"Storie di Resilienza": Il rumore del vetro
Quando Marta si è svegliata in quel letto d’ospedale, l’unica cosa che ricordava era il suono secco del vetro che esplodeva. Poi, il buio. Era il 2019, una sera d’autunno a Brescia, quando un’auto lanciata a folle velocità aveva centrato la sua, in pieno centro. Aveva 27 anni e un futuro da fisioterapista davanti. In quell’impatto aveva perso l’uso delle gambe. Ma non la voglia di vivere.
I primi mesi sono stati i più duri. “Tutti pensano che la parte difficile sia accettare la sedia a rotelle. Non è vero. Il vero trauma è quando torni a casa e non sei più tu. Sei la persona che gli altri guardano con pietà . E quella pietà ti mangia viva.”
Marta ha attraversato la depressione, i pensieri suicidi, la rabbia, il silenzio. Poi, un giorno, durante una seduta di psicoterapia, le hanno fatto ascoltare un audio: era la voce registrata di una paziente che aveva aiutato mesi prima. “Grazie a te ho ricominciato a camminare. Ora tocca a te.” Quelle parole le hanno acceso un fuoco dentro.
Ha iniziato a studiare di nuovo. Si è specializzata in riabilitazione neurologica, ha fondato un’associazione che accompagna i ragazzi con lesioni spinali nei percorsi post-ospedalieri, ha scritto un libro dal titolo provocatorio: “Io non cammino, corro”.
Oggi Marta non cammina davvero. Ma ha imparato a spostarsi con una leggerezza che sembra volare. “La resilienza non è forza. È sapere che puoi spezzarti e ricostruirti. Diversa. Ma intera.”
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