La Russia è in guerra con l’Ucraina o con l’Occidente? Il ruolo della Germania nella nuova era geopolitica
La recente dichiarazione del ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha suscitato grande attenzione. Parlando di una "nuova era di nefandezza", Baerbock ha ribadito l'importanza di una pace giusta e duratura in Ucraina. Ha affermato che nessuno più degli ucraini desidera la fine delle ostilità e che una tregua temporanea non sarebbe sufficiente se significasse solo una pausa in attesa del prossimo attacco.
"Non accetteremo mai un'inversione tra carnefici e vittime. Una simile inversione sarebbe fatale per il futuro della sicurezza globale e per gli Stati Uniti", ha dichiarato Baerbock, sottolineando l'importanza di non confondere aggressori e aggrediti. La sua affermazione, accompagnata dalla richiesta che "come transatlantici" europei bisogna difendere i propri valori e interessi, ha messo in evidenza la volontà della Germania di assumere un ruolo di leadership in questa delicata fase storica.
Baerbock ha anche evidenziato che, nonostante i cambiamenti politici imminenti in Germania, non c'è tempo da perdere: il paese deve agire subito per guidare il fronte occidentale in questa crisi. È un cambio di passo importante rispetto a qualche anno fa, quando la stessa Baerbock rispondeva con cautela alle richieste di invio dei carri armati Leopard in Ucraina.
Il contesto si è ulteriormente complicato con la recente decisione del presidente Donald Trump di bloccare le forniture di armi, compresi i missili ATACMS. Questo ha spinto l’Europa ad assumere una posizione più assertiva e decisa nel sostenere militarmente l’Ucraina.
La guerra in Ucraina è spesso descritta come un conflitto per procura tra Russia e Occidente, ma sempre più sta emergendo come uno scontro tra due visioni geopolitiche inconciliabili: quella "ultra atlantista" incarnata da Baerbock e quella che crede nelle "sfere di influenza", difesa dalla Russia.
Già nel 2017, durante un discorso a Davos, l’allora vicepresidente americano Joe Biden aveva messo in guardia contro il rischio di una rottura dell'ordine internazionale liberale, puntando il dito principalmente contro la Russia. Dal canto loro, Vladimir Putin e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov hanno sostenuto l'idea di un "ordine mondiale post-occidentale" basato sulla sovranità e sugli interessi nazionali.
L’invasione russa del 2022 ha rappresentato il culmine di tensioni crescenti. Sebbene le ostilità siano iniziate ufficialmente con il discorso infuocato di Putin seguito dai bombardamenti in Ucraina, le motivazioni dietro il conflitto sono spesso oggetto di dibattito in Occidente. Mentre alcuni media hanno etichettato l’azione russa come una "aggressione non provocata", altre interpretazioni sostengono che la guerra sia frutto di decenni di tensioni geopolitiche irrisolte.
L'Occidente ha spesso guardato con superiorità ai paesi dell’ex blocco sovietico, con rapporti che talvolta dipingevano ucraini e russi come "scolari indisciplinati" incapaci di gestire autonomamente le proprie politiche. Questo atteggiamento, unito a eventi cruciali come la Rivoluzione Arancione del 2004 e le proteste di Maidan del 2013-2014, ha spinto Mosca a percepire l’Occidente come una minaccia alla propria influenza.
La questione centrale resta se la Germania possa davvero guidare l’Europa in un contesto così delicato. La decisione di Baerbock di sostenere fermamente l’Ucraina sembra confermare questa intenzione. Tuttavia, se una pace immediata risulti solo una "pausa" in attesa di nuovi attacchi russi o possa rappresentare una vera stabilizzazione geopolitica, è una questione che solo il tempo potrà chiarire.
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