80mila euro per licenziarsi. La Stellantis ci prova con le maestranze - NOC Press

80mila euro per licenziarsi. La Stellantis ci prova con le maestranze

 


La notizia sta girando su social media e molti siti e testate giornalistiche locali. La fonte diretta, tuttavia, non si pronuncia.

Si sta parlando della Stellantis, Il colosso dell’automotive, nato dalle “ceneri industriali” della Fiat, con la fusione tra FCA e PSA, meglio definire tra Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot. In particolare, si tratterebbe della fabbrica della zona industriale di San Nicola Melfi, che pur di diminuire l’organico della forza lavoro, con particolare attenzione alle maestranze nei reparti, gli operai tanto per intenderci, avrebbe avanzato l’offerta di offrire 80mila euro per le dimissioni.

La notizia, come anzidetto, non è confermata da Stellantis che non si pronuncia, ma da voci dirette degli operai l’offerta sta facendo gola a molti di loro e alcuni avrebbero già accettato.

La decisione dei tagli da parte della Stellantis è da anni in vigore, pur avendo più volte rimodulato il prodotto e, oggi, tendenzialmente proiettato verso l’ibrido e l’elettrico. Una scelta che negli anni ha prodotto casse integrazioni e spostamenti temporanei di dipendenti in altre aree produttive italiane, pur di fronteggiare le mancanze di richieste che il mercato automotive sta affrontando.

Quest’ultima offerta parrebbe mettere riparo, una pezza si potrebbe definire, alla notevole cassa integrazione che ha usufruito, con lunghi periodi di inattività di molti operai, e che oggi potrebbe non averne a sufficienza giacché i tempi e le risorse statali sono agli sgoccioli.

Ed ecco che dal cappello esce la sorpresa: incentivi monetari per convincere le maestranze a licenziarsi, ovvero 80mila euro sull’unghia, aggiunti al TFR maturato, con la possibilità di accedere alla Naspi, con copertura pensionistica figurativa. nonostante le dimissioni.

Parrebbe che l’azienda avrebbe già ricevuto circa 500 richieste con questa formula d’uscita volontaria dal mondo del lavoro, il licenziamento volontario in altre parole. E per la maggior parte fatte da chi è prossimo al pensionamento, che non vuol dire entro due anni (lì ci sarebbe la Naspi a coprire il vuoto economico). Difatti, le richieste sarebbero eterogeneamente spalmate tra chi ha ancora oltre 5 anni di lavoro da completare. Una scelta del lavoratore quasi obbligata pur di non “sottostare” ai continui fermi, che tradotti in soldoni sono molto esigui.

Meglio un gruzzoletto oggi che nulla domani, è leitmotiv che in questi giorni ridonda tra le maestranze a Melfi, consapevoli di perder economicamente qualcosa. Una scelta, per i più giovani, anche per avere la possibilità per rimettersi in gioco con un’attività in proprio.

Un dato che accomuna vecchi e nuovi operai della Stellantis è la volontà di finirla con la tiritera oggi lavoro, domani no, dopodomani lavoro e così via. Ci vuol coraggio di questi tempi a far queste scelte, specie per i più giovani, ma l’andazzo del colosso ex Fiat non offre garanzie a lungo termine.



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