Lucio Dalla: «Ascoltare il buio e vedere il silenzio». È il Gargano, una sua terra
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(foto: wizzair.com e Scoprire il Gargano) |
In un recente post su facebook a cura di Mario Nigro, si elogia la bellezza della provincia di Foggia, in particolare del Gargano. Lo fa pubblicando una bellissima "Lettera Aperta" del compianto indimenticabile poliedrico artista Lucio Dalla, da sempre amante del territorio garganico, tant'è che prese casa alle Isole Tremiti. Tutti sanno che Lucio Dalla aveva origini garganiche, meglio dire sipontine. Su di lui son stati scritti libri che riprendono queste origini, amate profondamente, da sempre note e rivendicate anche con la musica in alcuni sui brani.
Mario Nigro: «Riporto integralmente qui l'articolo che Lucio Dalla ha scritto e dedicato alla nostra terra: BELLISSIMO».
«Questa
è una delle tante sere ai piedi del Gargano, a Foggia, come mille altre
volte o a Manfredonia o Mattinata, benedetta dal sole e dalla luce che
ti riempie gli occhi ma non li ferisce, ma anche a Monte Sant'Angelo tra
il fresco delle rocce e il respiro degli ulivi, fra case medievali
della bianca dignità del tempo e della memoria rinnovata tra il gotico
romanico e longobardo che vuole dire soprattutto pugliese.
Pugliese
dei miracoli, dei nomi e dei diavoli, del misticismo e della laica
allegria del vento sempre complice e al servizio del pastore e
dell'ulivo che suda il caldo dell'estate più bella, più blu di cielo e
più bianca di luce che c'è. Io sono anni che vengo tra queste terre
benedette e uniche, vengo perchè non so o perchè non ne posso fare a
meno per quel misterioso gioco della memoria che analizza i ricordi, li
trasporta nel presente, li rinnova e li cambia come fossero respiri
dagli inizi secolari o che non si chiudono, non si concludono mai e che
mantengono croccante il pane che hai tagliato venti anni prima o non
seccano mai quel vasetto di olive che la tata preparava e che tu non hai
mai avuto il tempo di aprire. Sono appena le ventidue che decido di
passare all'azione; prendo la macchina e, come faccio ogni volta, salgo
da Manfredonia verso Mattinata fino a Monte, vado a vedere il Silenzio.
E
qui mi devo spiegare: appena passato il paese, prendendo la direzione
San Giovanni Rotondo, si supera il bivio per Macchia e si imbocca il
lungo rettilineo che porta al paese di Padre Pio, dopo un chilometro
scarso, se è notte come questa notte e se il cielo è così pieno di
stelle da doversi vergognare, ti trovi davanti a uno degli spettacoli
più unici da vivere e più difficili da dimenticare. Lì puoi "ASCOLTARE
IL BUIO E VEDERE IL SILENZIO".
Credo
di avere portato in questo posto decine di persone, tutti amici fidati e
dopo essermi fatto promettere il totale mantenimento del segreto e la
massima riservatezza e non prima di avere tranquillizzato i più
suggestionabili, enfatizzando con parola giusta questo straordinario
spettacolo, ho visto molti di loro piangere o altri addormentarsi alla
luce brillica delle stelle e al più impetuoso silenzio mai ascoltato
prima.
Ecco che cosa ha
questa terra: è unica, è un ponte per entrare nella tua anima, per
godersi spettacoli che non ci sono più o non sono mai esistiti, per
sentirsi antropologo si se stesso, per giocare, esplorare, pregare, fare
il bagno nel mare della storia o in quello salato tra i più puliti e
meglio costeggiati che questo povero Adriatico ancora può permettersi,
sperando che Dio, grande e unico profusore di dolci bellezze, ci
conservi tutto questo per tanto, tanto tempo ancora. E cioè per sempre».
Ciao Lucio
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