Egitto: confermata la condanna a 25 anni per l'italiano arrestato per traffico di droga - NOC Press

Egitto: confermata la condanna a 25 anni per l'italiano arrestato per traffico di droga



La vicenda che coinvolge Luigi Giacomo Passeri, un giovane italiano di 32 anni originario di Pescara, ha preso una piega drammatica. Dopo mesi di attesa e incertezze, la Corte egiziana ha confermato la condanna a 25 anni di reclusione per il giovane, arrestato lo scorso agosto mentre si trovava in vacanza in Egitto. La sua accusa è quella di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ma i suoi familiari sostengono che fosse in possesso solo di piccole dosi di droga, destinate esclusivamente al consumo personale.

La notizia ha scosso l'opinione pubblica, poiché Passeri, che da tempo vive a Londra, si era recato in Egitto per motivi di svago, senza immaginare che quel viaggio si sarebbe trasformato in un incubo. La sua condanna è stata confermata in appello, ma la sua famiglia non ha intenzione di arrendersi. In questi mesi, infatti, i familiari hanno fatto sentire la loro voce, denunciando le condizioni inumane in cui Luigi Giacomo Passeri sarebbe stato costretto a vivere in carcere. Secondo le testimonianze raccolte, il giovane avrebbe subito torture durante la sua detenzione, un aspetto che ha suscitato preoccupazione e indignazione in Italia e non solo.

Nel corso delle settimane successive all'arresto, la vicenda ha attirato l'attenzione anche della politica italiana. Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, ha preso una posizione forte, chiedendo al governo italiano di intervenire in favore di Passeri. Grimaldi ha presentato una interrogazione parlamentare per sollecitare chiarimenti sul caso, sottolineando la gravità della situazione e sollecitando l'intervento delle autorità diplomatiche per fare luce sulla presunta violazione dei diritti umani subiti dal cittadino italiano.

Il caso Passeri ha suscitato un acceso dibattito, non solo per le circostanze dell’arresto, ma anche per il trattamento riservato ai detenuti in Egitto. La vicenda pone in evidenza le difficoltà e le incognite legate alla giustizia internazionale e ai diritti umani, con un appello alle istituzioni italiane per garantire che vengano rispettati i diritti fondamentali di tutti i cittadini, anche quando si trovano lontano da casa.

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