Lecce: indagate 17 persone del clan Briganti
Con l’operazione “Game Over” della Squadra mobile di Lecce condotta con il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Giovanna Cannalire sono state indagate 17 persone per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico e alla commercializzazione di sostanze stupefacenti, estorsione e violazione della legge sulle armi.
Le indagini, iniziate nel 2019, hanno riguardato un gruppo criminale conosciuto come clan Briganti il cui capo storico, nonostante fosse in carcere, riusciva comunque a gestire le attività illecite attraverso i propri familiari.
Sono stati documentati episodi di estorsioni sia nei confronti di ambulanti sia di attività commerciali nonché azioni punitive nei confronti di chi non osservava le regole o di chi, acquirente, pusher o spacciatore di sostanze stupefacenti, non pagava per tempo l’importo della droga acquistata.
Il clan si occupava direttamente dell’acquisto della droga, prevalentemente in territorio albanese, ma anche dell’importazione, dello stoccaggio e della suddivisione, prima della consegna finale ai vari pusher della città e della provincia di Lecce.
Pasquale Testini, nuovo capo della Squadra mobile a Lecce ha dichiarato: «Quattordici indagati erano liberi, tre in carcere. L'operazione nasce nell'estate del 2019 per trovare riscontro alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia sull'operatività del clan Briganti in città. Parliamo di una associazione che si dimostra molto pericolosa perché bene armata e abituata all'uso di metodi violenti nei confronti tanto di persone vicine al clan che di esterni a esso». Da questo punto di vista, Testini ha ricordato il furto e l'incendio dell'auto di un pusher che aveva contratto debiti e altri casi di addetti allo smercio della droga prelevati dalle loro abitazioni e picchiati.
«Il clan Briganti - ha proseguito il capo della Mobile - in piena pandemia ha dimostrato di essere estremamente attivo e di lavorare per procurarsi guadagni e prestigio sul territorio".
Uno degli aspetti che ha più allarmato i poliziotti riguarda l'episodio la madre di un minore che si è recato da un membro del clan per chiedergli perdono dopo che il figlio era stato condotto in questura per la commissione di un furto. «Quel ragazzo - ha detto Testini - aveva rubato senza avere l'autorizzazione del clan. Si tratta di un episodio emblematico ed allarmante. In risposta, il membro del clan ha detto a quel genitore che i cani sciolti non sono tollerati, ma che in quella occasione non sarebbe stato preso alcun provvedimento».
Nel corso dell’attività investigativa i poliziotti hanno sequestrato al gruppo criminale anche diverse armi, di provenienza balcanica, tra cui fucili mitragliatori di assalto sovietici, AK47 Kalashnikov e modello M.70 Zastava, oltre a numerose pistole calibro 45, calibro 38 special e relativo munizionamento.
Gli arrestati
Carcere per:
Senad Ahmetovic, 29 anni, di Lecce
Fabio Briganti, 50 anni, di Lecce
Pasquale Maurizio Briganti, 52 anni, di Lecce
Aleandro Capone, 25 anni, di Lecce
Francesco Capone, 28 anni, di Lecce
Daniele De Vergori, 22 anni, di Lecce
Carlo Gaetani, 37 anni, di Lecce
Giuseppe Guido, 32 anni, di Lecce
Sergio Marti, 48 anni, di Lecce
Giorgio Piccinno, 32 anni, di Maglie
Nicola Pinto, 34 anni, di Lecce
Gianluca Stella, 32 anni, di Lecce
Carlo Zecca, 33 anni, di Lecce
Domiciliari per:
Nicolò Greco, 23 anni, di Lecce
Domenico Persano, 62 anni, di Lecce
Enzo Quaranta, 36 anni, di Lecce
Silvia Renna, 28 anni, di Lecce
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