18 luglio: “Nelson Mandela International Day”
Il 18 luglio, si festeggia il “Nelson Mandela International Day”, istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2009 con la Risoluzione A/RES/64/13, come riconoscimento del suo contributo alla lotta per la democrazia e alla promozione di una cultura di pace in tutto il mondo.
La prima giornata mondiale è stata celebrata il 18 luglio 2010, un giorno che non è stato scelto a caso: il 18 luglio 1918 Mandela nasceva nel villaggio di Mvezo a Umtata, allora parte della Provincia del Capo in Sudafrica.
Sul sito della Nazioni Unite si legge: “Il 18 luglio di ogni anno vi invitiamo a celebrare il Nelson Mandela International Day facendo la differenza nelle vostre comunità. Tutti hanno la capacità e la responsabilità di cambiare il mondo in meglio! Il Mandela Day è l’occasione per tutti di agire e ispirare il cambiamento”. “Nelson Mandela ha dedicato la sua vita al servizio dell’umanità - spiegano ancora le Nazioni Unite - come avvocato per i diritti umani, prigioniero di coscienza, pacificatore internazionale e primo presidente eletto democraticamente per un Sudafrica libero”.
Si tratta, indubbiamente, di un importante e cruciale invito all’azione affinché le persone di tutto il mondo si assumano la responsabilità di rendere il mondo un posto migliore, un piccolo passo alla volta, proprio come fece Nelson Mandela.
Un movimento globale per un cambiamento positivo inizia con piccole azioni. Quando ogni persona, ogni alunno, ogni insegnante, ogni politico, agisce, alimenta, anche per un processo inarrestabile di imitazione, lo slancio verso un cambiamento positivo, accrescendo, a dismisura, la consapevolezza e ampliando la portata dei valori che furono proprio di Mandela: combattere l’ingiustizia, aiutare le persone bisognose e praticare la riconciliazione.
Far fronte alle atrocità per cambiare, definitivamente, il mondo Mandela è diventato il primo presidente democraticamente eletto del Sudafrica nel 1994. E’ stato determinante nella “Commissione per la verità e la riconciliazione”, istituita dal governo di unità nazionale del Sudafrica per aiutare a far fronte alle atrocità dell’apartheid.
Prima della sua presidenza, Mandela fu in prima linea in attività anti-apartheid. Una battaglia, quella contro il segregazionismo razziale, che gli costò 27 anni di carcere e ricevette nel 1993 il Nobel per la Pace.
Il suo impegno non si fermò anche quando era ufficialmente in pensione. Infatti ha continuato a esprimere la sua opinione su questioni umanitarie di attualità e campagne a livello globale per la pace, i bambini e la lotta contro l’HIV e l’AIDS.
“L’istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo.” Tra le tante grandi citazioni di Nelson Mandela sull’educazione, questa è una delle sue più famose. A parte le sue molte grandi qualità come la capacità di perdono, la leadership di servizio, la parità di diritti e il suo attivismo, non è un segreto che Nelson Mandela fosse un agente di cambiamento, appassionato di avere pari opportunità educative per tutti nel mondo. La scuola era la sua vera preoccupazione, il luogo nel quale costruire il cambiamento e vivere la contemporaneità con grande attenzione alle coscienze.
Per il Nelson Mandela International Day 2021, l’attenzione si concentrerà su due sfide cruciali che si intersecano che dovranno affrontare il Sudafrica e molti altri paesi: l’insicurezza alimentare e le culture dell’illegalità. Il Covid-19 ha aggravato i modelli di povertà e disuguaglianza. Il numero di persone che soffrono la fama è in aumento.
Diverse domande richiedono attenzione. Cosa significa “lo stato di diritto” per coloro che muoiono di fame? Cosa significa per chi non è in grado di portare il cibo sulla tavola della famiglia a causa dei fallimenti dei sistemi e delle strutture sociali? Qual è la base del legame sociale in contesti in cui costituzioni e leggi non corrispondono alla realtà vissuta della grande maggioranza? Il raggiungimento della sicurezza alimentare per tutti è immaginabile senza lo stato di diritto?
Chi era Nelson Mandela
Nelson Mandela è stato il simbolo della lotta all’apartheid in Sudafrica e il primo presidente di colore del Paese. Nato da una famiglia di sangue reale, mentre studia legge all’università si avvicina ai militanti e ai dirigenti dell’Anc (African national congress), il primo partito fondato dai neri in Sudafrica, dove vige la segregazione razziale. Nel 1952 fonda il primo studio legale del Paese gestito da avvocati di colore e nel 1961 il braccio armato dell’Anc (l’Mk). Dopo poco tempo iniziano gli arresti e le condanne: la prima a 5 anni di carcere, poi nel 1964 quella che lo terrà in prigione per 27 anni facendo di lui un simbolo mondiale della lotta al razzismo e delle diseguaglianze tra bianchi e neri. Il 2 febbraio 1990, dopo anni di trattative, il presidente appena entrato in carica, Frederik W. De Klerk, annuncia la revoca dei principali pilastri dell’apartheid e la liberazione di Mandela. Nel 1993 viene insignito del Premio Nobel per la Pace. “Madiba” a quel punto sceglie la strada della cooperazione non violenta e nel 1994, quando in Sudafrica viene concesso il suffragio universale, si candida alla presidenza Paese e vince, diventando il primo presidente di colore ed eletto democraticamente. Mandela muore all’età di 95 anni, dopo una lunga malattia, il 5 dicembre 2013.
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