Foggia nuovamente tra le ultime città italiane. Ora per i rifiuti, lo certifica Legambiente
Fanno rabbrividire gli ultimi rapporti di Legambiente sullo stato di salute della città di Foggia. Su 106 comuni analizzati, il capoluogo dauno risulta tra gli ultimi. Tuttavia un sospiro di sollievo si può tirare giacché al di sotto vi sono comuni messi molto male.
Ciò, però non è una scusante, anzi deve spronare tutti i cittadini, amministratori in testa a far meglio e bene, seppur gli sforzi compiuti siano notevoli.
Le voci più disastrose per Foggia riguardano pulizia delle strade e igiene pubblica che risultano non pervenute. Mentre per la raccolta differenziata, passeggeri trasporto pubblico, offerta trasporto pubblico urbano, Ozono, e dulcis in fundo per le energie rinnovabili, oscilla nelle ultime quindici posizioni. A certificarlo è il rapporto annuale di Legambiente "Ecosistema Urbano 2024" sulle performance ambientali delle città, dove Foggia si colloca all'84esimo posto su 106 comuni, con un punteggio di 47,41% (fonte rapporto pag. 10).
Oltre alla differenziata, cui si tornerà a breve, balza all’occhio la voce per le energie rinnovabili. Proprio quelle che tanto hanno invaso la Capitanata, sostituendo alberi con pale eoliche e colture con pannelli solari. Un controsenso tutto nostrano, visto che dal PNRR son arrivati fior di quattrini per tali investimenti ma senza trarne comuni profitti, arricchendo privati, e facendo risultare meno produzione di energia.
Tuttavia è la città che ora si sta analizzando e la voce peggiore è quella raccolta differenziata che stenta a decollare. In città, in ogni via, traversa, piazza, cortile, angolo, campeggiano aree di pattumiera sparsa in terra, spesso circondando i cassonetti colmi. Aree nauseabonde, sporche e mai lavate, dove l’olezzo si fa strada nelle abitazioni circostanti e l’asfalto rimane permanentemente macchiato di liquidi nocivi. Un invito a nozze per ratti, insetti, randagi e purtroppo senza fissa dimore che cercando qualcosa di utile tra l’immondizia, lasciano in terra ciò che prendono nel cassonetto. Il servizio pubblico della raccolta dei cassonetti funziona, spesso svuotandoli frettolosamente con il scontato sversamento di liquidi e immondizia in terra.
Ne prenda atto Amiu, a maggior ragione che oggi è al centro di un’indagine della Procura della Repubblica di Foggia, per come sono stati affidati i servizi, con costi per la collettività oltre 200 milioni di euro per nove anni, quel tanto discusso accordo fatto quando al Comune c’era un commissario prefettizio, perciò volontà dello Stato me non un sindaco, volontà del popolo. Un’indagine che vede anche coinvolti dirigenti comunali.
Situazione peggiore è nelle periferie e lungo i tratti stradali che circondano Foggia: buste di ogni colore e grandezza riversate in terra, soste per auto colme di immondizia, bordi stradali sempre sporchi.
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Eppure uno sforzo fu fatto nel 2021 (non parliamo degli anni precedenti, Foggia era una città dimenticata da chi l’amministrava), quando sempre Legambiente nella “Menzione speciale Teniamoli d’Occhio: Comune di Foggia e Amiu Puglia”, dove a pagina 12, del periodico "Rifiuti Oggi" sull’Economia Circolare 2024 (anno 34 - numero 1) del rapporto “Comuni Ricicloni 2024”, si legge che "La riorganizzazione del servizio di igiene urbana nel Comune di Foggia è stata avviata il 30 novembre del 2021, su indicazione del Commissario straordinario, che, nell’ambito del Protocollo d’Intesa siglato da CONAI con ANCI Puglia, Regione e Ager". I risultati son stati soddisfacenti, tali da proiettare la nuova Amministrazione comunale a incrementare la raccolta differenziata porta a porta. "Nel marzo 2024 sono state avviate le attività di start-up e comunicazione per lo sviluppo della raccolta porta a porta presso le circa 1.650 utenze non domestiche (solo food e grandi produttori). Il nuovo servizio è stato avviato nel mese di aprile, ottenendo ottimi risultati in termini di partecipazione e incremento della raccolta differenziata. È in corso la realizzazione di una nuova campagna di comunicazione su vasta scala per informare i cittadini sul corretto conferimento dei rifiuti".
Intenzioni buone ma oggi nei fatti è tutt’altro e i risultati sono, oltre sotto gli occhi dei foggiani, certificati da Legambiente.
Riperdendo un titolo di un noto film del 1976, diretto da Ettore Scola e interpretato da Nino Manfredi, “Brutti sporchi e cattivi”, Foggia per Legambiente rispecchia la miseria, morale e materiale, di un sistema che non funziona, seppur le intenzioni sono contrapposte alle azioni intraprese amministrativamente.
In altre parole, la raccolta differenziata fa fatica a decollare: quelle poche utenze interessate, solo per gli esercenti, sono la minima parte che abbracia l’intera utenza cittadina.
Una classifica che potrebbe ridare il “La” a Cruciani e simil suoi nel deturpare un nome urbano, e tutta la cittadinanza, solo per il gusto di fare audience, senza mai aver visitato Foggia, definendola più ancora più brutta e ora sporca; per cattivi ci sono già le cronache che purtroppo sono lo specchio di un’ordinarietà congenita malavitosa, criminale e mafiosa e spesso giovanile, che forze dell’ordine e Prefettura stentano almeno a mitigare.
Mai e poi mai i foggiani vorrebbero ritrovarsi ancora ultimi nei prossimi rapporti, che siano ambientali, del buon vivere, sulla sicurezza. L’Amministrazione comunale è invitata porre rimedio, senza aumentar tasse giacché quei 200 milioni tradotti in mensilità sono oltre 20 milioni di euro.
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