"Una storia vera": L'operazione Gladio e la guerra silenziosa [Video Ascolto] - NOC Press

"Una storia vera": L'operazione Gladio e la guerra silenziosa [Video Ascolto]




Ascolta il Video




L'Operazione Gladio è stata una delle operazioni di intelligence più segrete, complesse e controverse della storia della Guerra Fredda. Iniziata nei primi anni '50 e rivelata al pubblico solo decenni dopo, Gladio è un esempio di come la NATO e i governi occidentali abbiano creato una rete clandestina per proteggere l'Europa occidentale dalla minaccia sovietica, ma anche per affrontare potenziali minacce interne. La sua scoperta ha sollevato questioni sulla trasparenza, la legalità e l’etica delle operazioni di intelligence.

Contesto storico

Il contesto storico in cui nacque Gladio è cruciale per capire la sua importanza. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l'Europa si trovò divisa tra il blocco occidentale (guidato dagli Stati Uniti e dalle potenze alleate) e quello sovietico (dominio dell'Unione Sovietica). L'intensificarsi della Guerra Fredda portò alla creazione di alleanze strategiche per contrastare l'avanzata del comunismo, con particolare preoccupazione da parte dei governi occidentali riguardo alla possibile diffusione di movimenti comunisti in Europa, dove il Partito Comunista aveva notevole influenza in paesi come l'Italia, la Francia e la Grecia.

L'inizio dell'Operazione Gladio

Nel 1951, in risposta alla crescente minaccia sovietica, la NATO, sotto la pressione degli Stati Uniti, decise di creare una rete di "stay-behind" – cioè gruppi paramilitari che sarebbero rimasti attivi in caso di invasione sovietica o di un colpo di stato comunista. Questi gruppi dovevano essere in grado di raccogliere informazioni, sabotare le infrastrutture nemiche e, se necessario, condurre azioni di guerriglia. La creazione di questa rete fu autorizzata dai principali governi alleati, ma fu operata segretamente, senza il consenso pubblico, al fine di mantenere l'elemento di sorpresa e proteggere le operazioni dalle interferenze politiche.

Nel caso italiano, la creazione della rete Gladio fu gestita da figure di spicco come il generale Giovanni Allavena, che lavorò direttamente sotto l'ombrello della NATO, in collaborazione con i servizi segreti italiani (SID, Servizio Informazioni Difesa). Questi gruppi erano composti da civili addestrati in operazioni di guerriglia, combattenti veterani della Resistenza e, in alcuni casi, ex membri di forze armate, che vennero equipaggiati con armi e munizioni per operare in segreto in caso di invasione o disordini interni.

Gladio e i paesi europei

La rete Gladio non fu un'esclusiva dell'Italia. Grandi paesi europei, come la Germania, la Francia, la Grecia e il Belgio, furono coinvolti nell'operazione. Ogni nazione costituì le proprie unità paramilitari "stay-behind", che operavano sotto la supervisione della NATO e dei rispettivi servizi di intelligence nazionali. In alcuni paesi, come la Grecia, la rete fu anche legata a colpi di stato e a movimenti politici conservatori, contribuendo a mantenere un controllo autoritario, come nel caso del regime dei Colonnelli (1967-1974).

In Italia, i gruppi di Gladio operavano in gran parte senza che la popolazione ne fosse a conoscenza. I membri della rete, che venivano addestrati in campi segreti nelle zone montuose e isolate, avevano il compito di raccogliere informazioni sulle attività sovietiche e sulle forze di sinistra, ma anche di proteggere i punti strategici e, in caso di necessità, di sabotare le infrastrutture o di compiere azioni di destabilizzazione contro il comunismo. Nonostante l'intento di difendere l'Occidente da un'invasione sovietica, alcuni di questi gruppi furono accusati di essere coinvolti anche in operazioni interne, come nel caso delle tensioni politiche e sociali degli anni '70.

Il ruolo di servizi segreti e politica nazionale

L'operazione Gladio era condotta sotto il diretto controllo della NATO, ma anche dei servizi segreti di vari paesi membri, in particolare in Italia. Durante gli anni '70 e '80, però, la rete Gladio si trovò al centro di varie polemiche, in parte a causa della sua implicazione in attività politiche interne. Alcune formazioni militari di Gladio furono accusate di aver avuto legami con gruppi di estrema destra, accusati di essere coinvolti in atti di terrorismo interno, tra cui le stragi degli anni '70, come la Strage di Piazza Fontana a Milano nel 1969 e la Strage di Bologna nel 1980. Le indagini, tuttavia, non portarono a prove definitive che collegassero Gladio direttamente a questi attacchi, anche se il sospetto di una connessione fu ampiamente alimentato dalla segretezza dell'operazione.

Nel caso italiano, le operazioni di Gladio vennero anche utilizzate per combattere i movimenti di sinistra radicale come le Brigate Rosse. Le unità paramilitari di Gladio vennero talvolta accusate di favorire la repressione di questi movimenti, utilizzando tattiche di infiltrazione e sabotaggio contro gruppi sovversivi, senza il consenso pubblico e spesso senza la supervisione delle autorità civili.

La rivelazione e le conseguenze

L'operazione Gladio rimase un segreto fino al 1990, quando l'allora presidente del Consiglio italiano, Giulio Andreotti, rivelò pubblicamente l'esistenza della rete durante un'inchiesta parlamentare. Le indagini portarono alla scoperta che la rete Gladio esisteva effettivamente in Italia e in altri paesi europei. La rivelazione suscitò enorme indignazione, alimentando teorie del complotto e sollevando domande sulle reali motivazioni di tale operazione, soprattutto alla luce delle accuse di coinvolgimento in operazioni interne e in stragi politiche.

Le indagini successive non riuscirono a chiarire pienamente il ruolo che Gladio avesse avuto in alcuni degli episodi più controversi della storia italiana del dopoguerra. Tuttavia, il governo italiano, con il supporto della NATO, dichiarò che l'operazione era stata un tentativo di proteggere l'Europa da un'invasione sovietica, ma che aveva superato i limiti di legalità, senza alcuna trasparenza verso la popolazione e senza il consenso delle autorità politiche nazionali in merito ad alcune azioni svolte.

Note di Redazione

L'Operazione Gladio rappresenta un capitolo oscuro della storia della Guerra Fredda e delle operazioni di intelligence occidentali. Sebbene l'intento iniziale fosse quello di difendere l'Europa dalla minaccia sovietica, i suoi risvolti politici e le implicazioni interne sollevano ancora interrogativi. Oggi, Gladio è ricordata come un esempio di come la guerra fredda non fosse solo una lotta tra potenze, ma anche un campo di battaglia segreto, dove alleanze nascoste e operazioni clandestine determinarono il futuro del continente europeo.

Nessun commento:

Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.