I Papi giubilari a Monte Sant'Angelo. 2025 il Giubileo della speranza
di Giuseppe Piemontese*.
Con l'apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro a Roma, per il Giubileo 2025, papa Francesco ha voluto mandare al mondo il suo messaggio di pace fondato sulla speranza, ma soprattutto sulla solidarietà fra tutti i popoli della Terra, al di là di ogni differenziazione di religione, di etnie, di razze e di culture.
Un messaggio che oggi acquista una dimensione non più particolare, ma universale, che coinvolge la coscienza di ogni uomo, ma soprattutto la coscienza di coloro che decidono le guerre e le violenze di parte fra popoli e nazioni, all’insegna della sopraffazione e delle rivendicazioni storiche, ormai da superare e da eliminare.
Oggi, quindi, ci troviamo ad affrontare, con il Giubileo 2025, una sfida che pone l’uomo al centro di ogni sua decisione, tanto da determinare da una parte il bene di una popolazione e dall’altra la distruzione di intere città in nome dell’odio e delle rivendicazioni di parte. Tutto questo si inserisce nell’ambito della nostra storia fondata quasi sempre sulle conquiste fra i vari popoli, tanto da fare della guerra il mezzo principale delle questioni legate ancora all’esistenza dei confini e delle differenziazioni religiose e culturali. Il significato del Giubileo tende a superare tali differenziazioni in nome della conoscenza reciproca delle religioni e delle culture, legate all’esistenza delle varie civiltà e nazioni, ma soprattutto all’esistenza ancora dei confini che hanno sempre limitato la libertà degli uomini.
Con il Giubileo i confini vengo eliminati o per lo più delimitati in quanto permette ad ogni uomo di travalicare i propri confini fisici per giungere là dove si manifesta o si è manifestata la presenza del divino, o la speranza di una nuova vita basata sull’incontro con i popoli e con la gente di altre nazioni e culture. In questo senso Roma, e prima di essa Costantinopoli, con il Giubileo del 1300, indetto per la prima volta da papa Bonifacio VIII, rappresentano le prime mete dove la cristianità si è manifestata in tutto il suo significato teologico e spirituale, in quanto entrambe hanno rappresentato due punti focali della civiltà : quella orientale, focalizzata principalmente sulla storia e sulla civiltà di Bisanzio o Costantinopoli, e quella di Roma, in quanto faro e simbolo della civiltà occidentale, che nasce, secondo noi, proprio lungo i grandi itinerari della fede, che portano tutti in maniera concentrica verso Roma: da nord, attraverso la Via Francigena, e da Sud attraverso la Via Micaelica, per poi congiungersi verso Gerusalemme.
Con il Giubileo del 1300 nasce il significato di indulgenza plenaria, con cui ogni peccato viene condonato in nome della fede e della speranza di far parte di un disegno divino, di cui l’uomo ha bisogno. Un fenomeno, quello giubilare, che per la verità ha origine ebraica, in quanto era usanza diffondere e incrementare il fenomeno del pellegrinaggio verso i luoghi santi, già all’inizio del cristianesimo, per poi diventare una pratica corrente, attraverso l’emanazione di decreti e usanze, come l’indulgenza plenaria, prima ogni 100 anni, poi ogni 50 e in seguito, con Paolo II, ogni 25.
Tuttavia se un punto di vista storico l’indulgenza nasce nel X secolo, nel Concilio che si riunisce a Rheims nel 923-24, la Chiesa aveva permesso ai penitenti di riscattare le proprie penitenze attraverso una pratica alternativa o con una offerta in denaro. Successivamente la nascita dell’indulgenza plenaria avrà grande rilievo sullo sviluppo del concetto di Purgatorio, che si porrà come luogo di espiazione temporanea dei peccati. Tuttavia tale pratica avrà il suo più importante sviluppo con le Crociate, allorquando i papi accordarono, dapprima a chi si armava in difesa della Croce e in seguito a chi contribuiva, con congrue offerte ma senza partecipare di persona, la completa remissione dei peccati commessi. L’indulgenza può essere parziale se cancella solo una parte e viene in tal caso dispensata dal vescovo; è plenaria se riguarda l’intera pena: in questo caso può essere concessa solo dal papa. Inoltre le indulgenze possono essere di tre tipi: personale, quando viene concessa ad una determinata persona fisica o giuridica; reale quando è concessa per un oggetto di devozione (per. es. un quadro o una immagine sacra); locale se è concessa a coloro che visitano un luogo sacro. La prima indulgenza plenaria fu concessa dalla Chiesa ai soli Crociati; successivamente, allorquando sorsero tutto una serie di santuari locali, specie lungo le strade che portavano i Crociati verso la Terra Santa, il papa concesse le indulgenze parziali a chiese e santuari che avevano ormai acquisito importanza per i grandi pellegrinaggi che vi si svolgevano.
Ed infatti, nel 1400 il papa Bonifacio IX in ricorrenza del Giubileo, concedeva al Santuario di S. Michele sul Gargano l’indulgenza plenaria, accomunandolo alle chiese di Roma (San Pietro, San Paolo fuori le Mura, San Giovanni Battista e S. Maria Maggiore), del Santo Sepolcro, di S. Giacomo di Compostela e di S. Maria degli Angeli ai Porziuncoli. Tale privilegio si ripeterà nei Giubilei del 1550 con il papa Giulio III e nel 1575 con Gregorio XIII, e poi ancora successivamente. L’idea “giubilare” si basa sul concetto stesso di condono della pena, ed è legata principalmente alla città di Roma, verso cui l’intera cristianità doveva espletare l’Anno Santo, con un pellegrinaggio rituale presso le quattro basiliche maggiori sopra citate (San Pietro, San Paolo fuori le Mura, San Giovanni Battista e S. Maria Maggiore).
