PALERMO: Operazione "Xydi", coinvolti avvocati e poliziotti e spunta il nome di Messina Denaro - NOC Press

PALERMO: Operazione "Xydi", coinvolti avvocati e poliziotti e spunta il nome di Messina Denaro

 

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L’indagine, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Calogero Ferrara, Claudio Camilleri e Gianluca De Leo, ha colpito alcune famiglie mafiose di Agrigento e Trapani.

L’operazione chiamata “Xydi”, è stata eseguita dai carabinieri del Ros di Palermo, guidati dal Colonnello Lucio Arcidiacono, insieme ai Comandi Provinciali di Agrigento, Trapani e Caltanissetta, al XII Reggimento Sicilia e allo Squadrone eliportato Cacciatori Sicilia e al nono Nucleo Elicotteri.

Nell’inchiesta coinvolti anche un’ avvocatessa (Angela Porcello), un ispettore e un assistente capo della Polizia, questi ultimi, accusati ambedue di concorso esterno in associazione mafiosa, accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreti d’ufficio.

In testa alla lista dei 23 destinatari del fermo troviamo “u Siccu” il padrino latitante Matteo Messina Denaro(latitante dal 1993) , il boss di Campobello di Licata, Giuseppe Falsone, già rinchiuso al 41 bis, e Antonio Gallea, indicato come mandante dell’omicidio del giudice Rosario Livatino.

Le indagini del Ros, hanno svelato che i boss organizzavano dei summit, proprio presso lo studio dell’avvocato, compagna di un mafioso e divenuta organizzatrice del mandamento mafioso di Canicattì.
L’avvocato li aveva rassicurati circa l’impossibilità di intercettazioni nel suo studio che era diventata una base dove ritrovarsi. I boss, anche se sottoposti al 41 bis riuscivano a comunicare con l’esterno, a mandare messaggi, a riorganizzare i clan.

Per risalire a tutto quello che accadeva sono state necessarie centinaia di ore di intercettazione disposte dopo che, nel corso dell'inchiesta, i carabinieri hanno compreso la vera natura degli incontri, e queste hanno consentito agli inquirenti di far luce sugli assetti dei clan, e su quello che si stava organizzando.

Ecco le parole di Falsone che fa un’analogia tra la società e il carciofo: “Quando c’è miseria in un territorio può succedere di tutto, la Sicilia è una terra desolata, di miseria, si formeranno situazioni di piccolo banditismo che sarà micidiale”. Ed ecco il paragone: “... lei ha presente come si coltiva il carciofo, quando si tira con la zappa, spuntano i carduna, ogni carciofo spara quaranta carduna”. Ancora: “... quando non c’è buon senso e ragionevolezza, quando non c’è un punto di riferimento chi si deve prendere la briga... si indirizza la società ci vuole un minimo di organizzazione sociale, a noi ci hanno macellati, è vero che ci sono state cose brutte ma anche cose positive per la società, non si deve prendere solo il bello anche il brutto, la vita è complessa”.




Gli arrestati sono accusati a vario titolo di far parte dell’associazione mafiosa cosa nostra, di aver commesso delitti contro l’incolumità individuale, la libertà personale e il patrimonio, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e gli altri, e di intervenire sulle istituzioni e la pubblica amministrazione.

Ecco i nomi degli arrestati nell'operazione "Xydi": MESSINA DENARO Matteo, detto u Siccu, nato a Castelvetrano il 26 aprile 1962; FALSONE Giuseppe, nato a Campobello di Licata (AG) il 28.08.1970; BUGGEA Giancarlo, nato a Palermo il 14.12.1970; BONCORI Luigi, nato a Ravanusa (AG) il 12.04.1952; CARMINA Luigi, nato a Caltanissetta il 11.05.1965; CASTELLO Simone, nato a Villabate (PA) il 11.10.1949; CHIAZZA Antonino, nato ad Agrigento il 28.10.1969; CIGNA Diego Emanuele, nato a Canicattì (AG) il 31.10.1999; D’ANDREA Giuseppe, nato ad Agrigento il 17.10.1971; DI CARO Calogero, nato a Canicattì (AG) il 11.01.1946; FAZIO Pietro, nato a Canicattì (AG) il 12.05.1972; GAETANI Gianfranco Roberto, nato a Naro (AG) il 09.12.1967; GALLEA Antonio nato a Canicattì (AG) il 26.04.1957; GIULIANA Giuseppe, nato in Francia il 15.11.1965; LOMBARDO Gaetano, nato a Ravanusa (AG) il 22.02.1956; LOMBARDO Gregorio, nato a Favara (AG) il 29.04.1954; OLIVERI Antonino, nato a Canicattì (AG) il 15.12.1984; PACECO Calogero, nato a Naro (AG) il 20.11.1964; PIRRERA Giuseppe, nato a Favara (AG) il 02.01.1959; PITRUZZELLA Filippo, nato a Campobello di Licata (AG) il 14.11.1960; PORCELLO Angela, nata ad Agrigento il 07.08.1970; RINALLO Santo Gioacchino, nato a Canicattì (AG) il 31.08.1960; SICILIA Giuseppe, nato ad Agrigento il 01.01.1979.

Dalle indagini, emerge che nel mandamento mafioso di Canicattì la Stidda torna a riorganizzarsi e ricompattarsi attorno alle figure di due ergastolani riusciti a ottenere la semilibertà. In particolare uno dei capimafia, Angelo Gallea, avrebbe sfruttato i premi che in alcuni casi spettano anche ai condannati al carcere a vita, per tornare ad operare sul territorio e rivitalizzare la Stidda che sembrava ormai sconfitta.


Foto: Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese


I complimenti del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese all’ Arma dei Carabinieri per il lavoro svolto: “La magistratura e le forze di polizia stanno lavorando con grande impegno e determinazione contro le organizzazioni criminali”, e ancora il ministro sottolinea:” la capacità investigativa ed operativa in territori difficili, in cui le famiglie mafiose agiscono non solo per il controllo della criminalità comune ma anche dell’economia locale e nella ricerca del consenso sociale”.

L’operazione di oggi è la risposta dello Stato contro le varie organizzazione mafiose.

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