglia e Campania. Carabinieri "raccomandati"? - NOC Press

La linea sottile, confine tra Puglia e Campania. Carabinieri "raccomandati"?



- Inchiesta -

Quando il “calcio” non è dell’Arma ma è nel sedere per i privilegiati.

In una nostra statistica svolta a tappeto sul territorio nazionale, in particolare abbiamo preso in riferimento la zona confinante tra Campania e Puglia.

Stiamo parlando dei trasferimenti dei “raccomandati” dell’Arma dei Carabinieri.
È risaputo che il regolamento dell’Arma, e in riferimento alle forze dell’ordine, vieta di operare nella stessa regione a quella di nascita, se non dopo anni di servizio distante da tal luoghi.

Il trasferimento in quasi tutto lo stato è previsto alla maturazione di 4 anni nella sede cui il militare ha prestato servizio. Dopodiché la proposta di trasferimento è soggetta ad alcune variabili, come per esempio il grado rivestito e il luogo che si richiede. Infatti, se il Carabiniere “Caio” di istanza a Napoli chiede trasferimento a Milano, questo viene trasferito tre mesi dopo.

Contrariamente se il Carabiniere “Caio” che è in servizio a Monza chiede trasferimento ad Avellino, per ottenerlo deve attendere almeno dieci anni. Il motivo è “semplice” poiché deve attendere che si liberino i posti. Difatti ogni città e caserma hanno un certo numero in organico, fino a che questo non si svuota. Nel frattempo il Carabiniere aspetta… 

Inoltre vi sono le graduatorie, pertanto il Carabiniere di Milano farà parte di quella lista dove quello di Torino, oppure Genova, etc... doveva per primo essere trasferito. Ciò è determinato dagli anni di anzianità di permanenza nella sede. Nel mentre la graduatoria mensilmente viene aggiornata.
È logico, pertanto, che più il grado è alto e più è difficile essere trasferiti per mancanza di posti nella sede di destinazione prescelta.

Soffermandoci sulla linea divisoria regionale fra Campania e Puglia vi è uno scenario di accomodanti favoritismi a scapito di chi, per anni e anni formula richiesta di trasferimento, dopo aver operato in contesti altamente a rischio non ottiene il tanto desiderato trasferimento, che spesso è per avvicinarsi ai suoi cari, motivo che in qualsiasi persona rende il lavoro più sostenibile e perciò redditizio sul piano operativo.

Nella sola provincia di Foggia, limitrofa alla Campania, e quindi nel subappennino, nelle Caserme Stazioni a operare sono in gran parte Carabinieri campani (per la maggior parte giovani), che grazie a qualche “santo in paradiso” sono riusciti ad ottenere trasferimenti a 20 km dal luogo natio campano. Una regola inaccettabile, poiché viene meno l’imparzialità che ha sempre contraddistinto gli operatori dell’Arma.

A tal uopo ci si chiede, se costoro, agli inizi di carriera e in giovane età sono riusciti ad ottenere tali privilegi, di quali coperture possano godere in ambito lavorativo? Immaginarlo è il minimo, ma si attendono risposte dagli alti Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri per ovvio diritto di risposta.
Quindi, a tal richiesta, formalmente al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri si chiede di aprire un’indagine interna su chi, nella scala gerarchica dell’Arma, ha permesso e favorito questi spostamenti di comodo, e forse ciò autorizza a pensare che questi siano stati favoriti anche per l’ingresso nell’Arma stessa.

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