Presso gli Ebrei, durante il Giubileo, la terra veniva lasciata riposare incolta e tutti potevano goderne i frutti. Inoltre gli schiavi riacquistavano la libertà , i debiti erano annullati e i beni (campi e terre) venduti ritornavano in proprietà del venditore ebreo. Con il tempo i luoghi santi, dove si poteva avere l’indulgenza plenaria, vennero ad essere diversi e sparsi in diversi punti dell’Oriente e dell'Occidente, fra cui il Santuario di San Michele sul Gargano, da cui ha origine e lo sviluppo la Via Sacra Langobardorum, chiamata Via Micaelica, tanto da unire Gerusalemme, Roma e la Via Francigena del Nord, attraverso il Gargano.
Il Giubileo indetto da Bonifacio VIII il 22 Febbraio del 1300 fu un grande momento storico e politico non solo per il Gargano, quanto per la Puglia e l’Italia Meridionale, in quanto riaffermava, attraverso i luoghi santi del mondo cristiano e anche islamico, la centralità di Roma nel mondo, attraverso la cosiddetta Linea Sacra di San Michele, che univa l’Islanda alla Terra Santa e nello stesso tempo creava le basi per l’unità politico-culturale dell’Europa, che nasce proprio lungo i grandi itinerari della fede e quindi del pellegrinaggio cristiano. Roma diventava così la nuova Gerusalemme, luogo di pellegrinaggio e di redenzione, capace di unire l’Europa occidentale all’Impero di Costantinopoli.
Nel 2000, in ricorrenza del Giubileo, il Papa Giovanni Paolo II, rinnovava, dopo più di seicento anni, l’indulgenza plenaria al Santuario di San Michele sul Gargano che aveva un significato simbolico che si ricollegava direttamente alle origini stesse del culto micelico sul Gargano, allorquando nell’Apparitio, in riferimento alla Dedicatio, il vescovo sipontino Lorenzo Maiorano, tramite la visione dell’Arcangelo Michele avuta in sogno, vi si affermava che: “Non est vobis opus hanc quam ego edificavi dedicare basylicam. Ipse enim qui condidi etiam dedicavi. (Non è opera che compete a voi di dedicare questa Basilica che io edificai, poiché io stesso che la costruii nello stesso tempo la consacrai). Inoltre sulla stessa facciata del Santuario è scolpita la seguente iscrizione : “Ubi saxa panduntur ibi peccata hominum dimittuntur haec est domus specialis in qua quaeque noxialis actio diluitur" (In tutto lo spazio che racchiude questa Caverna i peccati degli uomini sono perdonarti imperocchè questa è la casa speciale in cui qualsiasi colpa rimane redenta).
Tutto ciò implica simbolicamente il concetto stesso di indulgenza, che specie per il Santuario di S. Michele acquista una valenza escatologica e dottrinale. Infatti l’indulgenza, nel nostro caso, è una acquisizione divina, concessa direttamente dall’Arcangelo Michele al “suo” Santuario.
Pertanto la renovatio o concessione dell’Indulgenza terrena da parte del Papa è una presa d’atto di quanto già concessa da Dio. Inoltre il perdono dei peccati e, quindi, la purificazione totale di essi, che avveniva direttamente nella sacra grotta, era legato al ciclo di salvezza tramite gli angeli, che si configurava, nel ciclo decorativo del Battistero di S. Giovanni in Tumba, adiacente il Santuario, con l’immersione nell’acqua, simbolo di purificazione e di salvazione. Pertanto l’Anno Santo che ci accingiamo a celebrare con il Giubileo del 2025 e, quindi, con la concessione, da parte del Papa Francesco dell’indulgenza plenaria al Santuario di S. Michele, si pone nella tradizione storica ed il Giubileo stesso acquista una grande valenza simbolica, in quanto, nel segno della speranza, inizia speriamo un nuovo percorso dell’uomo verso un mondo nuovo fondato sulla pace e sulla giustizia. Inoltre tutto ciò si pone nella lunga tradizione di papi in visita al Santuario di San Michele, eventi che hanno segnato la storia del nostro Santuario e dell’intero Gargano negli ultimi 1500 anni dalla fondazione del culto micaelico sul Gargano. Papi che, pellegrini e penitenti, hanno visitato il nostro Santuario, da Gelasio I (492-496) ad Agapito I (535-536), a Leone IX /1049-1054), Urbano II (1088-1099), Pasquale II (1099-1118), Callisto II (1119-1124), Innocenzo II (1130-1143), Alessandro III (1159-1181), Gregorio X (1271-1276), Celestino V (1294), Bonifacio IX (1389-1404), Urbano VIII (1623-1644), Benedetto XIII (1724-1730), Pio XII (1939-1958), Giovanni XXIII (1958-1963), Giovanni Paolo II (1987-2005), fino a Benedetto XVI (2005-2013).
Una storia fatta di eventi sacri, ma anche di grande devozione da parte di tanti fedeli e gente di alto lignaggio, che hanno visitato almeno una volta nella loro vita il nostro Santuario. Papi, Imperatori, Principi, grandi personaggi del mondo politico e istituzionale, devoti al culti micaelico, ma soprattutto anime in cerca del significato vero della vita e, quindi, dell’eternità .
* Storico
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