Aggressione alla stampa. A Manfredonia troupe di Sky malmenata durante riprese sulla mafia locale
"E si vedono titoli, ci clicchi sopra e gli articoli son rimossi"
La notizia è stata poco diffusa… e chissà perché. Eppure in Capitanata abbiamo fior fiori di testate giornalistiche, molte online, che trattano cronache di mafia, poche che fanno inchieste, altre che riportano le cronache per la dovuta informazione, altre che a puntate, per un click in più, pubblicano pezzi dei faldoni delle cause dei tribunali. Scelte…
Sta di fatto che l’altro ieri, 03 febbraio 2021, una troupe di Sky, presumibilmente del canale televisivo TV8, a Manfredonia stava girando alcune riprese con interviste per un documentario sulle mafie locali.
La dinamica pare essere stata sempre la stessa. Si va in piazza, tra le vie, si riprendono scorci del luogo e si intervistano alcuni residenti, o almeno si cerca di farli parlare.
Da una prima ricostruzione, la troupe televisiva sarebbe stata composta da quattro persone e avrebbe cercato di parlare con un soggetto. Questo non avrebbe fornito alcuna dichiarazione, anche dopo l’insistenza del giornalista, che nel frattempo stava già prendendo appunti.
Da lì a poco sarebbero intervenute altre persone, invitando la troupe ad andare via e spegnere le telecamere. Pare che stessero riprendendo nei pressi di una struttura di servizio auto, appena fuori il centro sipontino, sulla Strada Provinciale 58, quella che collega Manfredonia a San Giovanni Rotondo. Area dove, tra l’altro, abitano personaggi di spicco della mafia garganica.
E qui il fattaccio. Pare che uno dei residenti, che potrebbe essere uno degli affiliati al clan mafioso locale, forse anche un parente molto stretto di un boss, si sarebbe scagliato contro il giornalista. Da lì a poco, ma non si sa chi li abbia chiamati, sarebbero intervenuti i Carabinieri della locale stazione di Manfredonia. Dopo aver sedato gli animi, i Militari dell’Arma avrebbero acquisito le immagini dell’impianto di videosorveglianza della struttura dove si sarebbe consumata l’aggressione alla stampa.
Sono in corso indagini per risalire alle cause e alle motivazioni dell’aggressione.
Tuttavia non è la prima volta che in terra sipontina, e anche nell’entroterra e in quelle costiere limitrofe, si verificano aggressioni a giornalisti e operatori tv, pubblici e privati.
E la mente ritorna alla brutale aggressione di Ostia, avvenuta in diretta durante le riprese di uno special. Ma anche a quelle locali, compiute sempre dagli stessi soggetti della mafia autoctona, spesso intimidendo anche cittadini, testimoni oculari, e organi di stampa, che questa volta, per questo ennesimo caso, pare abbiano ceduto non pubblicando quanto accaduto. Comportamenti che si ripetono anche tra molti cittadini, di una città abbottonata, che non vede, non sente, non parla, al punto tale da mistificare i fatti pur di non far risultare che c’è una criminalità organizzata, chiamiamola mafia che è il suo nome, che incute timore, paura, terrore, zittisce.
E intanto la stampa riceve aggressioni “gratuite”, solo per aver svolto il proprio lavoro di informazione e inchiesta, che tanto ha detto e dirà ancora sulle ancestrali faide garganiche, sulle lotte intestine tra clan e batterie, per il controllo del territorio. Gestione di aree molto desiderate per la loro morfologia, per l’approvvigionamento, lo stoccaggio e smercio di droga, armi, per ospitare latitanti, per affari con colletti bianchi attratti dal facile guadagno e pilotaggi di appalti.
L’appello è all’Ordine dei Giornalisti che diano risalto all’ennesima aggressione ai nostri colleghi, alle Forze dell’ordine e al Prefetto di Foggia affinché si faccia chiarezza sull’accaduto e si provveda secondo legge. Ma l’appello più accorato è ai cittadini, quelli che credono nella legalità : parlate, denunciate, fatevi rispettare!
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