Marò Latorre e Girone, il caso si chiude in India con un risarcimento da un milione
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Foto: Girone e Latorre |
Si sta per chiudere anche davanti alla Corte suprema indiana il caso dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre: l’Alta Corte ha stabilito che il dossier sarà chiuso quando lo Stato italiano avrà versato su un conto del ministero degli Esteri di Delhi 100 milioni di rupie come risarcimento (ovvero circa 1,1 milioni di euro).
Le famiglie dei pescatori uccisi hanno accettato l’indennizzo. E questa somma si aggiunge quella già versata in passato dal nostro Paese per circa 245 mila euro.
Ajeesh Pink e Valentine Jelastine sono i due pescatori rimasti uccisi, e le loro famiglie riceveranno 40 milioni di rupie ciascuna, mentre gli altri 20 milioni andranno a Freddy Bosco, proprietario del St. Antony, rimasto ferito nella sparatoria che, nel 2012, coinvolse i militari italiani che si trovavano a bordo della nave Enrica Lexie e il peschereccio, scambiato per un'imbarcazione di pirati.
La lunga vicenda dei due marò italiani ha avuto inizio il 15 febbraio del 2012 quando i due fucilieri aprirono il fuoco su una barca di pescatori, uccidendo due persone, al largo delle coste del Kerala mentre si trovavano a bordo della nave cargo Enrica Lexie.
La nave vene fatta attraccare dalle autorità indiane e i due marò arrestati. Latorre e Girone sono rimasti in stato di fermo prima a bordo della Enrica Lexie, poi nel carcere di Trivandrum e quindi nei locali dell’ambasciata italiana. Dopo un lunghissimo braccio di ferro sono tornati in Italia in attesa di conoscere il loro destino.
La scorsa estate il Tribunale arbitrale internazionale sul caso dei marò ha dato ragione all’Italia. I giudici hanno riconosciuto l'immunità dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in relazione ai fatti accaduti nel febbraio 2012 e all'India viene pertanto precluso l'esercizio della propria giurisdizione nei loro confronti.
Il Tribunale ha riconosciuto che i marò erano funzionari dello Stato italiano, impegnati nell'esercizio delle loro funzioni. Allo stesso tempo decise che l'Italia avrebbe dovuto risarcire la perdita di vite umane e i danni materiali e morali inflitti agli altri membri dell'equipaggio del peschereccio.
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