Rivolta nel carcere foggiano. Sfiorata la fuga. Sappe: «Il ministero sa tutto e non interviene» - NOC Press

Rivolta nel carcere foggiano. Sfiorata la fuga. Sappe: «Il ministero sa tutto e non interviene»



Si era temuto il peggio. Poi i rinforzi hanno sedato la rivolta. I detenuti del carcere di Foggia, ieri sera, 19 ottobre 2024, ancora una volta si sono ribellati e tentato di aprire i cancelli utilizzando un arnese in ferro.

Da quanto si è appreso, dalle poche informazioni trapelate, anche dal Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, durante la rivolta sarebbe stato coinvolto un agente della penitenziaria, senza alcun danno, che mentre stava chiedendo il cancello tra l’ingresso e i corridoi, si è visto lanciare un carrello d’acciaio che ha scardinato il cancello stesso.

Da lì a breve i detenuti avrebbero cercato l’uscita ma hanno trovato i sigilli, rimanendo bloccati, e poi fatti rientrare solo dopo l’arrivo dei rinforzi.

Una rivolta che segue altre avvenute nel penitenziario foggiano e per fortuna senza gravi conseguenze e fughe, come avvenne il 9 marzo 2020, in piena emergenza Covid-19, dove si registrò una evasione in massa di ben 72 detenuti. Il Sappe attraverso il segretario regionale Federico Pilagatti denuncia per l’ennesima volta: «Il ministro Nordio, i sottosegretari Ostellari e Delmastro sono a conoscenza della situazione, ma non agiscono. È necessario applicare con rigore le norme esistenti, come l’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede il carcere duro per i detenuti più pericolosi. Non possiamo più tollerare questa situazione. La vita dei nostri agenti e la sicurezza delle carceri sono in gioco». Una chiosa che parrebbe annunciare una forma di protesta del Sappe.

Il carcere di Foggia è uno tra i tanti italiani a soffrire. Il Sappe fa sapere che solo nel 2023 si sono registrati oltre 1.700 casi di violenza e oltre 8.000 atti di minaccia.

Rivolte avvalorate, da quanto fa sapere il Sappe, dalla impunità di diversi detenuti che continuano a far violenza, credendosi autorizzati. Un bel problema che il sindacato ha esposto più volte agli organi competenti ricevendo solo silenzi.

Poi c’è la sempre problematica dovuta anche alle condizioni con cui vivono giornalmente i detenuti; prima fra tutte il sovraffollamento. Difatti la casa circondariale di Foggia ospita circa 700 persone, oltre la capienza dovuta. Ed infine la carenza del personale di sicurezza, che costringe molti agenti a straordinari, turnazioni complesse, concause che producono difficolta e perciò l’indebolimento della sicurezza.

Il Governo, anzi i Governi di ogni colore e casacca, vara leggi urgenti per risanare conti, che poi si dimostrano solo l’ennesima, anche notturna, scelta pro-partito. Sarebbe il caso imminente che pensi a un piano serio e ben fatto per riportare l’ordine nelle carceri italiane e garantire la sicurezza di detenuti e operatori. Ci vuole un cambio di rotta, prima che tutto sfoci in rivolte, fughe e crimini.
 
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