Reggio Emilia: operazione congiunta Polizia di Stato e Guardia di Finanza contro la ‘Ndrangheta, 5 arresti - NOC Press

Reggio Emilia: operazione congiunta Polizia di Stato e Guardia di Finanza contro la ‘Ndrangheta, 5 arresti

 




I poliziotti della Squadra mobile di Reggio Emilia, con l’ausilio degli agenti del Servizio centrale operativo, della Mobile di Bologna e Crotone e con la collaborazione dei militari della Guardia di finanza, hanno eseguito 19 perquisizioni personali nelle province di Reggio Emilia, Parma, Crotone, e cinque arresti nei confronti di una associazione a delinquere di stampo mafioso.

I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Bologna Dott. Alberto Ziroldi, su richiesta della Procura della Repubblica di Bologna - Direzione Distrettuale Antimafia, sulla base degli esiti di una lunga e complessa indagine, denominata “Ten”, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Beatrice Ronchi, nei confronti di taluni esponenti del sodalizio mafioso di tipo ‘ndranghetista operante in Emilia Romagna ed avente quale epicentro la città di Reggio Emilia.

Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di un gruppo criminale di matrice ‘ndranghetistica, operante in Emilia Romagna, gruppo mafioso ARABIA, sodalizio caratterizzato dall’ampia disponibilità di armi e dedito alle estorsioni, alle truffe, nonché alla ricettazione di beni provento di furti a ditte di autotrasporto, commessi al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa.

Il capo dell’associazione, già condannato in passato con sentenza passata in giudicato per associazione a delinquere di stampo mafioso, e il cui fratello è stato ucciso nel 2003 a Steccato di Cutro nel corso della guerra di mafia, operando in sinergia con i suoi sodali, ha posto in essere condotte tipicamente mafiose, con l’adozione di modalità violente e comunque intimidatorie, sia a scopo ritorsivo e punitivo, sia per imporre, con la forza di intimidazione promanante dall’appartenenza al sodalizio ‘ndranghetistico emiliano, la propria volontà.

Gli approfondimenti investigativi dei militari della Finanza hanno permesso di ricostruire anche numerosi frodi fiscali, realizzate con l’emissione di fatture false per un totale di circa 2 milioni di euro che hanno fruttato agli arrestati una cifra vicina ai 300mila euro, soldi sottoposti a sequestro preventivo.

Il meccanismo fraudolento posto in essere dagli indagati mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un totale di € 1.802.930,93 nei confronti, in particolare, di n. 12 principali società utilizzatrici, ha fruttato in pochi anni al sodalizio criminale un guadagno pari ad € 326.435,07 quale prezzo del reato, somma oggetto di sequestro preventivo disposto dal GIP con l’ordinanza ed eseguito congiuntamente dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato.

Contestualmente all’esecuzione del sequestro preventivo sono state perquisite anche le sedi di sei società, che, sulla base dei riscontri investigativi eseguiti, risultavano essere coinvolte nel sistema di frode.

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