Funerale di Sammy Basso: la lettera scritta per il suo funerale - NOC Press

Funerale di Sammy Basso: la lettera scritta per il suo funerale

 




Una folla al suo funerale, a Tezze sul Brenta, in provincia di Vicenza, i genitori, gli amici, migliaia di persone, anche venute dall'estero, che pur senza conoscerlo hanno voluto essere presenti insieme a lui.

Oltre 4 mila persone hanno gremito il piazzale tra la chiesa parrocchiale di San Rocco e il campo sportivo.

Le anime dei giusti sono tra le braccia di Dio”, si legge nell’epigrafe come nell’immagine ricordo distribuita ai presenti, con Sammy ritratto sorridente, come sempre era, e con il suo immancabile Tau al collo.

Un funerale che aveva preparato come se fosse una "festa". Sull'altare il vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto. All’inizio della celebrazione, il parroco di Tezze ha letto il messaggio di cordoglio inviato dal segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, vicentino di Schiavon: "Mi unisco spiritualmente ai genitori, agli amici e a quanti oggi sono riuniti per dare a Sammy il cristiano commiato sulla terra e ne condivido il dolore e la speranza, trasformandoli in preghiera di suffragio per lui e di consolazione per tutti – ha scritto il porporato –. Ho avuto anch’io modo di conoscere personalmente Sammy perché l’ho incontrato un Natale, a casa mia e successivamente quando è venuto in udienza da Papa Francesco. Considero ciò una grazia speciale, perché Sammy è stato una grande luce che si è accesa nella notte del mondo. Molti, in questi giorni, hanno messo in rilievo i differenti aspetti della sua persona. A me stupì il fatto che come mi scrisse egli fosse interessato anche alla questione Israelo-palestinese e ne possedesse buona conoscenza, avendola studiata a fondo. Nell'occasione si offrì di mettere se stesso a servizio della pace in quella drammatica situazione, oggi ulteriormente aggravatasi, perché – così affermava – ho capito quanto possa essere importante anche solo la volontà del singolo per cambiare le cose e per dare speranza. Ci ha lasciato davvero una inestimabile testimonianza di vita e di fede! Mentre affidiamo Sammy alla misericordia del Padre – ha concluso il cardinale Parolin – mi auguro che la luce che egli ha acceso continui a illuminare e a riscaldare il cuore di tutti noi e, attraverso di noi, i cuori di quanti soffrono e cercano ragioni per vivere e sperare

Toccante l’omelia del vescovo Brugnotto che nel tratteggiare la figura di Sammy, ha reso pubblico il suo testamento spirituale, che Sammy aveva preparato per quando sarebbe stato il momento di salire al Cielo. “Il senso di ciò che stiamo vivendo, Sammy ha voluto dircelo con un testo, scritto il 22 settembre 2017, e aperto dai suoi genitori dopo la sua morte. 

È la sua ultima testimonianza che svela il senso dell’intera sua esistenza. Io non ho parole evangeliche più pregnanti delle sue. Ho pensato che in questo momento la cosa più sensata è prestare la voce a Sammy”, ha detto il vescovo leggendolo per intero. Due pagine cariche di fede, un inno alla vita che emerge ad ogni stralcio.

“Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente – premette Sammy –. . Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio”. Il giovane aggiunge: “La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco”. Sulla malattia: “Per buona parte della mia vita – scrive Sammy – ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo”. Pensando al suo funerale chiede di piangere ma anche festeggiare perché ora è col Signore: “Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio”, e prosegue con un invito: “Anche Gesù ha avuto paura della morte. È la paura dell’ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se lei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c’è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c’è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!

Sammy spiega il suo rapporto con quella che San Francesco chiamava sorella morte: “Da Cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato”. Ed è diretto: “Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile”. Ed esprime riconoscenza al Padre: “Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e lo ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana”.

I genitori di Sammy erano accompagnati da due persone con progeria. La mamma ha ringraziato le persone che sono state vicine al figlio: «Grazie per averlo amato e apprezzato per la sua unicità, accompagnandolo nel suo percorso di crescita, rendendo la fatica più lieve, lasciandovi coinvolgere dalla sua forza vitale. È grazie all'affetto che ognuna di queste persone ha saputo trasferirgli che Sammy ha saputo vivere così a lungo. Sammy non si è mai fermato a recriminare per la sua malattia, anzi ha saputo attraversarla fino in fondo con la ragione e con tutto se stesso, gettando lo sguardo oltre l'apparenza».

Nessun commento:

Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.