Geyser nel catanese. La messa in sicurezza della Bonassisa Drilling Company di Foggia - NOC Press

Geyser nel catanese. La messa in sicurezza della Bonassisa Drilling Company di Foggia

Il Geyser messo in sicurezza (foto Bonassisa FG)

Puglia e Sicilia unite per la messa in sicurezza del pozzo artesiano 'San Sebastiano' nel comune di Palagonia.

 

Sono in corso le operazioni di chiusura mineraria del pozzo San Sebastiano, in eruzione incontrollata, di acqua e gas, dallo scorso 19 aprile, con la formazione di un geyser che genera un flusso continuo di acqua contaminata e CO2, alto circa 30 Mt.

 La colonna di acqua fuoriesce per eruzione spontanea dal pozzo, profondo circa 240 metri, situato in contrada Palio Vanghella, nel Comune di Palagonia (CT). Lo ha reso noto il Dipartimento della Protezione civile (Drpc) della Regione Siciliana.

Un fenomeno che da sempre affascina l’uomo per la sua potenza è quello dei geyser, vere e proprie sorgenti – ma sarebbe meglio chiamarle colonne! – di acqua calda, spesso bollente, che, risalendo dal sottosuolo verso la superficie, si manifestano come potenti getti d’acqua e vapore, alcuni dei quali possono raggiungere appunto decine di metri di altezza.

 

A seguito dell’evento,  tenuto conto che la colonna d'acqua aveva raggiunto un'altezza di circa 30 metri e in considerazione dei gravi e imprevedibili risvolti del fenomeno per l'ambiente, viste anche le caratteristiche del pozzo, la regione Sicilia ha emanato, a firma del Presidente Renato Schifani,  lo stato di crisi e di emergenza regionale, allo scopo di gestire i provvedimenti d’urgenza finalizzati all’eliminazione delle cause del potenziale inquinamento e dell’eventuale propagazione dello stesso, e dunque la messa in sicurezza e la chiusura del pozzo con l’utilizzo di tecniche specialistiche avanzate e di skills che solo società operanti nel settore Oil & Gas e Geotermia profonda hanno a disposizione.   Il Drpc Sicilia, con il commissario delegato al superamento dell’emergenza, Giuseppe Grasso, nominato nel Provvedimento citato, si sono attivati coinvolgendo aziende e tecnici specializzati nel settore petrolifero e minerario, al fine di valutare congiuntamente i possibili interventi per la messa in sicurezza del pozzo.

Solo tre le società in Italia riconosciute per la loro specializzazione ed esperienza nel “well control”, in grado di supportare la regione in questo sfidante progetto e, una di queste, parla proprio foggiano.

 

Si tratta della BONASSISA DRILLING COMPANY, azienda che opera nel settore petrolifero da oltre 60 anni, al fianco delle major Oil & Gas Company la quale, sentita, anche su segnalazione della compagnia di bandiera ENI, per presentare un progetto per la messa in sicurezza del pozzo, risultava assegnataria del contratto per la chiusura mineraria e la gestione dell’emergenza.

“Nel nostro lavoro l’esperienza è fondamentale nella prevenzione di eventi simili, che non devono accadere. Pertanto le nostre conoscenze e capacità sono principalmente incentrate sul riconoscimento dei segnali premonitori; però allo stesso tempo siamo formati e abbiamo la tecnologia a supporto, per gestire questo tipo di emergenze, perché il rischio che tali eventi possano accadere c’è sempre e deve essere costantemente controllato e scongiurato” - Monica Bonassisa, CEO dell’azienda.  

I lavori di messa in sicurezza sono iniziati a fine luglio scorso, dopo la dichiarazione dello stato di crisi e di emergenza, formalizzato con la delibera della Giunta della Regione Siciliana del 17 giugno 2024 e aggiudicati alla BONASSISA DRILLING COMPANY.
 

L'intervento, previsto dal progetto è articolato in più fasi operative e prevede, durante tutta la durata dei lavori, il monitoraggio continuo, con una specifica strumentazione, dei valori dei gas presenti, con particolare riferimento alla  CO2  (fortemente presente in zona tanto da essere recuperata da una vicina fabbrica per la produzione della Coca Cola) e alle altre specie gassose presenti, al fine di consentire lo svolgimento delle operazioni in condizioni di massima sicurezza per la popolazione oltre che per il personale di cantiere direttamente coinvolto.

Una delle prime fasi, conclusa proprio in questi giorni, è stata il montaggio di un "assembly," in corrispondenza della testa pozzo, appositamente progettato dalla BONASSISA e costruito in officine di fornitori locali della stessa azienda. Dotato di un sistema controllato per la chiusura, e per la deviazione laterale della colonna d’acqua e di un sistema di monitoraggio del pozzo, il sistema è stato progettato con una duplice finalità: deviare il flusso di acqua, sì da consentire agli operatori di lavorare in prossimità del pozzo, cosa altrimenti impossibile per ragioni di sicurezza, ma soprattutto di “strozzarlo”. L’operazione, costantemente controllata e monitorata dai tecnici dell’azienda, è riuscita perfettamente e nei tempi previsti; la pressione attualmente rilevata alla testa pozzo dalla strumentazione risulta zero e il pozzo è in condizione di controllo e sicurezza. Intanto, contestualmente alla fase di monitoraggio, che durerà all’incirca un paio di settimane e servirà per verificare la risposta del pozzo alle nuove condizioni impostegli, si stanno programmando le operazioni di trasferimento in cantiere delle attrezzature per la chiusura mineraria definitiva, secondo le “best oil practices”. Un lavoro complesso, di ingegneria, edilizia, meccanica strumentale e di precisione, elevata expertise e soprattutto elevati standard tecnologici e di sicurezza, che solo il mondo dell’Oil e Gas e le aziende che ne fanno parte, come la foggiana BONASSISA DRILLING COMPANY, sono in grado di offrire a questi livelli.

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