Foggia sprofonda a Lecce tra tanti campanellini d’allarme - NOC Press

Foggia sprofonda a Lecce tra tanti campanellini d’allarme


Spalti magri di colori rossoneri a fronte dei giallorossi che hanno riscaldato lo stadio comunale di Lecce.

Il Foggia in tenuta bianca (sembra la… resa che assolutamente non speriamo) sprofonda miseramente a Lecce. Una partita senza gioco, dove i padroni di casa hanno cercato la rete a fronte di una difesa rossonera che ha saputo arginare le loro poche occasioni. Il Foggia, d’altro canto, non ha mai pestato con forza l’area piccola giallorossa. 1 a 0 il risultato finale, che purtroppo continua a condannare i Satanelli nelle basse retrovie di una classifica che non fa sconti a nessuna squadra e società.

Prima metà di gara scialba senza evidenti occasioni per entrambe le squadre. Forse qualche folata del Lecce, come anticipato, contenuta dagli ospiti. Foggia inconsistente, con un attacco che continua ad andare a spasso.

La ripresa inizia come fotocopia della prima metà gara. Il Lecce cerca la soluzione finale. Tra azioni che s’infrangono a metà campo e palloni a zonzo nell’attacco di casa, il Lecce al 59’ trova la rete con La Mantia.

Situazione drastica per i Rossoneri allenati da Mister Padalino. La classifica condanna il Foggia e non pare esserci segnali di ripresa. In campo si continua a passeggiare, forse per la condizione atletica, forse per quella economica che in settimana è perfino rimbalzata alle cronache nazionali con la visita sindacale di Damiano Tommasi, presidente AIC - Associazione Italiana Calciatori -, chiamato da chi invece dovrebbe giocare al calcio sapendo che i contratti saranno rispettati. Premi partita a parte che si guadagnano in campo e che saranno pagati, presumibilmente anche con qualche mese di ritardo per ovvie ragioni economiche societarie, quello che un calciatore deve fare è lavorare e il suo lavoro è giocare al calcio, non passeggiare nel rettangolo verde: lo stipendio c’è sempre stato e ci sarà, ma si guadagna in campo.

Campanellini d’allarme che si susseguono da settimane, inascoltati dai calciatori, che stanno diventando campanacci di presenze fantasma, che aumentano i malumori di una platea che sulla carta sognava il play-off e invece deve pregare per i play-out. Quartultima in classifica il Foggia non ha alibi. Gli stessi cercati in una settimana caldissima dove voci e file audio hanno alimentato acredini tra Il Foggia Calcio tra i tifosi e tra una parte della stampa che ha affondato il dito nella piaga senza verificare le messaggistiche telefoniche. I Patron Sannella son stati chiari, hanno bisogno di sostegno, quello economico. Ciò non vuol dire che abbandoneranno, ma vogliono continuare con una partnership che consenta loro di proseguire il progetto iniziato in serie C. Nember ha le sue colpe per aver costruito sulla carta una squadra forte che in campo si dimostra da rione. Padalino che può fare, ha rimaneggiato schemi difensivi, sua peculiarità, facendola diventare più ermetica, ma in attacco non riesce a imprimere gioco e perciò la rete avversaria rimane sgonfia, Kragl dai tenta metri a parte. La platea invoca nuovamente due nomi, quello di Pavone e Grassadonia, ma non è così che si risolvono problemi sapendo che la compagine rimarrà quella e che a poco meno di tre mesi dalla fine del campionato deve solo segnare e difendersi, il gioco ormai è una chimera.

Campanellini d’allarme suonati anche al di fuori dello stadio, quello di casa, dove un gruppo di tifosi, una cinquantina al massimo, non fa altro che alimentare fuochi a suon di pietre. Un comportamento che Foggia non può più sopportare con uno stadio in città, con un servizio d’ordine che sfarfalla e che nel contrastare facinorosi alla stregua di criminali mette a ferro e fuoco un perimetro recintato con falle grandi come crateri. Il Prefetto ne prenda atto e rifletta e decida se davvero i foggiani che restano in casa meritano vetri rotti, auto scassate, persiane e vetrine sfondate, lacrimogeni in casa e nelle auto, caos cittadino.

Campanellini d’allarme che suonano e come echi si ricordano da statistiche tv che servono solo a far numeri, non fatti.

Mancano dieci partite alla fine del campionato di serie B e la musica stonata continua.



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