Bologna. Scontri tra manifestanti e polizia. No al degrado, spaccio e violenza
Ieri, 09 novembre 2024, a Bologna si è svolta la manifestazione della Rete dei Patrioti e di Casapound. Dalla partenza e fino nelle prossimità di piazza XX settembre, nei pressi della stazione centrale, tutto si è svolto regolarmente. A garantire la sicurezza al corteo c’era un esercito di poliziotti in tenuta antisommossa. Un evento svolto con volontà contraria del Comune stesso per questioni di ordine pubblico, soprattutto per gruppi dichiaratamente neofascisti vicino alla stazione dove c'è stata la strage del 2 agosto 1980. Ma il Governo ha inascoltato il pericolo. Una manifestazione a margine delle ultime volontà del Governo Meloni, che con il DDL 1660 vorrebbe i blocchi stradali diventino reati con pene fino a due anni di reclusione, criminalizzazione delle proteste pacifiche, con l’aggravante per chi si oppone alla costruzione di grandi opere pubbliche.
Ma arrivato a pochi passi dalla stazione centrale il corteo della Rete dei Patrioti e di Casapound, tra l’altro ingiuriato dai cittadini per tutto il percorso, è stato intercettato dall’altro svolto da un gruppo di giovani del collettivo studentesco che cantavano “Bella ciao”, radunati con uno striscione “Contro fascismo e repressioni”. Da qui c’è stato lo scontro tra collettivo e corteo, sfondando la muraglia della Polizia, con immancabili cariche e feriti da entrambe le parti.
Dal mondo politico governativo, come era previsto, solidarietà ai manifestanti di destra, con una forte censura al collettivo definito dal vicepremier Salvini «criminali Rossi il cui posto giusto è la galera».
Dall’altra parte, Anpi, M5S, Pd e Sinistra Italiana, si sono riuniti al sacrario dei partigiani in piazza del Nettuno solidarizzando con chi ha fatto la Resistenza per liberare l’Italia dal nazifascismo e ribadire ancora una volta che la nostra Costituzione garantisce libertà di manifestare, specie se deve far valere i valori antifascisti.
A margine degli scontri è giunta la forte e netta contrarietà del Comune, con la presenza della vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, presente tra i manifestanti del collettivo.
Di controcanto il questore di Bologna Antonio Sbordone ha replicato che: «Abbiamo gestito tre cortei, mossisi contemporaneamente per le vie del centro, e in contrapposizione tra loro. Abbiamo garantito a tutti il diritto di manifestare, primario compito di una polizia democratica al servizio di uno Stato democratico»
Tuttavia, con le ultime decisioni che si vorrebbero adottare con il DDL 1660, rimane un vulnus per la Costituzione Italiana grande quanto una voragine in termini di democrazia, che le opposizioni politiche del Governo devono affrontare affinché il fu Belpaese rimanga, anzi oggi ritorni, ad essere quello dei Padri Costituenti.
Un DDL che stride con la storia del sangue versato per un Paese antinazifascista.
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