Scoperto tassello mancante che spiega crescita dei tumori grazie ad uno studio del Bambino Gesù e Università Tor Vergata - NOC Press

Scoperto tassello mancante che spiega crescita dei tumori grazie ad uno studio del Bambino Gesù e Università Tor Vergata


Nel sangue gli indizi per trovare le tracce dei tumori quando sono in uno stadio molto precoce (fonte: mattthewafflecat/Pixabay)



Si è scoperto il tassello mancante che spiega come proliferano le cellule tumorali. 

I ricercatori dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e dell'Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con altri Centri di ricerca europei e statunitensi, hanno individuato per la prima volta il rapporto tra due particolari proteine, Ambra1 e Ciclina D: quando questo rapporto è sbilanciato, si innesca il processo tumorale.

Lo studio che ha portato alla scoperta della correlazione tra le proteine Ambra1 e Ciclina D è stato realizzato dai ricercatori del Bambino Gesù - guidati dal prof. Francesco Cecconi dell'Area di Ricerca di Oncoematologia, diretta dal prof. Franco Locatelli - insieme al team di ricerca dell'Università di Roma "Tor Vergata" e si è avvalso della collaborazione del Danish Cancer Society Research Center e di altri Centri europei e statunitensi.

La ricerca è stata condotta su centinaia di campioni (modelli animali, cellule prodotte in laboratorio, cellule derivate da tumori sia animali che umani) con una combinazione di tecniche avanzate (imaging, microscopia, fluorescenza, ingegneria genetica, biochimica, istologia), partendo dall'intuizione di un possibile ruolo di Ambra1 - molecola scoperta nel 2007 proprio dal team del prof. Cecconi - in alcuni difetti del ciclo cellulare.

La scoperta apre la strada a terapie specifiche, contro molti tumori degli adulti e dei bambini, che inibiscono il sistema di difesa delle cellule malate sino alla loro autodistruzione. Lo studio, sostenuto da AIRC, è pubblicato su Nature.

Nel corso delle indagini, i ricercatori hanno infatti notato che in caso di assenza o di scarsa quantità di Ambra1, la Ciclina D non viene distrutta come dovrebbe e, quindi, si accumula. A causa di questo accumulo, le cellule cominciano a dividersi a velocità incontrollata, il DNA si danneggia e si innesca la formazione di masse tumorali. 

Lo squilibrio dei livelli delle due proteine è stato riscontrato in molti tipi di tumore tra cui l'adenocarcinoma polmonare, il sarcoma e il glioblastoma. La scoperta di questo meccanismo, chiariscono i ricercatori, apre importanti prospettive terapeutiche.

Lo studio del Bambino Gesù descrive infatti anche la sperimentazione di una terapia per i tumori basati sullo squilibrio di Ambra1 e Ciclina D. 

Non essendo disponibili, ad oggi, farmaci in grado di agire direttamente sulle due proteine per ripristinarne la giusta quantità, i ricercatori hanno individuato una soluzione alternativa che sfrutta uno dei punti deboli delle cellule tumorali: il sistema di riparazione. 

La grande velocità con cui le cellule cancerose si dividono genera una serie di errori nel loro DNA che vengono via via corretti da un sistema di enzimi (presente in tutte le cellule del corpo umano) che consente loro di sopravvivere e proliferare. 

Se il processo di riparazione viene però inibito, le cellule cancerose malate accumulano così tanti difetti da andare incontro all'autodistruzione. La terapia (un mix di farmaci specifici chiamati inibitori del sistema di riparo) è stata sperimentata con successo su modelli cellulari e animali: il tumore è regredito ed è aumentata la sopravvivenza.

«L'idea è che ai pazienti a cui sia stato diagnosticato un cancro, vengano esaminati anche i livelli di Ambra1 e Ciclina D» afferma Francesco Cecconi, professore ordinario di Biologia dello Sviluppo all'Università di Roma "Tor Vergata" e ricercatore del Bambino Gesù. «Qualora l'assenza o bassi livelli di Ambra1 in associazione ad un accumulo di Ciclina D venga individuata nelle cellule tumorali, si potrebbe provare a sopprimere con farmaci specifici, già noti in terapia, la capacità delle cellule tumorali di riparare il materiale genetico. Se potessimo così limitarne la riparazione, potremmo puntare ad uccidere le cellule tumorali, sfruttando il loro tallone d'Achille, ovvero quella stessa instabilità genomica che le ha indotte a proliferare».

«I nostri dati si estendono anche ai processi di proliferazione cellulare nel sistema nervoso in via di sviluppo - aggiunge il dott. Giacomo Milletti, biologo ricercatore del Bambino Gesù, dottorando all'Università di Roma "Tor Vergata" e primo co-autore dello studio - e questo nuovo livello di regolazione potrebbe rappresentare una nuova frontiera nell'oncologia molecolare dei tumori cerebrali nel bambino».

La ricerca, quindi, suggerisce che questa strategia di cura, già utilizzata per il trattamento di alcuni tipi di tumore dell'uomo, potrà essere applicata anche ai pazienti con la combinazione Ambra1-Ciclina D alterata. 

Risultati della ricerca sono ulteriormente confermati da altri due studi internazionali, condotti negli Stati Uniti - a New York e a San Francisco - che, da punti di partenza differenti, arrivano alla stessa conclusione: Ambra1 controlla Ciclina D. Per l'alto valore scientifico della scoperta, i tre studi sono stati pubblicati in sequenza sullo stesso numero della rivista scientifica Nature.

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