Trump smaschera l’Europa: sostegno a Zelensky e i fallimenti diplomatici dei leader europei
Donald Trump, dopo aver sbeffeggiato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha ridicolizzato il premier britannico Keir Starmer, che è volato a Washington con una lettera in mano, sperando di ottenere il sostegno americano per il contenzioso ucraino.
Zelensky, nel suo incontro con Trump, aveva continuato a insistere per un supporto militare incondizionato, definendo il presidente russo Vladimir Putin un "killer" e rifiutando qualsiasi possibilità di cessate il fuoco o accordo sulle terre rare. In una posizione di forza, Trump e il senatore JD Vance avevano già fatto capire al leader ucraino che le sue opzioni erano limitate e che senza l'appoggio degli Stati Uniti, l'Ucraina e il suo destino erano ormai segnati.
Il messaggio sembrava rivolto anche a Londra e Parigi, dove i leader continuano a sostenere Kiev senza riserve, ma il recente vertice di Londra non ha prodotto alcun risultato concreto. In Europa, dove le leadership sono sempre più inadeguate, l'assenza di una strategia chiara e di un vero piano di azione militare sta diventando evidente. Senza gli Stati Uniti, l'Unione Europea non ha chance di prevalere in questo conflitto.
I sostenitori della linea occidentale continuano a insistere sulla necessità di non permettere alla Russia di "vincere" e di pagare il prezzo dell'invasione in Ucraina. Ma, quando gli Stati Uniti hanno invaso paesi come l'Iraq, la Serbia e l'Afghanistan, quale "prezzo" hanno mai pagato? E quando hanno separato il Kosovo dalla Serbia, hanno parlato di "integrità territoriale"? La Storia dimostra l'iniquità di queste affermazioni.
L’Ucraina sta pagando un prezzo pesante in questa guerra. Le terre rare, il sostegno americano da 350 miliardi di dollari e la crescente richiesta di risarcimento da parte di Trump indicano che gli Usa stanno cercando di recuperare quanto investito. Inoltre, l'Europa è costretta a dipendere dal gas americano, e ora che gli Stati Uniti si allontanano dalla loro alleanza, i paesi europei si trovano a fare i conti con un riarmo frenetico.
L'obiettivo iniziale della guerra in Ucraina sembra chiaro: indebolire e deindustrializzare l'Europa. Sotto la presidenza Biden, l'Europa è stata spinta a rinunciare al gas russo e ad affrontare sanzioni che hanno strangolato l'economia. Già con Obama, l’Europa era costretta a pagare un prezzo più alto per il gas americano, mentre le politiche di Biden hanno favorito il trasferimento delle industrie europee negli Stati Uniti, dove i costi energetici sono inferiori.
Nel frattempo, gli osservatori atlantisti si sorprendono che gli USA non considerino più l'Europa come un alleato privilegiato. Tuttavia, è dal 2014, con il celebre "F*** the EU" di Victoria Nuland, che gli Stati Uniti hanno segnato il distacco da Bruxelles. Trump, pur con uno stile comunicativo rozzo, sembra avere come obiettivo la fine della guerra, mettendo fine a una carneficina inutile e cercando di ricostruire l’Ucraina, distrutta per colpa delle scelte di un leader che ha rifiutato gli accordi di pace nel marzo 2022, seguendo le pressioni di Boris Johnson.
Nel vertice di Londra, invece di trovare una soluzione definitiva, si è parlato di una "coalizione di volenterosi" per il sostegno a Kiev, ma senza alcuna chiarezza su chi dovrà partecipare e con quali risorse. Con gli eserciti di Francia e Regno Unito incapaci di resistere più di 48 ore, l'idea di inviare truppe appare sempre più un'impresa senza speranza.
Mentre i leader dell'UE continuano a difendere la politica delle sanzioni e a proporre l'invio di truppe, il concetto di "pace giusta" sembra più una formula vuota, priva di fondamento, che viene usata per giustificare una narrativa di superiorità morale e arroganza. Il tentativo di esportare la "democrazia liberale" da parte di alcuni governanti europei contrasta apertamente con i principi su cui si basano le loro politiche interne.
La situazione in Francia, Germania e Regno Unito dimostra quanto la legittimità di questi governi sia ormai compromessa, e come la gestione della guerra contro la Russia stia minando gli interessi vitali dell'Europa. Tuttavia, il pericolo più grande non risiede solo nella mediocrità dei loro leader, ma nella loro disposta a trascinare l'Europa verso una terza guerra mondiale o uno scenario autoritario.
Donald Trump, pur facendo i suoi interessi, ha avuto il merito di smascherare la realtà e inaugurato una nuova fase nelle relazioni internazionali, più pragmatica e meno dipendente dalla retorica dei "buoni principi". Ha aperto una nuova era, dove il gioco delle potenze si basa sui rapporti di forza, e le carte dei leader europei non sono poi tanto diverse da quelle di Zelensky.
Nessun commento:
Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.