Torremaggiore, le “bombe” dei N.O.C. Non Official Cover [Editoriale]
L'Editoriale
Da tempo Torremaggiore ha smesso di essere quell'isola felice, lasciando il posto ad una terra intrisa dal malaffare, dalla paura e dall'intimidazione.
Un groviglio di intrecci tra Foggia e San Severo che hanno portato il piccolo centro collinare ad essere presente con frequenza sulle cronache locali e non per il buon olio che produce, bensì per fatti di cronaca riconducibili a criminalità organizzata e predatoria.
Il discorso è lungo e complesso e per capire bisognerebbe partire a ritroso e dal 2012 ma vi annoieremmo.
Ma alcuni aneddoti ci piace ricordarli.
In quegli anni si parlava di Torremaggiore, come un'isola felice, quasi mai sulle cronache criminali e quasi mai inserita nei rapporti semestrali della Dia. Ma cosa è successo? È successo che dapprima Torremaggiore veniva “usata” come villeggiatura per latitanti sanseveresi e stranieri, non a caso l'evento che stiamo per raccontarvi riguarda proprio la cattura di un ricercato poi divenuto latitante che aveva trovato con i suoi canali d'appoggio, la latitanza perfetta in quel di Torremaggiore, in pratica circolava indisturbato e il caffè pomeridiano sempre allo stesso bar non se lo faceva mancare mai.
Una nostra nota informativa
Ci giunse segnalazione che questo latitante era solito circolare sul territorio di Torremaggiore e fu così che mettemmo in piedi una task force con l'ausilio anche di alcuni poliziotti che collaborarono in forma volontaria e fuori dal servizio per assicurare alla giustizia il latitante.
Ci fu segnalata la sua presenza in un albergo cittadino, vigilammo per tre giorni e tre notti con appostamenti, il terzo giorno lo vedemmo uscire e salire a bordo di una Rover, immediatamente allertammo le forze dell'ordine intese in Polizia di Stato e ci fu un lungo pedinamento fino ad uno sterrato di campagna che portava in un casolare, e li fummo costretti a fermarci e a monitorare la ripartenza dell'auto. Dopo un quarto d'ora l'auto riprese la sua marcia ma non eravamo più sicuri che al suo interno vi fosse, chi da giorni davamo la caccia.
Nel frattempo la Polizia monitorava la ss16 e la Rover non appena imboccò la strada statale fu speronata dai poliziotti, ma al suo interno, del latitante non vi era traccia. Salvo poi essere catturato altrove e per mano dei Carabinieri. Altrove perchè? Perchè il soggetto fu informato (immaginate un po' da chi) che Noi non ci saremmo arresi fin quando non lo avremmo catturato. Stessa cosa accadde per un altro latitante ma con epilogo diverso, dopo svariate segnalazioni, su di un individuo che da anni circolava e dimorava a Torremaggiore fu arrestato dalla Polizia di Stato e nel 2014 era un evento alquanto strano che la polizia si affacciasse in territorio monopolizzato dai carabinieri.
Una nostra nota informativa datata 2014
Cambiamo scenario e cominciamo con i rifiuti
Segnalazioni, delibere di giunta spulciate una per una, prima segnalazione fatta all'arma dei carabinieri con l'invito di indagare una società, ma l'arma niente, anzi ci rideva in faccia con il suo Tenente, perchè la società in questione a detta loro era formata da gente senza precedenti, un sorrisino beffardo, il suo, che ancora oggi abbiamo impresso in mente. Ma Noi che li “conosciamo bene”, non ci siamo fermati al territorio e le nostre note informative sono arrivate dove dovevano arrivare. Oggi quella società è interdetta per mafia.
Una nostra nota informativa datata 2016
Cambiamo scenario e parliamo di un latitante ricercato dall'Interpol avente “bollino rosso”
Bollino rosso per i ricercati equivale a priorità assoluta.
Ci giunse segnalazione da Torremaggiore che in un paesino molisano molto frequentato d'estate, vi era un personaggio da monitorare per via dei suoi andirivieni in quel di Torremaggiore. Ci recammo sul posto e lo individuammo, nonostante avesse cambiato il suo aspetto fisico, lo riconoscemmo, era Lui, il ricercato internazionale da bollino rosso. Per noi è come aver fatto bingo, vincere al superenalotto. Dopo aver acquisito sommarie informazioni e monitorato con foto e registrazioni video, ci recammo in una caserma (che omettiamo di dire) ma comunque fatta da stellati. Consegnammo il tutto e dopo due giorni fummo convocati in caserma, pensavamo ad un congratularsi con noi, ma niente di tutto questo, anzi fummo invitati a lasciarlo perdere e che per ragioni di segretezza non divulghiamo le ragioni di tal dissenso.
Da allora capimmo molte cose, ma tante, che non sempre si è dalla stessa parte e quando tenti di minare i loro “teatrini” ti fanno a pezzi e così in gran parte per noi lo è stato.
Cambiamo scenario e arriviamo ai giorni nostri, anzi vostri
Torremaggiore oggi è succursale criminale (e non si offendano i lor signori in giacca e cravatta) perché è un dato incontrovertibile.
Succursale, che ha in loco “galoppini” di quella criminalità che fa capo alla quarta mafia, oggi c'è da mettere una bomba a chi gli sta sugli zebedei? Non c'è problema, ci si rivolge al bombarolo di riferimento locale e questi sotto pagamento acquista il materiale esplosivo e con quattro soldi delega a chi la bomba la va a mettere materialmente, spesso sono di nazionalità straniera.
E la storia continua, ma il dato che ci conforta (e che ci spinge a dire... avevamo ragione) è uno solo, oggi a Torremaggiore si vedono più organi di polizia operare, in giro si vedono pattuglie di Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, e una Squadra Mobile più attenta ad indagare cosa che anni addietro vi era un solo unico monopolio. C'erano loro, i Carabinieri.
"Per onor di cronaca, quanto da noi scritto corrisponde a verità in quanto le segnalazioni riportate in questo testo sono state debitamente (negli anni di riferimento) depositate e protocollate presso gli organi competenti."
©NOCPress all rights reserved
Nessun commento:
Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.