[Il Grido Sei Tu]. Sul 25 aprile 1945 - 2019 e dintorni - NOC Press

[Il Grido Sei Tu]. Sul 25 aprile 1945 - 2019 e dintorni


Proponiamo nella sezione "Il Grido Sei Tu - la voce ai Cittadini", a margine del 25 aprile, Festa della Liberazione, un'analisi di Giovanni Iannello Leone, agente della Polizia Municipale di Catania e Cittadino di opinione Liberale, che sulla sua bacheca social di facebook ha voluto far conoscere la sua personale considerazione sulla Liberazione celebrandola con un testo, che vi proponiamo.  
La Redazione NOC Press.

Nota in premessa - Questa "Lettera Aperta" è stata pubblicata integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione.

- Il Grido sei Tu "la voce ai Cittadini" - 

«Io celebro il 25 aprile 1945 ogni anno, perché è la data simbolo e la festa di liberazione dell’Italia dal nazifascismo storico. (per i succedanei, i “post” ed i “neo” la lotta non finisce e faccio mio il motto ripreso da Gobetti di “non mollare”).

Lo celebro e ne coltivo memoria, il significato e la lezione di vita individuale e collettiva, a dispetto di immemori, opportunisti, pagnottisti e aspiranti dittatori (con relativi servi, suddivisi tra quanti in prima fila e gli altri sino all'ultima fila).
Lo celebro a dispetto degli zombies che vegetano qualunquisticamente ed a cui tutto è estraneo e lontano ed indifferente. Parassitari fruitori delle conquiste civili e sociali altrui ed humus (inconsapevole ?) di ogni arretramento di tali conquiste.

Lo celebro a dispetto di chi continuamente prova a dichiararne il superamento, a dirottarlo, a immiserirlo, a negarlo. Con scarso senso della memoria che il 25 aprile costituisce, con furba intelligenza, con stupida arroganza o con colpevole ignoranza.

Lo celebro ASSIEME a chi ha memoria liberale (delle varie tendenze più spiccatamente democratiche, azioniste, gielliste, repubblicane, moderate e radicali); lo celebro ACCANTO a chi è socialista (della fondamentale tendenza che rimase autonoma dal comunismo), a chi è popolare cristiano, conservatore, monarchico (della specie che non si fece irretire dal fascismo e neanche dal monarco-fascismo) ed infine lo festeggio ACCANTO a chi ha memoria comunista, perché del 25 aprile italiano, quello schieramento fu UNO DEI PILASTRI, con tutti i suoi limiti, contraddizioni e lati oscuri (COME TUTTI) che comunque sono da discutere in altra sede e non inficiano il 25 aprile del 1945 e i giorni che ne seguirono.

Lo celebro nonostante orrori ed errori commessi. Ci sono state certamente atrocità, vendette e rivalse private, crimini, che sono stati commessi in nome o sotto l’ombrello dell’antifascismo, ma che erano e rimangono estranei al suo messaggio, contrariamente a quelli commessi del nemico nazifascista. Ci sono stati crimini di “settori dell’antifascismo non antiautoritario” che hanno commesso atrocità simili a quelle del nemico (ad esempio i titini comunisti della ex Jugoslavia e le tristemente famose foibe). So che ci sono stati morti, episodi di valore individuale e militare dall’una e dall’altra parte. Ma la celebrazione di quanti brillarono nel fronte dell’autoritarismo appartengono al dolore privato ed umanamente condivisibile e da rispettare. Non al tributo pubblico ed istituzionale. Non sono valorialmente e istituzionalmente uguali i partigiani ed gli irriducibili di Salò, così come non lo sono i bersaglieri e le guardie vaticane del dopo “Presa di Porta Pia”. Il dolore umano e privato è uguale e degno di uguale rispetto. Il giudizio politico e la lotta per più libertà e più democrazia li rende non comparabili dal punto di vista pubblico ed istituzionale, dal punto di vista di chi ha lottato per questa Costituzione o “semplicemente” ha giurato di essergli fedele e servitore. 

Io celebro il 25 aprile in occasione del 5 maggio in Olanda e Danimarca, dell’8 maggio in Norvegia e del 23 agosto in Romania. Lo celebro oggi, 25 aprile, in tutta Italia, anche a Corleone, ma sempre per celebrare il 25 aprile, perché la lotta alla mafia la si esercita coi fatti e senza furbate di infima categoria e di autentico contrabbando politico. Inaccettabile lo sciocco depistaggio che mira a ben altro e che ritengo moralmente e politicamente nauseante, particolarmente se è esercitato da parte di quelli che dovrebbero essere (ma non sono in grado di essere) i primi servitori della Repubblica. 

Lo celebro nei cortei che -coerentemente- non sono solo “antifascisti”, bensì contro ogni autoritarismo. Lo celebro nelle manifestazioni che non lo espropriano e ridicolizzano. Lo celebro infine nei gruppi che portano la mia bandiera che è il tricolore, che è la fiaccola con la fiamma (quella originale e non quella del penoso merchandising degli usurpatori che, senza pudore e senza identità, frugano e predano nelle culture politiche altrui), che è l’edera, che è la fiamma e la spada giellista, che è il risorgimento incompiuto che torna nella resistenza e prova ad osare ancora libertà e democrazia, che è -infine ed anche - il simbolo della brigata ebraica. 
Lo celebro vicino agli altri gruppi che distintamente ed unitariamente contribuirono con Uomini, Donne ed Idee (talune comuni ed altre molto lontane): conservatori democratici popolari, monarchici, socialisti, anarchici, comunisti (quelli “terribili” del tempo, non i ben diversi neo, post ed euro-comunisti successivi, ... bensì proprio “quelli”, con cui eppure ci fu dialogo, incontro e con cui elaborammo ASSIEME la nostra CARTA, che non so se è la più bella del mondo, ma ci somiglia parecchio)».

"Lo celebro perché sono un cittadino che ama la sua Cittadinanza e perché sono anche io un minuscolo pezzettino delle istituzioni reali e un servitore della Repubblica, cui ho giurato ed a cui rinnovo il mio “'Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi dello Stato, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell'interesse dell'amministrazione per il pubblico bene” Ricordo a taluni dei mie fratelli in BLU che quel giuramento ci impegna tutti, al di là di opinioni, (che in libertà sono liberamente tutte uguali), a compiere azioni coerenti al giuramento (che sono lontane ed opposte a opinioni autoritarie, pur liberamente esprimibili, ma non civicamente o professionalmente esercitabili). E gli Uomini e le Donne in BLU non siamo spergiuri."

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