Addio a Graziano Mesina: si spegne a 83 anni il "re" del banditismo sardo - NOC Press

Addio a Graziano Mesina: si spegne a 83 anni il "re" del banditismo sardo

In foto: Graziano Mesina


Graziano Mesina, figura simbolica e controversa della Sardegna del Novecento, è morto il 12 aprile 2025 all’età di 83 anni. La sua è stata un’esistenza al limite, attraversata da fughe rocambolesche, arresti, condanne e una lunga permanenza nell’immaginario collettivo come l’ultimo grande bandito italiano.

Nato nel 1942 a Orgosolo, nel cuore della Barbagia, Mesina divenne presto un nome noto alle cronache nazionali. Negli anni Sessanta e Settanta fu protagonista di numerosi sequestri di persona, evasioni spettacolari e operazioni che lo trasformarono in una sorta di leggenda vivente. La sua fama si alimentava tanto delle sue azioni quanto della mitologia popolare che lo circondava, tra chi lo vedeva come un criminale e chi, invece, come un ribelle contro lo Stato.

Dopo una breve stagione di apparente riabilitazione – nel 2004 aveva ottenuto la grazia dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi – Mesina tornò nell’ombra delle attività illecite. Nel 2020 fu condannato in via definitiva a trent’anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti. Poco prima dell’esecuzione della sentenza si rese irreperibile, dando vita all’ennesima latitanza, durata circa un anno e conclusasi con il suo arresto nel dicembre 2021 a Desulo.

Trasferito nel carcere di Opera, alle porte di Milano, le sue condizioni fisiche iniziarono a peggiorare drasticamente. Tra il 2024 e il 2025, varie associazioni umanitarie e il suo legale presentarono istanze per ottenere misure alternative alla detenzione, sostenendo che le sue condizioni non fossero compatibili con la permanenza in carcere. Una perizia psichiatrica ordinata dal Tribunale di Sorveglianza di Milano nel marzo 2025 confermò il decadimento cognitivo e fisico dell’uomo, ormai alle prese con una forma di demenza senile.

L’11 aprile, ottenuta la scarcerazione per motivi di salute, Mesina venne ricoverato in una struttura sanitaria. È deceduto il giorno seguente, lontano dalle montagne della Barbagia e da quella terra che tanto aveva segnato – e che da lui era stata segnata – per oltre mezzo secolo.

La morte di Graziano Mesina chiude un capitolo della storia italiana fatto di sangue, mistero e ambiguità. Un simbolo di un’epoca in cui la lotta allo Stato prendeva la forma della latitanza, del sequestro, della ribellione individuale. Un uomo che ha incarnato le contraddizioni di un territorio, tra emarginazione e orgoglio, tra giustizia e vendetta.

Nel silenzio della sua fine si riflette l’eco lunga di una storia difficile da giudicare con chiarezza. Una vita che, nel bene o nel male, resterà scritta nei libri e nelle coscienze di un popolo diviso tra condanna e memoria.

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