Oro, incenso e mirra: i doni portati dai Re Magi
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(foto iessephoto da pixabay) |
L’Epifania, termine che significa ‘manifestazione della divinità ’ è una ricorrenza in cui i cristiani celebrano l’apparizione di Gesù al mondo.
Infatti. nel giorno dell’Epifania i tre Re Magi arrivano a Betlemme e in un’umile capanna scoprono il Bambino con Maria e Giuseppe.
La storia dei Re Magi ha origini molto lontane e viene considerata una leggenda proprio perché le fonti a riguardo sono poche e imprecise. I tre misteriosi personaggi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo che parla dei Magi che dall'Oriente arrivarono a Gerusalemme durante il regno di Erode alla ricerca del neonato Re dei Giudei. Arrivano 12 notti dopo la sua nascita.
La tradizione vuole che i Magi portassero dei doni con loro, uno a testa: loro, perché è il dono riservato ai re e Gesù è considerato Re dei Re; lincenso, per venerare la sua divinità , e la mirra, usata nel culto dei morti, poiché Gesù è un mortale.
Ma vediamo nel dettaglio i tre doni.
L’incenso, viene offerto da Gaspare, il più giovane del Re Magi. Si tratta di una resina ricavata dalla corteccia delle piante della famiglia delle Burseraceae, originare della penisola arabica e dell’Africa nord orientale. Chiamato anche “gomma di olibano”, o semplicemente olibano, l’incenso è stato utilizzato fin dalle epoche remote nell’ambito di cerimonie religiose e rituali.
Il fumo che saliva dall’incenso bruciato era considerato un’offerta gradita agli dei e favoriva la meditazione e la purificazione.
La mirra o incenso di mirra, viene portata in dono da Baldassarre, il Magio dalla pelle scura, ed è anch'essa una resina, estratta dal tronco di una Burseracea. Il termine “mirra” deriva dalla parola semitica murr che vuol dire “amaro”. Essa è originaria della Somalia ed Etiopia. La mirra, la preziosa sostanza dal profumo straordinario anticamente era una sostanza commerciata come bene raro e prezioso.
Oltre che per il suo valore, la tradizione cristiana vuole che la mirra sia stata regalata a Gesù dai Re Magi in termini simbolici. I significati potrebbero essere molteplici e, tra i tanti, l'unzione di Cristo o la prefigurazione del sacrificio di Gesù per espiare i peccati dell'umanità .
Per quanto riguarda la simbologia della mirra come dono per Gesù, come l’incenso indica il riconoscimento da parte dei Re Magi della Sua natura divina, così la mirra celebra la Sua umanità . Questo perché anticamente la mirra era usata tra le altre cose per il culto dei morti. Già nell’antico Egitto veniva impiegata nel processo di imbalsamazione, e si pensava che fosse determinante nella vittoria della vita sulla morte.
Infine l’oro, dono di Melchiorre il più anziano dei Re Magi. Il prezioso metallo è il simbolo del riconoscimento della regalità di Gesù da parte dei tre sapienti arrivati dall’Oriente. Infatti l’oro era il dono riservato ai re e Gesù, per i Magi, era il re dei re. Tutte le grandi civiltà hanno usato l’oro per glorificare i propri sovrani e i propri dei.
Secondo le leggende tramandate nei secoli Melchiorre offrì l’oro in forma di un pomo d’oro, che rappresentava la perfezione del mondo, e di trenta denari. Nelle mani di Gesù il pomo si ridusse in polvere, a simboleggiare che il Bambino era venuto a portare un mondo nuovo.
I trenta denari d’oro sarebbero stati quelli che Abramo aveva usato per comprare il campo di sepoltura per sé e la sua famiglia. Gli stessi offerti ai fratelli di Giuseppe quando lo vendettero come schiavo. E, ancora, Maria perdette i trenta denari durante la fuga in Egitto. Un pastore malato li trovò nel deserto, mentre si recava a Gerusalemme per farsi guarire da Gesù che, già adulto, predicava la buona novella. A lui il pastore offrì i doni e i trenta denari, e Gesù li offrì a sua volta al tempio. E, infine, erano trenta i denari per cui Giuda tradì il suo maestro.
Esiste anche un’interessante teoria riguardo ad un’erronea traduzione del vangelo dall’aramaico, secondo la quale l’oro citato non sarebbe il metallo, ma l’oro d’Oriente, ovvero la curcuma. Questa spezia, che dell’oro ha il colore, è dotata di grande virtù curative, e questo la ricollegherebbe alle proprietà di incenso e mirra. In questo modo i Re Magi avrebbero donato a Gesù Bambino due incensi e una spezia, tutti materiali preziosi, tutti profondamente legati alla vita spirituale degli antichi, al culto religioso e a quello dei defunti, ma anche alla cura del corpo, alla salute, al trionfo della vita. Anche questa interpretazione risulterebbe dunque calzante.
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