Roma: il Mosaico della nave di Caligola torna al Museo di Nemi
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Foto: mosaico nave Caligola |
Quello di cui stiamo parlando è un prezioso mosaico geometrico ritrovato sul pavimento della nave cerimoniale di Caligola, che per una serie di vicissitudini era finito come tavolino da caffè a New York. Ora finalmente è ritornato al Museo delle navi romani di Nemi (Roma).
Il mosaico ampio 1,5 metri quadrati e composto da pietre verdi, rosse, viola e bianche con intarsi marmorei (opus sectile), con serpentino e porfido, faceva parte delle ricche decorazioni presenti sulle pavimentazioni dei ponti delle due navi.
Questo mosaico ornava il pavimento di una delle due navi tempio dell’imperatore romano Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico più noto come Caligola, che regnò per pochi anni dal 37 al 41 d.C., quando venne assassinato all’età di 28 anni dalla sua Guardia Pretoriana.
Caligola passò alla storia per dedicarsi ai vizi e agli eccessi stravaganti ma durante il suo impero fece costruire due (o forse tre) navi tempio, cioè navi dedicate solo alle cerimonie.
Queste navi erano ancorate al lago di Nemi, dove sorgeva il Tempio di Diana Aricina, centro religioso e politico molto importante.
Sulle navi circolano varie leggende, ma due navi vennero ritrovate sul fondale del lago nel 1890. Negli anni ’20 del XX secolo furono recuperate, e successivamente conservate nel Museo delle navi romane, istituito negli anni ’30 proprio per conservare le due navi e i loro tesori.
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Foto: Veduta aerea dello scafo della seconda nave di Nemi, completamente emerso dalle acque |
Nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, ci fu un incendio e si persero le tracce di questo reperto.
Successivamente un reparto speciale della Polizia dei Carabinieri italiana, che si occupa di furto e traffico di beni culturali, è stato informato che era stato scambiato illegalmente negli Stati Uniti e che era stato utilizzato come tavolino da caffè in una casa privata a Nuova York.. I proprietari dissero di averlo acquistato in buona fede negli anni ’60 da un aristocratico.
" Un' operazione importante che ha impegnato il nostro Comando con le migliori forze in campo, ma oggi siamo gioiosi di restituire a Nemi questo prezioso reperto storico dell'Impero Romano ", ha detto il maggiore Paolo Salvatori del Comando Tutela Patrimonio Culturale dell'Arma dei Carabinieri,
Il mosaico quadrato è stato restaurato nel 2017, dopodiché gli esperti hanno trascorso anni a pulire le macchie di tè e caffè che si erano accumulate nel corso degli anni.
Oggi il mosaico è ritornato al suo posto insieme agli altri manufatti delle due navi ritrovati dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il Museo delle Navi Romane
Fu costruito tra il 1933 e il 1939 per ospitare le due gigantesche navi appartenute all'imperatore Caligola (37-41 d.C.) recuperate nelle acque del lago tra il 1929 e il 1931.
E stato il primo Museo in Italia ad essere costruito in funzione del contenuto, due scafi dalle misure rispettivamente di m. 71,30 x 20 e m. 73 x 24, dolosamente e intenzionalmente bruciate la notte del 31 maggio 1944 dal 163° Gruppo Antiaereo Motorizzato tedesco che occupava la zona ed era in ritirata.
Riaperto nel 1953, il Museo venne nuovamente chiuso nel 1962 e infine definitivamente riaperto nel 1988.
Nel nuovo allestimento, l'ala sinistra è dedicata alle navi, delle quali sono esposti alcuni materiali, come la ricostruzione del tetto con tegole di bronzo, due ancore, il rivestimento della ruota di prua, alcune attrezzerie di bordo originali o ricostruite (una noria, una pompa a stantuffo, un bozzello, una piattaforma su cuscinetti a sfera).
Sono inoltre visibili due modelli delle navi in scala 1:5. L'ala destra è invece dedicata al popolamento del territorio albano in età repubblicana e imperiale, con particolare riguardo ai luoghi di culto; vi sono esposti materiali votivi provenienti da Velletri (S. Clemente), da Campoverde (Latina) da Genzano e dal Santuario di Diana a Nemi, oltre ai materiali provenienti dalla Collezione Ruspoli. All'interno di quest'ala è inoltre possibile ammirare un tratto musealizzato del basolato romano del clivus Virbii, che da Ariccia conduceva al Santuario di Diana. -
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