Taranto ILVA: chiesti più di 20 anni per i Riva e 5 anni per l’ex presidente Vendola - NOC Press

Taranto ILVA: chiesti più di 20 anni per i Riva e 5 anni per l’ex presidente Vendola



Foto: Nichi Vendola ex presidente Regione Puglia



Nel processo “Ambiente Svenduto” presso la Corte di Assise di Taranto, il 17 febbraio i sostituti procuratori Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile, Remo Epifani e Raffaele Graziano con il procuratore facente funzione Maurizio Carbone hanno depositato le richieste di condanna di 28 e 25 anni di reclusione per Fabio e Nicola Riva, ex proprietari ed amministratori dell’Ilva e 5 anni di reclusione per l’ex presidente della regione Puglia Nichi Vendola.

In totale le richieste sono per 35 condanne per quasi 400 anni di carcere .

Richiesti 28 anni, anche per Girolamo Archinà, il dipendente Ilva che Riva utilizzava per i rapporti con la politica e la pubblica amministrazione e per Salvatore Capogrosso, direttore dello stabilimento con i Riva.

Richieste sempre pesanti per i dirigenti di allora, alcuni dei quali che ora si trovano con AìrcelorMittal.

Diciassette anni chiesti per Lorenzo Liberti, docente del politecnico ed ex consulente della procura accusato di aver intascato una mazzetta da 10mila euro per ammorbidire una perizia affidata dai pubblici ministeri e scagionare l’Ilva dall’accusa di aver diffuso diossina nei terreni e nei pascoli intorno alla fabbrica.

E ancora, venti anni per Adolfo Buffo, diciassette per l’ex presidente Ilva (ed ex prefetto di Milano) Bruno Ferrante. Un anno per Giorgio Assennato. 

Da ricordare che l'Ilva, a luglio 2012, dopo un'inchiesta della magistratura, fu soggetta al sequestro degli impianti dell'area a caldo perché inquinanti e "fonte di malattia e morte".

La condanna a 17 anni è stata sollecitata per l'ex capo area parchi, Marco Andelmi, l'ex capo area agglomerato, Angelo Cavallo, l'ex capo area Cokerie, Ivan Dimaggio, l'ex capo area altoforno, Salvatore De Felice e l'ex capo area acciaieria 1 e 2 e capo area Grf, Salvatore D'Alò. E' di 7 anni la richiesta di condanna per l'avvocato Francesco Perli, legale dell'azienda. 

Quanto alle 3 società imputate, i pm hanno chiesto sanzione pecuniaria e interdizione di un anno per Ilva spa, commissariamento giudiziale di un anno per Riva Fire e e interdizione dell'attività di un anno per Riva Forni Elettrici.

Condanne anche nei confronti della politica: chiesti 5 anni di carcere per Nichi Vendola, ex governatore di Puglia accusato di concussione ai danni di Giorgio Assennato, l’ex direttore generale di Arpa Puglia ritenuto troppo severo nei confronti della fabbrica. 

Una condanna a 4 anni è stata chiesta anche per Gianni Florido e a Michele Conserva, rispettivamente ex presidente della Provincia di Taranto ed ex assessore provinciale all’Ambiente, accusati di aver fatto pressioni, su richiesta di Archinà, nei confronti dei dirigenti della Provincia. 

Piccole richieste di condanna anche altri politici: tra queste spiccano i nomi di Donato Pentassuglia, attuale assessore all’agricoltura della Puglia accusato di favoreggiamento ad Archinà per aver negato di aver incontrato Archinà mentre questi tirava i fili per “distruggere” Assennato, e il parlamentare Nicola Fratoianni, accusato di favoreggiamento nei confronti di Vendola.

Nei riguardi di Vendola l’accusa è di concussione aggravata in concorso, perché, secondo gli inquirenti, lui avrebbe esercitato pressioni sul direttore generale dell’Arpa di allora, Giorgio Assennato, per avere una posizione dell’Agenzia più morbida, proprio nei confronti delle emissioni nocive, anche se Assennato ha dichiarato di non aver avuto pressioni

"Sono sereno, nonostante la delusione che provo per la richiesta dell'accusa". Lo afferma Nichi Vendola dopo la richiesta di cinque anni di reclusione per concussione aggravata e prosegue - perché ho sempre operato nel rispetto della legge. Sono sereno e con serenità attendo la sentenza. Credo fermamente - conclude Vendola - che la giustizia non possa essere nemica della verità".


Ricordiamo che il processo “Ambiente Svenduto” riguarda l’inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico ed è un procedimento che vede 47 imputati, 44 persone fisiche e 3 società (Ilva, Riva Forni Elettrici e Riva Fire, divenuta quest’ultima Partecipazioni Industriali in Liquidazione).

L’accusa è di concorso in associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari, alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro.

Le richieste dell’accusa, arrivano dopo che il 13 febbraio è arrivata la sentenza del tar di lecce che ha ordinato lo spegnimento dell’area a caldo perché inquinante, confermando un’ordinanza emanata dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ordinanza impugnata da Ilva in amministrazione straordinaria e da ArcelorMittal.

©NOCPress all rights reserved

Nessun commento:

Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.