Morto Oliviero Toscani. Il cordoglio del presidente Emiliano
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(foto Eirik Solheim - www.eirikso.com da Wikipedia) |
È morto il fotografo Oliviero Toscani, 82 anni. Famoso per le sue collaborazioni, per la sua maestria, ma anche per essere un personaggio a volte scomodo per il suo modo di approcciarsi all'immagine e ai vari argomenti.
Raramente le sue campagne pubblicitarie sono passate inosservate, anzi, spesso sono state causa di discussioni, come quelle realizzate negli anni novanta: una con il bacio tra un prete e una suora l'altra con bambini e persone di etnie diverse.
Altre sue campagne hanno creato slogan rimasti comunque nel ricordo collettivo come quella del 1973 con un sedere e la scritta “Chi mi ama mi segua”, realizzata per il marchio Jesus Jeans.
Da un paio d'anni gli era stata diagnosticata una malattia ’amiloidosi, una rara malattia neurodegenerativa, e venerdì mattina era stato ricoverato all’ospedale di Cecina, in provincia di Livorno, per l’aggravarsi delle sue condizioni.
Oliviero Toscani era nato a Milano il 28 febbraio del 1942: suo padre, Fedele Toscani, lavorò per molti anni come fotoreporter per il Corriere della Sera, il giornale su cui Oliviero pubblicò la sua prima foto quando aveva 16 anni. Dopo la laurea in editoria e grafica all’Università delle Arti di Zurigo, negli anni Settanta cominciò a collaborare con riviste italiane e internazionali, come Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar, Esquire, Stern e Liberation e a scattare foto per le campagne pubblicitarie di diverse case di moda, tra cui Valentino e Chanel.
La grande novità del suo approccio alla fotografia pubblicitaria, consiste nell'attingere a piene mani alle problematiche sociali del momento e inserirle nelle pagine patinate della pubblicità . Questo suo nuovo approccio trova il coronamento nel rapporto, iniziato nel 1982, con l'azienda Benetton. Toscani cura lo scatto e il concept delle campagne pubblicitarie: temi come l'uguaglianza razziale, la mafia, la lotta all'omofobia, il contrasto al diffondersi dell'AIDS, la ricerca della pace, l'abolizione della pena di morte vengono per la prima volta proposti sui cartelloni stradali e sulle pagine pubblicitarie.
A partire dal 1982 cominciò a lavorare sull’identità del marchio di moda Benetton. In quegli anni Toscani ebbe l’intuizione di inserire all’interno delle campagne pubblicitarie elementi di denuncia sociale, toccando temi come l’antirazzismo, la contrarietà alla pena di morte e l’attivismo contro l’AIDS. Questa strategia, riassunta dal famoso slogan pubblicitario “United Colors of Benetton”, diede all’azienda una grande notorietà internazionale.
Durante il suo periodo in Benetton, Toscani espanse le attività del gruppo anche ad altri ambiti, come per esempio l’editoria: lo fece soprattutto attraverso la fondazione Colors, una rivista trimestrale focalizzata sull’immagine che fu pubblicata tra il 1991 e il 2014.
Nel 1994 contribuì a fondare Fabrica, un centro di ricerca finanziato da Benetton e dedicato alla comunicazione. In quel decennio Toscani cominciò anche a dedicarsi all’attività accademica, tenendo corsi sulla comunicazione in varie università , fra cui l’Accademia di architettura di Mendrisio, in Svizzera.
Nel 2000 interrompe la collaborazione con il gruppo Benetton in seguito a una controversa campagna che utilizza foto reali di condannati a morte negli Stati Uniti e che provoca azioni di ritorsione verso la casa di moda.
In seguito, Toscani curò campagne pubblicitarie di altre aziende e collaborò con vari enti pubblici e organizzazioni non profit, tra cui il ministero dell’Ambiente, la Regione Calabria e la Fondazione Umberto Veronesi.
In occasione della celebrazione dei 30 anni del Servizio sanitario nazionale, Oliviero Toscani firma, per il Ministero della Salute, la campagna di comunicazione "Pane, Amore e Sanità ". Collabora con lo stesso Ministero, nel 2008, per la campagna "Tu di che razza sei, umana o disumana?" lanciata per contrastare la prima causa del randagismo, ovvero l’abbandono dei cani.
Tornò a lavorare in Benetton tra il 2018 e il 2020, assumendo nuovamente il ruolo di direttore di Fabrica.
Nel giugno 2023 gli viene diagnosticata la malattia.
Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ricorda la figura di Oliviero Toscani.
“La scomparsa di Oliviero Toscani è una notizia che mi rattrista molto. Ci eravamo conosciuti nel gennaio del 2007 a Mantova in occasione del “Premio Federico Zeri” che mi fu conferito per l’abbattimento di Punta Perotti, e proprio lui era nella giuria che scrisse: “Con la demolizione di Punta Perotti la città di Bari ha dato un segnale assai importante a tutto il Paese: che davanti al sopruso, all’illegalità , all’offesa alla Costituzione della Repubblica e ai principi della tutela non bisogna rassegnarsi, ma occorre reagire”. Da allora si è stabilito un sincero e affettuoso rapporto personale. Oggi perdiamo una grande personalità , un maestro della fotografia, un uomo che ha fatto della passione, dell’intelligenza e del coraggio le cifre distintive della sua opera artistica e anche umana. Oliviero Toscani ci lascia una immensa eredità culturale e civile che sta a noi tutelare e tramandare. Alla famiglia e ai suoi cari giungano le più sentite condoglianze a nome mio e dell’intera comunità pugliese”.
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