Aula semi vuota sulla sfiducia a Santanchè: tra assenze e imbarazzi, la ministra resta in silenzio
Un’Aula semivuota, un governo che minimizza e una ministra che, pur essendo la protagonista della giornata, sceglie il silenzio. Daniela Santanchè si è presentata alla Camera per la discussione sulla mozione di sfiducia avanzata dal Movimento 5 Stelle, ma senza prendere la parola. Un atteggiamento che ha suscitato reazioni contrastanti e ha alimentato ulteriormente il dibattito politico.
Dopo aver seguito il confronto dai banchi del governo, la ministra del Turismo ha lasciato Montecitorio senza rilasciare dichiarazioni. Nessun commento ai giornalisti, nessuna difesa in Aula, solo qualche momento di pausa al ristorante interno e una sigaretta nel cortile, protetta dal suo staff. Il suo intervento è stato rimandato a data da destinarsi: solo quando si arriverà al voto, assicurano da Fratelli d’Italia, Santanchè dirà la sua.
Un'Aula svuotata dal centrodestra
Ciò che ha colpito di più è stata la scarsa presenza della maggioranza in Aula. Tra i banchi del governo, accanto a Santanchè, c’erano solo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il titolare della Protezione Civile, Nello Musumeci, la viceministra dell'Ambiente Vannia Gava (Lega) e il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (FdI).
Dai gruppi di maggioranza, invece, il segnale è stato chiaro: nessun rappresentante di Forza Italia, Lega o Noi Moderati ha preso posto nell'emiciclo. Un'assenza che ha fatto rumore e che l’opposizione non ha esitato a sottolineare. In totale, solo una dozzina di deputati di Fratelli d’Italia hanno fatto capolino, senza tuttavia intervenire. Sul fronte opposto, invece, si contavano circa quaranta parlamentari dell’opposizione, tra cui spiccavano la segretaria del PD, Elly Schlein, e il leader del M5S, Giuseppe Conte.
Conte all’attacco: "Anche loro si vergognano"
Proprio Conte, a fine seduta, ha usato i social per commentare la situazione con parole dure:
"Nessuno si è presentato a difendere la loro ministra, anche loro si vergognano. Santanchè è un pessimo esempio per l’Italia, deve dimettersi. Dobbiamo tutelare il decoro e la dignità delle istituzioni".
Una critica che trova eco nelle parole dei democratici, i quali insistono sul fatto che Santanchè avrebbe già dovuto fare un passo indietro da tempo. "Non è solo lei a scappare, con lei c’è anche Giorgia Meloni, che improvvisamente è scomparsa, insieme alle sue promesse", hanno attaccato i dem.
Il M5S, dal canto suo, ha puntato il dito direttamente sulla premier: "La smetta di giocare a nascondino e venga a dirci la verità. Dice di non essere ricattabile, ma allora chi la ricatta? Qualcuno nella sua stessa maggioranza? È per questo che non riesce a pretendere le dimissioni della ministra?".
Nel frattempo, Santanchè lasciava l'Aula senza indugiare, tra le urla dell'opposizione che gridava "vergogna, vergogna".
La difesa della maggioranza: "Solo un lunedì qualunque"
Se per l’opposizione quella di oggi è stata la conferma di una maggioranza in difficoltà, dall’altro lato si cerca di minimizzare. Nel Transatlantico, tra chiacchiere e dichiarazioni ai cronisti, il centrodestra ha provato a spegnere le polemiche.
Nello Musumeci ha dichiarato: "Non c’è nulla di strano nell’assenza dei colleghi di FI e Lega, e anche di parte di Fratelli d’Italia. Sapevamo che oggi non ci sarebbero stati interventi né votazioni". Il ministro ha poi difeso Santanchè: "Non l’ho vista amareggiata, è determinata e convinta di essere dalla parte della ragione. Spero possa dimostrare la sua estraneità ai fatti che le contestano".
Anche Ciriani ha ridimensionato il significato dell’Aula semivuota: "Oggi è lunedì, non c’erano molti presenti neanche dall’altra parte. Quando si voterà, saremo tutti qui".
Ma la vera domanda resta: basterà questo atteggiamento attendista a placare le polemiche o il voto sulla mozione di sfiducia sarà l'ennesima prova di una maggioranza sempre più divisa?
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