«Monte Sant’Angelo oggi è una città ancora più bella e libera», il sindaco d’Arienzo plaude l’antimafia per l’operazione “Mari e Monti” - NOC Press

«Monte Sant’Angelo oggi è una città ancora più bella e libera», il sindaco d’Arienzo plaude l’antimafia per l’operazione “Mari e Monti”

Pierpaolo d'Arienzo (foto profilo facebook)

L’operazione “Mari e Monti”, che di fatto ha reciso teste e ponti al più temuto clan, quello dei “li Bergolis”, meglio conosciuto come dei “montanari, con sede a Monte Sant’Angelo, dalla comunità montanara è stato accolta come una boccata d’ossigeno, una liberazione da un’etichetta che negli anni ha sempre oscurato la città garganica, spesso e quasi sempre rispondente alla nomea di mafiosa. Monte Sant’Angelo è tutt’altro. È una cittadina che nel turismo, nelle cose semplici e artigianali, nella divulgazione culturale delle loro preziosità artistiche, storiche e religiose, archeologiche, enogastronomiche e territorialmente orografiche variegate, ha investito molto per ridare vita a un Gargano sempre dipinto a tratti, per aree perlopiù costiere.

A tal fine, per riscattare una nomea che non le si addice, è il Sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo d'Arienzo, a scrivere sul suo profilo facebook il plauso alla “Squadra Stato” per il successo dell’operazione Mari e Monti”.

«Oggi è un’importante giornata per Monte Sant’Angelo, per il Gargano, per la provincia di Foggia.

Grazie alla Polizia di Stato, all’Arma dei Carabinieri e alla Guardia di Finanza che all’alba, sulla base delle indagini coordinate dal Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia e dirette dal Procuratore della D.D.A. di Bari, hanno dato esecuzione a ben 39 arresti: la migliore risposta che lo Stato potesse dare alla “quarta mafia”.

Una mafia che ha continuato a pervadere tutti i campi: dal turismo all’edilizia fino alla politica.

Una operazione che ci consegna anche una tristissima verità, che conoscevamo, naturalmente: il ruolo delle giovani leve.

Un fenomeno dilagante che toglie il sonno e il respiro e per il quale occorre agire con forza.

Ma l’operazione di oggi ci ricorda che il sistema mafioso non può essere combattuto solo con l'azione giudiziaria: è necessario costruire una rete di resistenza civile, economica e culturale che coinvolga l'intera comunità, dagli amministratori alle imprese alle associazioni a tutti i cittadini.

Oggi più che mai, dobbiamo continuare a lavorare per proteggere questo territorio, affinché non sia più soggetto al ricatto della criminalità organizzata.

Il grande lavoro che la comunità intera ha avviato in questi anni già porta Monte Sant’Angelo ad essere una comunità organizzata che combatte la criminalità organizzata.

Monte Sant’Angelo oggi è una città ancora più bella e libera!

E tutti i montanari per bene, che sono la stragrande maggioranza, ne devono essere fieri».

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